Per mia figlia…

A marzo compirai 19 anni. Se penso al giorno in cui ti dissi che tua madre ed io ci saremmo separati mi viene ancora il nodo alla gola. Avevi sette anni, quel pomeriggio eravamo in piscina, alle porte di Roma, io abitavo già in un’altra casa e ti trovammo, io e tua madre, la scusa che dovevo stare lì provvisoriamente per ragioni di lavoro. Ma poi la cosa non poteva andare per le lunghe, sarebbe stata una presa di giro, prima o poi la verità ti andava detta. Così, quando ti dissi che papà non sarebbe più tornato a casa, mi abbracciasti – io ero seduto su una sedia a sdraio e tu eri in piedi di fronte a me -, piangesti senza dire una parola per qualche minuto e poi mi prendesti la mano dicendomi: “Dai… andiamo a fare un bagno…”. Da quel giorno però hai condiviso anche tu la mia casa, i week-end alternati, le feste alternate, gli affetti alternati. Poi, da un po’, ho sentito l’esigenza di dividere la mia vita fra Roma e Livorno, e non solo per quello: nel mio lavoro ci sono molte difficoltà economiche, non si riesce a programmare, a mettersi soldi da parte. Quindi ora faccio spola fra Livorno e la Capitale. Mi manchi, così come io manco a te, lo so, anche se spesso sei introversa, mi parli poco, quasi ce l’avessi con me. Ma tu sai quanto ti voglio bene, e tutte le promesse che ti ho fatto, anche se ancora non ho potuto mantenerle, le manterrò. Magari il giorno dopo morirò, ma le manterrò. L’unica cosa che ti chiedo e di non giudicare tuo padre, così come non dovrai farlo con tua madre. Lei ha avuto il coraggio un giorno di mollare tutto perché amava un altro, e amare non è una colpa. Come passa il tempo…

Per mia figlia…ultima modifica: 2008-01-20T12:06:47+01:00da sergio0591
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Per mia figlia… — 39 commenti

  1. Sergio, stasera non sarà per stupido orgoglio che non rimarrò, nè per superbia o qualsiasi altra meschinità, solo perchè ho un’altro impegno! E rimarrò in contatto sta certo, ma da esterna. Sto approntando un blog dove ognuno di noi può scrivere i suoi post, senza dover andare a visitare quello dell’uno o dell’altro singolarmente. A dirti la verità ne esisteva già uno bellissimo di jumpy dove scrivevamo e commentavamo ciò che scrivevano gli altri 15.000 diaristi. Ma, ad un certo punto, lo hanno chiuso mangiandosi tutte le nostre pagine… io ne ho perse 340 e con loro tantissimi amici di penna! Da questo puoi desumere che non e’ la critica a spaventarmi, quanto essere attaccata solo per ritorsione. E questa, perdonami, e’ la sensazione che ho percepito… giusta o sbagliata che sia! Frequentandoci al di fuori del corso, il nostro confronto risulta più agevole… non soggetto alle asperità della retorica (senti un pò che frasona ho tirato fuori!). Quindi…

  2. Ciao Paola! Intanto sono molto felice di rivederti sul blog, e spero con sincerità di vederti anche a lezione. Le cose che ho scritto su mio padre non volevano assolutamente essere un inno all’uomo bello e stronzo da adorare sempre e comunque. volevo semplicemente dire che l’amore per i genitori va oltre i difetti, gli errori… basta solo lasciare un pò di tempo ai figli, tempo per vivere perchè solo quando vivi certe esperienze allora ti senti veramente vicino a chi, a modo suo, ti ha amato e cresciuto! Oggi ho un buon rapporto con mia madre, e mai, neanche nei mei periodi ribelli, le ho dato contro perchè ha deciso di lasciare mio padre, anzi io e mia sorella l’abbiamo sempre sostenuta in questo senso. Io le con testavo semmai la sua dipendenza da un uomo che secondo me le dava poco o niente, perlomeno a livello affettivo! Io non amo i belli e impossibili, tanto che mi sono sposata un ragazzo normalissimo, semplice, molto comprensivo e che di sicuro è molto più votato alla famiglia di me (diciamo che molto spesso sono io la stronza del caso). Ho avuto momenti in cui mio padre neache lo volevo vedere tanto lo detestavo, ma col tempo, ho avuto modo di capire che posso essere molto più felice se riesco a perdonare, che anch’io qualche volta sbaglio ma intorno ho sempre persone che mi comprendono e mi aiutano a rialzarmi! E’ facile e giusto amare delle persone così, che qualunque cosa tu faccia ci saranno sempre, ma è altrettanto meraviglioso saper amare chi è completamente diverso da te…soprattutto se quella persona è tuo padre.

  3. Se ti diverti, cara Paola, vuol dire che stasera non potrai mancare alla lezione, e sono sicuro che non sarai così tanto orgogliosa da prendere il tuo foglio che mi hai dato e andartene così, senza senso. Stai imparando qualcosa da questi nostri incontri, e anche se alla fine, artisticamente, avrai imparato da uno a dieci… diciamo tre, avrai sicuramente imparato, come tutti noi, qualche cosa in più che fa sempre bene al nostro spirito.

