Secondo voi…

Secondo voi come si potrebbe fare per non vedere più tutti i muri della città imbrattati? E come si potrebbe fare per evitare che la sera quando rientro a casa non debba andare in giro con gli occhiali a raggi infrarossi per individuare le cacche dei cani? E come si potrebbe fare per dire a quei cretini in scooter che il senso unico è unico proprio perché lo devi percorrere in un solo senso? E come si potrebbe fare per attraversare le strisce pedonali senza che qualcuno ti travolga a cento all’ora? E come si potrebbe fare per insegnare un po’ di educazione? Questo è il nocciolo della questione. Io ho sempre affermato di essere di sinistra-anzi-anarchico, ma se voglio essere anarchico non posso rompere le palle al prossimo, perché se ritieni di essere uno spirito libero. la prima cosa da imparare è proprio quella di rispettare quelli che non conosci. L’ignoranza è davvero il male peggiore?

Per mia figlia…

A marzo compirai 19 anni. Se penso al giorno in cui ti dissi che tua madre ed io ci saremmo separati mi viene ancora il nodo alla gola. Avevi sette anni, quel pomeriggio eravamo in piscina, alle porte di Roma, io abitavo già in un’altra casa e ti trovammo, io e tua madre, la scusa che dovevo stare lì provvisoriamente per ragioni di lavoro. Ma poi la cosa non poteva andare per le lunghe, sarebbe stata una presa di giro, prima o poi la verità ti andava detta. Così, quando ti dissi che papà non sarebbe più tornato a casa, mi abbracciasti – io ero seduto su una sedia a sdraio e tu eri in piedi di fronte a me -, piangesti senza dire una parola per qualche minuto e poi mi prendesti la mano dicendomi: “Dai… andiamo a fare un bagno…”. Da quel giorno però hai condiviso anche tu la mia casa, i week-end alternati, le feste alternate, gli affetti alternati. Poi, da un po’, ho sentito l’esigenza di dividere la mia vita fra Roma e Livorno, e non solo per quello: nel mio lavoro ci sono molte difficoltà economiche, non si riesce a programmare, a mettersi soldi da parte. Quindi ora faccio spola fra Livorno e la Capitale. Mi manchi, così come io manco a te, lo so, anche se spesso sei introversa, mi parli poco, quasi ce l’avessi con me. Ma tu sai quanto ti voglio bene, e tutte le promesse che ti ho fatto, anche se ancora non ho potuto mantenerle, le manterrò. Magari il giorno dopo morirò, ma le manterrò. L’unica cosa che ti chiedo e di non giudicare tuo padre, così come non dovrai farlo con tua madre. Lei ha avuto il coraggio un giorno di mollare tutto perché amava un altro, e amare non è una colpa. Come passa il tempo…

Il corso è iniziato alla grande…

Ieri, venerdì 18 gennaio, diciotto persone si sono affacciate, o meglio, sono entrate nella sala riunioni dell’SVS, si sono sedute un po’ timidamente, presentandosi e dando un’occhiata agli altri, come a capire bene con chi avrebbero dovuto “confrontarsi”. Io ho cercato subito di metterli a proprio agio, qualche battuta, diamoci del tu, strette di mano. Qualcuno è arrivato in ritardo (e spero che dalla prossima lezione arriveranno puntuali), poi abbiamo iniziato. L’ambiente, dopo poco, ha cambiato faccia: all’inizio onde strane s’incrociavano, onde timide, un po’ tese, un po’ timorose. Poi tutti hanno capito che io non sono “il professore”, colui che sale in cattedra e guarda tutti dall’alto verso il basso. Hanno capito che sono come loro, solo con qualche nozione letteraria in più. Esperienza, solo esperienza. Con gli allievi scherzo, mi piace creare una sorta di filo che ci lega tutti quanti, dove ognuno può esprimere la propria opinione. Io posso solo ringraziare chi è intervenuto, in quanto alle critiche, buone o cattive che siano, aspetto che me ne facciano anche qui sul blog. Spero che tornerete tutti più tranquilli e con la voglia di andare fino in fondo e realizzare qualcosa di buono. Non mancheranno le sorprese. Grazie, ragazzi. E non voglio dimenticare di ringraziare la Presidente dell’SVS, Odette Volpi, e Fabio Cecconi della Direzione, per avermi messo a disposizione la loro bella sala riunioni.