  4. ops… dimenticavo… autoriprodursi significa che dal midollo sono in grado di riprodurre il seme e noi… c’abbiamo anche l’ovini:))

  5. Per una volta perfettamente d’accordo… intendo sulla scopata! Ma qui io mi riferivo alla vita ed ai ruoli, e non ritengo giusto differenziare l’importanza o l’imponenza dell’individuo a seconda dei sogni che persegue. E’ forse meno ammirabile chi sogna di mettere al mondo dei figli e di amarli da chi sogna di fare il playboy? Sergio, sono madre donna e femmina e continuo a difendere la categoria! Già ci sono gli uomini a parlare male di noi… che lo facciano anche le donne mi sembra come “martellarsi i coglioni per proprio conto!”.

  6. Bello quello che hai scritto, Linda. Vero, sincero, sentito. Una sorta di liberazione parlare in questo modo, non credi? E che è di esempio anche a chi implode invece di esplodere. Fuori, fuori tutto ciò che c’è da dire, che teniamo sempre nascosto nel profondo, che è così difficile da esternare. E’ vero, i genitori poi si impara ad amarli, ci vuole tempo per capire, per entrare per davvero nelle ragioni per cui qualche volta hanno sbagliato. Abbiamo sbagliato, volevo dire, perché anch’io sono genitore e di errori ne ho fatti a bizzeffe. Anche i miei genitori ne hanno fatti; ora non ci sono più, mio padre è morto nell’87, mia madre l’anno scorso. Ho litigato con loro (più con mia madre), non ero d’accordo su molte cose che mi dicevano, hanno sbagliato, ma in loro c’era sempre la buona fede. Per quanto riguarda il commento di Paola sui leoni e la mascolinità… be’… va bene… se volete potete anche autoriprodurvi, noi andiamo a donare il seme in qualche banca, voi andate lì, lo scegliete e poi vi fate un figlio. Paola… ma vuoi mettere una bella e sana scopata? Dovremo rinunciare anche a questo?

  7. Cara, cara Linda… ma quando alle donne verra’ mai riconosciuto qualcosa, quando faremo davvero un passo avanti se sono proprio le donne le peggiori nemiche delle donne? Inneggiamo ad un uomo bello, atletico,intelligente e… stronzo! Gli perdoniamo tutto, proprio tutto, purchè alla fine del pasto ci getti l’ossino che gli avanza. Eh no! Sai perchè tuo padre si è potuto prendere la libertà di seguire i suoi sogni? Perchè c’era tua madre! Ti sei chiesta che cosa sarebbe accaduto se avesse dovuto crescerti lui? Probabilmente ti avrebbe chiesto di essere adulta già a 3 anni, ma tu ne saresti stata felice ! Sembra che la nostra prerogativa femminile sia quella di farci accettare da loro, di compiacerli insomma. Se tu osservi il mondo animale ti accorgi che lo stesso accade tra leone e leonesse (uso il plurale bada bene), ma per loro la giustificazione e’ la riproduzione… che sia così anche per noi? Che li aduliamo solo per assolvere al ruolo che ci è stato affidato di incubatrici? E che accadrà tra 3 anni quando del loro seme non sapremo che farcene, quando potremo autoriprodurci (notizia di questa mattina), li tratteremo finalmente alla pari? Lo spero… per loro e per noi. Ma lungi da me incitarti ad odiare… devi amarli entrambi per come sono fatti, evitando di osservarli con lenti diverse… l’uno da presbite e l’altra da miope! Tua madre non e’ diversa da tuo padre, non si è immolata alla sofferenza, non e’ una vittima… ha solo scelto di seguire i suoi sogni:))) Un saluto da chi come te si e’ ribellata!

  8. Sono una figlia… per niente facile. Io sono stata un pò tutto quello che tu hai paura che diventi tua figlia: ci sono stati momenti in cui ho frequentato le cosidette “cattive compagnie” (in realtà ragazzi che come me trovavano nel gruppo e nelle esperienze vissute insieme una forma d’amore e di realizzazione!), mi sono drogata con qualunque cosa mi capitava sotto mano (per mia fortuna l’eroina mi ha sempre fatto un gran terrore altrimenti magari adesso non sarei qua!), me ne sono andata di casa appena ho compiuto 18 anni con il classico “vaffanculo! non ho bisogno di nessuno di voi!” e quando voglio so essere stronza abbastanza da dare sui nervi…i miei si sono lasciati dopo 25 anni di matrimonio, e onestamente sarebbe stato molto meglio se lo avessero fatto un pò prima. Ho odiato mio padre: bello, atletico, pieno di donne, intelligente e sempre pronto ad inseguire i suoi sogni nonostante la famiglia! Mia madre invece l’ho odiata perchè era vittima…vittima di mio padre e di se stessa, della sua debolezza, del suo amore. Io invece mi sentivo forte, indistruttibile, non chiedevo niente a nessuno, ero economicamente ed emotivamente indipendente! Mi sentivo fichissima… E poi che è successo? Semplice: il tempo è passato, ho vissuto (mi illudo di essere cresciuta!), sono diventata compagna e poi madre di due piccoli esserini che mi hanno completamente incasinato la vita… e l’hanno riempita d’amore. Io sono piacevolmente colpita da persone come sofia che sanno amare in modo così assoluto. Io invece sono molto diversa, anche con le mie figlie. Le amo tantissimo, questo è certo, ma non è stato tutto così automatico… diciamo che prima di esternare le mie emozioni le devo vivere a fondo, avvolte mi ci devo anche un pò far male, e quando le ho metabolizzate allora vengono fuori in modo naturale. Non avevo previsto di diventare madre a 22 anni, ma è successo e ogni giorno è una sfida. Di una cosa però sono felice: di non aver rinunciato ai miei sogni. Caro Sergio, penso che l’errore più grande sia pensare che forse i nostri figli sarebbero migliori se noi rinunciassimo a noi stessi… Con il tempo i miei genitori ho imparato ad amarli per quello che sono un giorno alla volta, e finchè avrò vita spero di continuare a farlo, anche quando non ci saranno più fisicamente (spero che le mie figlie si daranno l’occasione di fare altrettanto). Io sono qui anche grazie ai loro errori. Ho smesso di odiarli, e ho cominciato a cercarli con la mente e con lo spirito. Ho 26 anni e ancora tanto da imparare ma alle mie figlie cerco di trasmettere quello che di positivo ho appreso attraverso la mia esperienza familiare: l’amore per la diversità, per il coraggio di essere e non di apparire solo x essere il genitore che ogni figlio desidera….solo se accettiamo il nostro karma possiamo trasformarlo no? E poi io per le persone imperfette ho sempre avuto un debole… Scusate se sono stata un pò lunghina! baci e buona serata Ps. solo perchè tu lo sappia: credo che mio padre mi farà incazzare fino alla fine dei miei giorni, ma ho scoperto che è proprio per questo che sarà sempre l’uomo del mio cuore!

  9. tua figlia…
    sai ho vissuto tutta la mia vita convinta di non essere compresa proprio dalle persone che amavo di piu’! Nel mio matrimonio (durato ben 28 anni), avevo la sensazione di osservare dall’esterno un bel quadretto familiare… le mie figlie, il loro padre e persino le nostre 2 gatte da una lato ed io dall’altro! Non me la sentivo di svelare alle mie bimbe il perche’ di tanta distanza tra il loro padre e me, nè tantomeno di togliere loro quella beata illusione che il loro babbo fosse perfetto. Sapevo, avendolo sperimentato sulla mia pelle, quanto sia difficile, per una donna, affrontare la vita quando ti manca la certezza di sentirti protetta dall’unico uomo veramente in grado di farlo (tuo padre) e per non privare loro di questo “bonus”, ho percorso il mio matrimonio sapendo che era come una strada a fondo chiuso. Poi… la separazione e la conseguente devastazione emotiva! Ad un tratto mi sono sentita indifesa, insicura e sola! Ma nel momento in cui ho pensato di crollare e’ stato proprio l’amore delle mie figlie, forte ed avvolgente, a tenermi sù! Il loro abbraccio e’ stato la corda che le mie piccoline hanno tenuto per me perche’ io risalissi e, la loro stima nei miei confronti, il punto da cui ricominciare! Avevo sempre creduto che i figli cercassero nei genitori il coraggio ed invece…
    invece amano di noi soprattutto la nostra debolezza, il nostro essere esattamente come loro… figli ancor prima che genitori!
    Tua figlia sa tutto di te, sente tutto di te e sa amarti esattamente così come sei.

    p.s.: spero perdonerai la punteggiatura…

  10. Ah, ah, ah! Ti sei fregato Nautilus. Sergio aveva detto di scrivere una decina di righe o poco più…Sarai l’unico ad avere il raccontino completo.Tzè!

  11. Che Nautilus sia d’esempio per tutti! La prima volta che scrive un raccontino e già ha voglia di scriverne un altro. Droga, droga buona questa, altroché! E poi, come dico sempre, non fa bene all’anima scrivere? Non ci fa sentire più leggeri dopo? In fondo non tutti vogliono o hanno la voglia o la possibilità di diventare scrittori, ma perché non guardare un giorno i nostri scritti con un minimo di orgoglio? Io vorrei vedere diciassettenni al mio corso, quei diciassettenni che non sanno come passare il tempo, quelli che si annoiano, che parlano solo di calcio e di macchine, quelli che sono intelligenti e creativi e non sanno di esserlo perché nessuno glielo fa scoprire. E allora ragazzi… se leggete qui, fatevi sentire.