Finalmente iniziamo…

Finalmente iniziamo, sì. Non so perché, ma quest’anno sono molto curioso di vedere quante persone si presenteranno a questo mio corso di scrittura. Ho ricevuto parecchie email, telefonate, contatti sul blog: Livorno ha risposto bene. E se stasera troverò 10 persone potrò dire che è un successo. Dopo tutti questi giorni di preparazione, articoli sul giornale, pubblicità e roba varia, direte voi, ti accontenti di 10 persone? Intanto “non mi accontento”, ma ne sono felice, perché non è facile convincere la gente, in una città relativamente piccola come Livorno, a sacrificarsi, magari dopo una giornata dura di lavoro. Uno cena, gli prende la pigrizia, dice “ma chi me lo fa fare!”. E li capirei. Per questo, se siete in dieci, festeggerò.

La batteria… il mio amore eterno…

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Sì, non posso negarlo, anche se non suono più professionalmente ai livelli di qualche anno fa, la batteria è e rimarra sempre lo strumento che mi ha fatto scoprire il mondo, la musica, le persone importanti, grandi compositori, musicisti incredibili. Ho suonato di tutto, dal jazz al funky, dalla musica leggera al rock. Ho fatto parte di grandi orchestre in studio di registrazione mentre Morricone ci dirigeva con la sua bacchetta, ho visto in faccia Fellini quando ci spiegava come avrebbe voluto un certo ritmo per quella sua scena, ho stretto la mano a Benigni, parlato con Nanni Moretti, giocato a scacchi con lo stesso Morricone sulla consolle dello studio, ho suonato nei teatri italiani più importanti con Piovani, parlato di scrittura con Cerami. Insomma, ho vissuto. E ieri sera, in una sala prove vicino alle carceri di Livorno, in una via sperduta, difficile a trovare, abbiamo suonato con un bassista nuovo, Stefano, pisano. Va be’, gli abbiamo detto, anche se sei pisano nessuno è perfetto! Ma lui ci ha riso. Senso dell’umorismo, quindi. Buono. Suona abbastanza bene, ma proviene da un altro genere musicale e ha bisogno di essere sorretto per suonare pezzi jazz standard. E noi lo aiuteremo, perché ha stoffa. Annamaria, la cantante, Massimiliano, il pianista, ed io ci possiamo ritenere soddisfatti della prova e di Stefano. Benvenuto tra noi, quindi. Da ora inizieranno le prove serie, quelle che fanno divertire, sognare, in mezzo alle note che non possono non fare parte della mia vita.

Il corso sta per iniziare e…

Alcune persone mi hanno telefonato o scritto una mail chiedendomi se erano ancora in tempo ad iscriversi al corso che inizierà venerdì 18. Allora voglio essere chiaro anche sul blog: non ci sono problemi, chi è interessato ad iniziare le lezioni può anche venire direttamente venerdì. E poi c’è un’altra cosa che ho notato in chi mi chiede informazioni: il timore che in questo corso ci siano persone troppo “di livello”, qualificate. L’ho già detto: qui si scrive per creare qualcosa d’interessante e per scaricare le nostre energie. Certo, impareremo la tecnica, “studieremo”, ci confronteremo, ma con grande umiltà e voglia di fare qualcosa di utile per noi stessi. Tutto qui. A tra pochi giorni.

Un grazie a tutti gli intervenuti…

Sì, vi devo ringraziare, perché spesso la pigrizia, in una sera d’inverno, ci assale, e magari avremmo voluto andare, ma poi fa freddo, pioviggina, e allora meglio rimanere a casa al caldo, seduti su un comdo divano a guardare la Tv o a leggere un libro. Poi ci sono anche persone che per motivi seri non possono andare dove vogliono e allora di questo mi dispiace. Alla presentazione del corso di scrittura c’erano una quindicina di persone, e per una città come Livorno mi pare un successo! Io spero che quelli che sono intervenuti curiosi e spinti dalla voglia di fare qualcosa di positivo per se stessi, torneranno venerdì prossimo, il 18, e inizieranno un bel percorso creativo insieme a me. Ci divertiremo, ve lo garantisco. Qualcuno mi ha chiamato stamani, con il timore che questo corso fosse dedicato soprattutto a gente “speciale”, nel senso che hanno già esperienza nel campo e che quindi sono “un gradino più su”. Tranquillizzo tutti coloro che pensano che potrebbero fare una brutta figura: quelli che partecipano hanno solo voglia di scrivere, di passare un paio d’ore imparando qualcosa di bello e creativo. Lo ripeto: questo corso è davvero aperto a tutti, anche a quelli che non hanno mai scritto un rigo e che vorrebbero farlo. Siamo una famiglia, e io non sono “il professore che sale in cattedra”, sono in mezzo a voi. Dico poi che c’è ancora una settimana di tempo prima dell’inizio del corso, e chiunque voglia iscriversi può comunicarmelo via email, via post o farsi vedere il prossimo venerdì stesso senza preavviso!