  12. Avevo giurato..avevo giurato, è proprio vero, poi man mano che s’avvicinava il corso m’è preso un attacco di curiosità portinara (almeno fosse stata intellettuale) e son dovuto venire a vedere.
    E lo stesso per il raccontino: mai ne avevo scritto uno in vita mia, improvvisamente m’è venuta voglia di farlo, al cuor non si comanda.
    E non fa neanche del tutto schifo come ho detto in un momento di sconforto, mi pare almeno leggibile, se uno è su un’isola deserta; certo che quelli di Cechov, Calvino e Bukowski son venuti meglio.
    Sicchè a te i noccioli dei racconti vengon così, al momento, l’ispirazione già…beata te.
    Comunque anch’io ho voglia di scriverne subito un altro, mi son divertito troppo, poveri i miei amici…
    A stasera spero.
    Ah, niente periscopi neanche stavolta, dovrai affidarti all’intuito femminile che non sbaglia mai…uah uah.

  13. Ma no, Nautilus. Non ti preoccupare “spiazzata” ho detto mica mi si sono “intorcinate le budella”. Avevi spergiurato che non ci saresti stato, fedifrago traditore, e non ho visto periscopi sulla testa di nessuno.
    Son contenta che l’ opera giovanile abbia presa una qualche forma e mi son piaciute molto le considerazioni che fai su conoscere, credere di conoscere o farsi un’idea dell’altro. Sarà forse il nocciolo del mio prossimo racconto. Tiè… A stasera dunque.

  14. Eh Sergio, se la butti sul “coraggio” mi obblighi a tacere, c’è un vecchio film con Gregory Peck dove s’insegna che quando ti sfidano a dare prove gratuite di coraggio non devi farne di nulla, riservandolo per le cose serie.
    Arguisco poi ch’ è già il segreto di pulcinella, comunque terrò duro per Enrica che ancora non lo sa e per la quale verrò vestito da capitano Nemo. Se indovina bene sennò alla prossima puntata. Mi raccomando non le dite niente, lasciatela ai suoi atroci dubbi .
    Ripensandoci, scrive che “sapere che c’ero l’ha spiazzata”, il che significa che nessuno di noi lì corrispondeva all’idea che s’era fatta del sig. Nautilus.
    E che te credevi Enrica? Dall’aspetto dedurre l’anima? O viceversa? Seee! Pensa com’è difficile: vedi qualcuno e ne pensi qualcosa. Poi vedi lo sguardo e già ne pensi un’altra. Poi senti la voce e cambi ancora idea, infine ascolti che dice ed è l’opposto dall’idea che ne avevi! Poi lo frequenti per un paio d’anni e scopri ch’è un’altra persona da quel che credevi!
    Ma vale anche per te mia cara, io ti leggo e mi sembri molto simpatica e spiritosa, poi magari sei quella antipaticissima che mi sedeva accanto.
    Coraggio, mi piacerebbe mantenere l’incognito ma verrò sputtanato anche troppo presto mi sa. Comunque, spero tu sia l’ultima a saperlo.

    Sofia, “Nauty” mi chiami ? Bellissimo! Sei la prima che osa tanto, ora capisco cosa ci trova in te il figlio della notte, dài dei bei nomini.
    E Sergio non solo è bello come si dice ma c’ha pure una bella voce!
    E quindi non solo lo guardano ma anche lo ascoltano!
    Se poi seguono i suoi discorsi o no non te lo so dire, sai come siete fatte…
    Comunque digli al figlio ecc. ch’è fortunato tu stia lontana da qui se no fra me e Sergio, pazza o no, mi sa che ti confondevamo le idee.

    Intanto, potenza del corso, ho scritto il mio primo racconto!
    Fa schifo, ma è il mio primo racconto, un giorno verrà annoverato fra le opere giovanili (!!), da considerare con indulgenza.

    Ma basta parlare di sciocchezze, Prodi è caduto e il Berlusca ritorna, senza offesa per nessuno lo sapevo già che quest’anno buttava male..

  15. Avrà Nautilus il coraggio di dire ad un certo punto della lezione: “Scusate… vorrei comunicare una cosa… io sono Nautilus!” Qualcuno salterebbe dalla sedia, poi spiegherei agli altri il perché. Non tutti sanno di lui!

  16. No, no. C’ero anch’ io fra le curiose di conoscerti e di saper che fine avessi fatto Nautilus. Mi aveva intrigato il tuo modo di esprimerti giocando con Sofia. Sapere che venerdì scorso c’eri anche tu mi ha spiazzata. Conto comunque che domani, anche se non ti presenterai come Nautilus, tu venga almeno vestito da Nemo, “Capitano mio capitano”.

  17. Caro Nautilus, che piacere rincontrarti qua. E tu ci credi che io sto a 300 km? Vedi che mi piace stuzzicarti… solo Sergio può sapere chi sono… dalla mail. Carissimo non sai quanto sarei tentata di venire al vostro corso e riconoscerti tra tutte quelle persone che a quanto so son quasi tutte femmine. Ma anche se non sono così tanti chilometri sono parecchi…
    Ho detto dell’amore dei figli che è indissolubile e non ho scoperto il buo alla ‘onca, ci sono anche le madri che trascurano i bambini, che non ci giocano ma ci devono giocare, che li mollano alle altre mamme, che non vedono l’ora che i marmocchi si addormentino.
    Ci sono mamme che uccidono.
    Quella è una sensazione che ho provato io, Nauty, di amore eterno, manon è detto che sia sempre così. E di solito le mamme sono peggio dei padri per queste cose.
    Allora, questo Sergio è davvero bello come si dice nel blog? E le donne lo guardano o lo ascoltano?
    Non sai quanto sarei curiosa di venire venerdì. E sono sicura che ti riconoscerei… Ma come hai detto tu, io ti stuzzico, ma amo pazzamente il mio figlio della Notte, il mio alieno.
    Ti abbraccio, e saluto tutti. Sofia

  18. Mai disperare, Nautilus è tornato! Però io non vi ho diffidato dallo scrivere i due punti, semmai “consigliato” di non scrivere il punto e virgola. In quanto ai miei due in una stessa frase… orribili, è vero, la forma corretta ne vorrebbe solo una volta. Ma d’altra parte a volte in un blog si scrive veloce, si sta meno attenti alla forma e di più al contenuto. Starei fresco se mi mettessi a criticare la punteggiatura di ogni commento! In ogni caso grazie per essere venuto al corso e chissà che Sofia si trasferisca qui a Livorno e non inizi a lavorare con noi nel corso successivo? Mai dire mai. Un saluto a Sofia e Enrica per le loro belle parole di questi ultimi due commenti…

  19. SOFIA MACCHE’ SCOMPARSO !!
    Avevo ADSL e telefono guasti da una dozzina di giorni, una sciagura nazionale. “Così impari a prendere Tiscali!” Avranno pensato quelli della Telecom che c’hanno messo tutto sto tempo a ripararmi.
    Insomma cara la mia ero ostaggio delle guerre telefoniche, altro che sparito!
    Te piuttosto, un sacco di discorsi e poi stai a 300 Km, facile “stuzzicare” da lì, no?
    E il figlio della notte che fa? Ti permette di stuzzicare gli sconosciuti ? Sì eh, finchè sono a 300 Km…
    Insomma Sofia, facce capì: l’unico amore eterno e indissolubile sarebbe quello per i figli? sai che scoperta!
    A Livorno si dice:”Hai inventato ‘r bu’o alla ‘onca!”
    Ma, non te lo meriteresti, ma ho una sorpresa per te: frequento il corso di Sergio.
    Sì, te e lui tanto avete detto e fatto che mi sono incuriosito e sono andato. Poi dice la curiosità è femmina.
    Naturalmente non ho fatto come mi consigliavi, di alzarmi in piedi e dichiarare: Nautilus son mi!
    E come vedi ho fatto benissimo, l’unica a cui interessava la cosa (cioè te) non c’era neanche, il resto avrebbe esclamato in coro: ecchissenefrega!
    Così mantengo l’incognito e il riserbo e l’anonimato. Potrei anche essere una donna, pensa un po’.
    Vuoi sapere del corso? Sergio c’ha diffidato dall’usare i due punti, e poi l’ultimo post lo finisce con due due punti uno dentro l’altro: mai visto al mondo!
    In realtà apprezzo, a volte lo fo anch’io, purtroppo siamo stati entrambi preceduti da Baricco, lo scrittore più truffaldino del mondo. Che quindi sicuramente l’avrà copiato da qualcun altro.
    Poi c’ha dato un compitino a casa: cominciare un raccontino con un ideuzza di una decina di righe.
    Bravo! Come fosse facile avere le idee, se le avessi avute sarei qui…sarei attorniato dagli editori e dei produttori o direttamente a Stoccolma per il Nobel.
    Perchè Sergio ha ragione: noi gente comune DOBBIAMO avere delle idee, sennò di che scriviamo? In questi giorni ho letto “La tregua” di Primo Levi, grandissimo libro in cui non c’è una sola idea (intesa come parto di fantasia) ma solo la realtà vissuta da lui e descritta magistralmente. Da un Levi all’altro:”Cristo s’è fermato a Eboli” è immenso e vi si parla solo di cose vissute.
    Ma siamo di fronte a talenti naturali che comunque narrano storie di vita eccezionali: il ritorno dal campo di sterminio o l’esperienza del confino fascista.
    Ma noi che cavolo abbiamo da narrare che non sia stato già scritto mille volte? L’epopea dell’uomo qualunque è già stata analizzata da altri talenti straordinari, a noialtri non resta che inventare.
    E qui casca l’asino. Parlo per me.
    Insomma mia cara la vera desaparecida sei te, mica io come vedi! Te ti fingi interessata al corso e non puoi frequentarlo, te fai la donna stuzzicante e c’hai il figlio della notte !
    Ma sparisci sul serio, oh!!
    (Ao’,’a Sofi’, si scherza, tu me stuzzichi…)

  20. La prima notte che ho dormito con mio marito ho pensato che fosse per sempre. La prima notte che i miei due bambini hanno dormito nella loro culla vicino a me, ancora dolorante per il parto, ho avuto la CERTEZZA che quello era amore eterno. Indissolubile.
    Un bacio a tutti, Sofia, che sta vivendo un grande grande amore comunque. Con un uomo stupendo che forse è un alieno, un figlio della Notte. Perchè è raro trovarne uno così.