Venerdì 11 gennaio, riunione per il corso

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 Sergio Consani
Ricordo agli interessati del corso di scrittura creativa che venerdì 11 gennaio ci sarà una riunione per parlare del programma. Il corso avrà la durata di due mesi, e le lezioni saranno settimanali, ogni venerdì dalle 21 alle 23, a iniziare dal 18 gennaio, nella sala riunioni dell’SVS in Via San Giovanni 30 a Livorno. Intervenite, non fosse altro per curiosità.

Caro assessore…

Caro assessore alla cultura (minuscolo) di Livorno, Massimo Guantini, quante volte ci siamo visti io e lei? Tre o quattro, mi pare. Ci siamo anche incontrati alla Fortezza Vecchia per una manifestazione, e poi anche in Via dei Bottini dell’Olio per una mostra, insomma, ci siamo visti e parlati, salutati. E quante cose le avevo proposto quando sono venuto nel suo ufficio? Tante. Le avevo dato anche un mio romanzo, “L’odore di un’immagine, due anni fa, invitandola a venire alla presentazione e parlarne insieme a me. Il caso ha voluto che lei quel giorno stesse partendo per le vacanze. D’accordo, può capitare. Però quel libro poi non l’ha letto (a meno che non l’abbia letto adesso, ma ne dubito). Eppure la vedo dappertutto, ad ogni presentazione di un libro, una manifestazione, una mostra, e lì c’è sempre Telegranducato a riprenderla, così che poi i nostri livornesi la vedono in Tv. La sua faccia è nota, sta dappertutto, quando guardo qualche trasmissione nella nostra emittente privata lei non manca mai. Lo dica: le piace molto apparire, sempre ben rasato, con quella faccetta da cockerino che sembra l’abbiano appena bastonato, sempre ben vestito, sempre attento a misurare le parole quando lo intervistano. Eppure ogni volta che venivo da lei con una proposta (inerente al mio lavoro di scrittore, naturalmente) e le dicevo che questa o quell’altra cosa poteva essere interessante, lei mi rispondeva che sì, era molto interessante, ma sa… i fondi, non ci sono fondi. Non c’è mai una lira, anzi, un centesimo in quel cazzo di Comune, in quell’assessorato alla cultura. Una volta mi disse, a proposito di un mio progetto, che avevate a disposizione circa trecento euro. Dico, trecento euro! Una cosa vergognosa. Lei lo sa, caro Guantini, che i soldi lì dentro girano, ma poi non si sa mai in quale tasche vanno a finire, e allora chi ce la fa a realizzare un piccolo o medio o grande progetto, fa una fatica assurda. E non solo: domande, scartoffie, bolli. Insomma, una burocrazia soffocante. Speriamo che riesca a leggere questo blog, caro Guantini.

Questi telegiornali, questi politici, questa Italia…

Stasera, dopo aver guardato il telegiornale – come di solito faccio – mi sono reso conto, o meglio, ho avuto la certezza che questa Italia è davvero allo sfascio. Sarebbe così facile cadere nella retorica e nei soliti luoghi comuni iniziando a parlare di queste cose, ma anche se battiamo sugli stessi argomenti vuol dire che è la verità. I disagi, le ingiustizie, la disonestà, il menefreghismo, il nepotismo, il potere, la mafia, la camorra, il Nord e il Sud senza legami, la gente che non ce la fa ad arrivare alla fine del mese, il lavoro che non c’è. Sono luoghi comuni questi? No, è la realtà di questo Paese allo sbando, alla mercé di politici incapaci (destra e sinistra senza distinzione), caduta pesantemente nel consumismo senza freno, un Paese che ha perso la propria identità culturale, che non avanza. La Chiesa ci mette il suo zampino (ma va be’, loro sono coerenti con un potere millenario), l’Euro non ci ha aiutati molto (ma a guardare fino in fondo le cose pare che saremmo stati peggio), il petrolio è arrivato a 100 dollari al barile e ci ostiniamo a non far funzionare le nostre auto con altri prodotti altrettanto buono per i nostri motori. Inutile fare una lista delle cose che non vanno: non c’è persona che non lo sappia. Poi mi ha fatto ridere una cosa di qualche giorno fa, e lo dico perché sono livornese: sembra che Livorno sia la quarta città (correggetemi se sbaglio, magari è sesta) nella quale si vive meglio. No, dico… e cosa vuol dire? Vive meglio chi ha i soldi, ma quelli che non li hanno? Essere a Livorno, o a Trapani o a Sassari per loro non farebbe alcuna differenza. Per loro, ho detto. Mi ci metto anch’io, perché da artista quale mi ritengo, sono destinato a soffrire come migliaia di altri artisti pur se bravi e talentuosi. Qui a Livorno si fa poco, molto poco per la cultura, e quella che si fa – carissimo Guantini, assessore alla cultura – è striminzita. Ne riparliamo domani.