  21. Io non ho voluto figli e qui la mia voce rischia di stonare.
    Però figlia sono stata di un padre che si è fatto mio complice e censore e che ho perso prematuramente. No, neanche questo è vero, perchè avevo già trentasei anni. Nonostante ciò quando è mancato ho avvertito prepotente la voglia di andare avanti, assieme all’inesorabile certezza che una delle mie radici esistenziali fosse seccata.
    Sono dell’opinione che quando si parla di famiglia ci sono due aspetti fondamentali da prendere in considerazione.
    Uno è la famiglia di origine, dove nasci, cresci,nonni, fratelli – le radici culturali ed affettive profonde che puoi rinnegare, contestare e rifiutare. Il loro germe, lontano nella memoria, ti accompagnerà per tutta la vita.
    L’altra, la famiglia che vai a fare con qualcun altro che ti appare adatto a condividere sogni ed impegni. Ti passano il testimone insomma, e son cavoli tuoi, specie se arrivano figli. I nonni,possono essere coadiutori, intermediari, supplenti.
    Quel che hai creato è tuo, e tua è la responsabilità.
    Ognuno può vivere la sua vita come crede e l’aspirazione alla felicità è un diritto.
    Quindi ben vengano le decisioni anche dolorose che tale scopo si prefiggono. Basta che sia raggiunto.Ma non sempre è così.
    Minuscoli frantumi restano sempre dietro ogni rottura: qualche rancore inevitabile, non fosse altro perché si è infranto un sogno o un progetto di vita.
    So che mi manca mio padre, perchè non ha mai detto casa mia. Dove era lui era la mia casa.
    Mi manca mio padre che aspettava sveglio fino alle tre di notte per sentire il rumore della
    macchina di chi mi accompagnava a casa. Giravo la chiave e tutto era spento. Solo una cicca fumava ancora nel posacenere.
    Mi manca mio padre, che finché ha potuto mi ha comprato le mutande bianche di cannettè da suora e ha levato dal filo dei panni stesi il primo tanga perchè era un’indecenza.
    Ti auguro che tua figlia, arrivi alle stesse complicità ed allo stesso affètto.

  22. Sapete ragazzi e ragazze… più vado avanti con questo blog più mi rendo conto di quanto bisogno estremo di comunicare ci sia fra noi esseri umani. Nonostante i miei 57 anni non sono il tipo che si tira indietro davanti alla tecnologia, al progresso e a tutto ciò che si chiama modernità, e il blog mi ha fatto scoprire un altro mondo nuovo. Leggo i commenti – e questo post sui figli abbraccia decisamente molti di noi – e rimango piacevolmente sorpreso dall’interesse che certi argomenti possono suscitare. Ah… l’avessi scoperto prima! Ma evidentemente c’è il tempo giusto per tutto. Vedi Axios… non è che le cose fra me e mia figlia non siano serene quando ci si vede, c’è una sorta di freddezza calcolata, voluta da parte sua, perché in qualche modo non sono stato così presente “come avrei voluto”. E se non lo sono stato è perché alcune cose non sono andate come avrei voluto. Il mio lavoro è difficile, duro, incostante, e dire che bisogna andare in giro con il coltello tra i denti è un eufemisnmo; ci sono produttori che sono costretti a prendere sceneggiatori raccomandati, scrittori che pubblicano con la Mondadori perché qualcuno gli ha dato un calcio nel culo per arrivarci, agenti cinematografici che promettono e non sanno fare bene il loro lavoro, insomma… un mondo che se non hai forza e costanza ti distrugge. Quando un giorno mia figlia capirà che artisti si nasce – nel senso che è come nascere biondi o castani e non ci puoi fare niente – allora apprezzerà i miei sacrifici, la mia esigenza di dover “creare”, anche a costo di non essere così consono alla vita “normale”. E’ vero, non mi sento adatto a questo tipo di mondo, alla routine, ad avere una paga fissa mensile, al pensiero della pensione, alla regolarità delle cose. Vorrei avere successo solo per una ragione: così che i miei figli possano prendere un esempio: mai arrendersi.

  23. Credo che dopo aver letto questo tuo bellissimo discorso, a tua figlia non possa altro che scappare una forse mille lacrime! E’ veramente bello! Posso solo farti un imbocca al lupo e sperare che le cose tornino un pò più serene tra voi! A presto

  24. Questo problema è molto sentito. Leggo commenti di genitori e figli, ed ognuno di loro prospetta i problemi di situazioni diverse.
    Tra chi ti scrive c’è una persona a cui voglio molto bene, e che con il suoi commenti conferma che è lo stesso è riposto, e che quanto bisogno di affetto ci sia tra genitori e figli, anche se questi ultimi sono separati. Anche nel mio caso, seppure l’ambiente è rasserenato dopo la separazione, c’è la consapevolezza che il vaso è rotto e che riattaccare i pezzi porterebbe solo ad un vaso rabberciato e non al vaso nuovo, ma malgrado ciò l’amore verso mio figlio, e viceversa non ne risente particolarmente. Dagli altri commenti deduco che comunque c’è sempre richiesta di dialogo tra genitori separati e i loro figli, e questo conferma il mio peniero che anche nel tuo caso il colloquio, seppur difficile quando tra i due ex cognugi c’è astio, è l’unica medicina.
    Con affetto
    Paolo

  25. I confilitti tra genitori e figli sono normali, se non sono estremi. E molto costruttivi. La famiglia è la prima visione che abbiamo del mondo esterno e che ci fa crescere.
    Dico nonostante tutto perchè, io personalmente ho fatto molto male ai miei genitori in molti modi. Non è rassegnazione. E’ consapevolezza del fatto che i genitori possono anche essere separati, lontani…ma l’amore dei genitori e dei figli scavalca ogni errore ed ogni ostacolo.
    A parte pochi casi fortunati è l’unico amore che non finisce.

  26. Nonostante tutto, dici. Sembrano parole di rassegnazione, e io invece le prendo per parole vere, che danno l’idea di un amore che non può finire mai: quello tra figli e genitori. E’ ovvio che esistono anche situazioni dolorose, molto dolorose, che si allontanano dalla normalità; genitori che uccidono i figli e viceversa, genitori che spingono i figli a prostituirsi a rubare a uccidere. Ma qui siamo in un’altra realtà. Quella che in genere viviamo noi – persone “normali” quindi – è la realtà di tutti i giorni, dove ormai mantenere salda una famiglia o una coppia è diventata un’impresa ardua. Dico solo una cosa: che se mia figlia, e mio figlio, perché ho anche un figlio maschio che vive negli Stati Uniti, sapessero quanto è profondo il bene che sento per loro, non esisterebbero conflitti. O forse sbaglio a dire così, perché una vita senza conflitti sarebbe una noia. In ogni caso so benissimo che anche loro mi vogliono bene, eh!

  27. In quanto figlia di genitori separati, devo ammettere… Avercela con loro per me è normale. Ed anche io sono una di quelle che si perdeva nell’autolesionismo per esternare il dolore. La mia famiglia non è mai stata molto legata e per i figli alle volte è inevitabile sentirsi in colpa per la rottura dei genitori. Anche se di colpe, non ce ne sono da nessuna parte. Con mio padre non ho nessun tipo di dialogo, e con mia madre esistono solo le discussioni. Ed anche qui non c’è colpa. Solo tanto dolore.
    Ma siamo tutti diversi e la cosa davvero importante per i figli ( o almeno per me )è sapere che le due persone che ti hanno messo al mondo ti vogliono bene nonostante tutto.
    Anche se sono lontane.
    Buona fortuna a te e tua figlia.

  28. per carità non posso e non voglio giudicare le scelte che portano determinate famiglie a srotolarsi e allontanarsi

    non è assolutamente ciò che volevo intendere
    e non intendo attribuire colpe, perchè in due si costruisce e in due si distrugge
    c’è una frase che mi ha sempre colpito perchè tremendamente vera
    “le chiedevo il conto e mai si deve tra chi sta in amore. non esiste il tradito,il traditore, il giusto e l’empio. esiste l’amore finchè dura e la città finchè non crolla. poi esistono i bagagli e si ritorna profughi..” (Erri De Luca)

    so che non è facile, da entrambi i lati.

  29. Neanch’io cara A. ho scelto di essere qui, ma chi ha avuto o ha la fortuna di esserci deve ringraziare se stesso per aver scelto di calarsi nelle difficoltà di questo mondo. Sono d’accordo con te quando dici: siate genitori, nient’altro. E’ vero, spesso i genitori vogliono essere amici, fratelli e confidenti; niente di più sbagliato. Ma la cosa difficile è quando la famiglia si disgrega (ed è meglio per ora non andare a vedere i perché e quali colpe attribuire all’uno o all’altra), e allora i figli perdono i punti di riferimento, anche se sia il padre sia la madre sono vicini. Nel mio caso per esempio non posso negare che la madre di mia figlia le sia stata più vicina, anche economicamente; ma in primis c’è il fatto che i figli vengono affidati alle madri, quasi sempre. Mi chiedo che cosa sarebbe successo se avessi avuto mia figlia in affidamento. Cosa poi non abbia funzionato nelle famiglie, nei rapporti tra genitori e figli… be’… è davvero difficile spiegarlo qui in poche parole, anche perché ognuno ha la sua personalissima storia da raccontare.

  30. (parere mio di figlia)

    mi son sempre detta

    mai come loro. mai quegli errori. mai quella loro situazione.
    perchè visto da qui, visto da giovane
    i mai e i “non sarò così” escono fuori semplici e arroganti
    e ti senti addosso il permesso di giudicare, di infierire anche, di usare a tuo favore quel loro non-amarsi, non-esserci ..

    e non dico che crescendo un po’ cambi idea, perchè viene lo stesso fuori prepotente una domanda
    perchè e cosa non è funzionato? perchè io in mezzo a questo mare a galleggiare qua e là?

    mi son sempre chiesta quanto di egoismo e quanto di amore ci fosse in determinate scelte, in determinate case e famiglie all’apparenza serene.

    parlando da figlia, noi che non l’abbiamo scelto di essere qui-ora con voi, parlando da figlia, noi che si convive forzatamente con voi, parlando da figlia, noi che molto volte figli non siamo
    vi chiedo
    cari genitori
    di essere solo, dico solo, genitori. senza pensare al tempo, alla moglie che ora è “ex”, all’amica che sarà poi “nuova mamma”(oddio), ai mezzi sì, alle promesse mai mantenute.

    siate genitori. è ciò di cui abbiamo bisogno.

    🙂

  31. è vero, anche io ho avuto la fortuna di andarmene prima che i rapporti fossero deteriorati, e l’11 scorso, ero con la mia ex moglie al compleanno di mio figlio.

    auguri a te, a Barbara ed anche a me!!

  32. Sono aperto, Gianpaolo, chi mi conosce sa che mi piace comunicare; ma i figli a volte si rifiutano, e nel caso mio – che qui sarebbe troppo lungo da spiegare – non posso certo non prendermi le mie colpe, nel senso che facendo spola fra Livorno e Roma, spesso non le sono così vicino. Ma capirà che non l’ho fatto certo apposta di dedicare un po’ più del mio tempo professionale qui a Livorno. Senza considerare che, pagando un affitto a Roma, andare avanti e indietro, costa un bel po’. In quanto a te, Barbara, puoi davvero ritenerti fortunata; io non ho certo questo rapporto così amichevole con la mia ex moglie. E’ vero, sono passati tanti anni – sono separato dal ’95, ma fra me e lei non potrà mai esserci un rapporto come ce l’hai tu con il tuo ex.

  33. mia figlia compie 18 anni tra pochissimi giorni ed io e suo padre saremo alla sua festa anche se da separati….io credo che ai figli basta sapere che ci siamo sempre per loro o forse sono solo una mamma fortunata…un abbraccio sergio e un saluto a giampaolo

  34. Io credo che i bambini siano delle spugne, che assorbono tutto quello che la realtà gli propina. Uno dei compiti prima dei genitori, in seconda battuta degli insegnanti, è quello di insegnare ad analizzare e processare il flusso di informazioni ai loro figli/studenti.
    Noi genitori, possiamo fare creare danni incalcolabili, quando cerchiamo di imporre il nostro credo ai figli, senza creare con loro un dialogo, senza rapportarci con loro.

    Da quello che leggo sul tuo blog mi sembri una persona dalla mente aperta ed incline al confronto; sono certo tu abbia impostato un costruttivo dialogo con tua figlia, che potrà solo partarla a capire ed accettare quello che è accaduto nella tua famiglia.

    Ad majora
    Gianpaolo

  35. Non lo so Gianpaolo che conclusioni trarrà. Anch’io sono dell’opinione che le fasi dell’uomo (inteso come essere umano) siano lente e molte nell’arco di una vita. Da 0 a 5 anni i bambini si affidano totalmente nelle nostre mani; dai 6 ai 10 sono ancora attaccati a noi, capiscono molto di più ma non avrebbero mai la forza per contrastare le nostre decisioni; dagli 11 ai 16 c’è la fase pericolosa, quella dove ogni torto subito non lo dimenticheranno mai; dai 17 ai 20 te la fanno pagare. Te la fanno pagare in vari modi: chi si perde con amicizie sbagliate, chi si droga, chi scippa per noia, chi reagisce con il silenzio. Contro ilo silenzio non puoi combattere, non hai chance di comunicare, mentre per le altre cose sai cosa fare, o meglio, sai cosa potresti fare. Lottare contro l’introversione è doloroso, i sensi di colpa ti assillano. Sui 30 anni poi iniziano a capire. Ma chissà, forse allora sarò già troppo rincoglionito per controbattere.

  36. Mio figlio questo passo l’ha subito tre mesi fa. Lui l’11 scorso ha compiuto i 18 anni, quindi una situazione simile ma diversa. Quando ho parlato con lui di questa decisione, la sua risposta è stata:
    piuttosto che vedervi litigare, è meglio così!

    Ed oggi, che vede il rapporto tea me e la mia ex moglie più sereno, è più sereno anche lui.

    Mi auguro che anche tua figlia possa, ora, o più facilmente quando sarà più grande, trarre le stesse conclusioni-

    Gianpaolo