Concerto Jazz

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Domenica 10 gennaio, alle ore 21,30, The Cavern ospiterà il “Jazzin’ in Blue Jeans Quartet” per un concerto jazz. Il mio gruppo è formato da Anna Rubini, vocalist; Max Fantolini, piano; Stefano Del Bono, contrabbasso; Sergio Consani, batteria. The Cavern è un locale aperto da pochi giorni, in Via delle Sorgenti 215, a Livorno. I ragazzi che lo gestiscono amano la musica dal vivo, e ogni giorno c’è sempre qualcosa di nuovo da scoprire: jam sessions, concerti rock e jazz. Finalmente un locale nuovo all’insegna della buona musica. Dal vivo, ovvio. Vi aspetto.

Corso di Scrittura Creativa

Martedì 5 gennaio 2010, alle ore 21, ci sarà una riunione aperta a tutti coloro che sono interessati ad iscriversi al nuovo corso di Scrittura Creativa tenuto da Sergio Consani, scrittore e sceneggiatore. La riunione è alla Baracchina Rossa, in Viale Italia 106, Livorno. Parleremo del programma che avrà la durata di quattro mesi, con lezioni settimanali di due ore ciascuna. Ogni martedì sera, dalle 21 alle 23, saremo nel locale al primo piano della Baracchina Rossa. Per info: sergioconsani@alice.it Cell. 338/2170128 oppure chiedere informazioni a Luca Bernini se vi trovate a passare dalla Baracchina.scrittura-lettera_~szo0432.jpg

IL NODO n. 2

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Il 24 dicembre esce il secondo numero de IL NODO, la fotostoria a colori girata a Livorno, dal titolo “Sesto senso”. In tutte le edicole della città.
Gli attori sono della Scuola Teatrale Vertigo di Marco Conte, mia la sceneggiatura, fotografia di Roberto Onorati, grafica di Sandra Milella, Edizioni Il Quadrifoglio di Carlo Quercioli. Gli attori: Silvia Signori, Emilio Raspollini, Riccardo Ricci, Cristina Di Salvador, Alessandro Brondi, Piergino Soriani. Il gatto, che ha rubato la copertina, si chiama Amelia. Per ordinare i numeri precedenti o inserire la pubblicità sui prossimi numeri scrivere a ediquad@tin.it

L’albero di Natale

Quando ero bambino era il presepe a rappresentare maggiormente il Natale, e l’albero non era ancora quel simbolo che oggi troviamo in tutte le nostre case. Ma quest’anno, per la prima volta in vita mia, la mia casa non ha l’albero di Natale. Tutte quelle palline colorate, le luci, la neve e i nastri di mille colori sono una delizia per i bambini, così come i regali che troveranno sotto l’albero. Per loro è un gioco aiutare i genitori a sistemare le decorazioni, e poi una bella attesa prima di scartare i regali. L’albero di Natale è per i bambini. L’albero di Natale è per le famiglie che ancora sono unite. L’albero di Natale è gioia e serenità. L’albero di Natale non è per me. I miei figli sono lontani, i miei genitori non ci sono più. Non voglio e non faccio regali quest’anno. Vorrei solo un regalo, ma non dipende da me, e spero non rimanga solo un sogno. Un unico regalo mi farebbe felice, come un pezzo di pane farebbe felice un bambino affamato dell’Africa nera, o come una brocca d’acqua fresca renderebbe ebbro di gioia un altro bambino che vive ai margini del deserto. Le luci dell’albero di Natale mi rattristano. Ricordo le facce dei miei figli quando erano piccoli, sorridenti davanti all’albero illuminato. Ora sono grandi, lontani. Ed è a loro che auguro un bel Natale, a loro lascio tutto il mio amore di padre, come se fosse il più bel regalo del mondo.

Destino

Il cane schizzò fuori dal lato della strada. Rocco lo vide e schiacciò il pedale del freno con tutta la forza che aveva. Vide il cane fermarsi, terrorizzato, proprio davanti al muso della macchina per poi sparire alla sua vista. Poi un tonfo sordo e forte. Rimase stordito per alcuni secondi, senza rendersi subito conto che quel rumore non poteva averlo provocato il cane urtando la parte anteriore della sua Pegeout. Si massaggiò il collo con la mano destra, poi realizzò che la sua frenata brusca non aveva dato il tempo a chi lo seguiva di fermarsi. Qualcuno lo aveva tamponato. Slacciò la cintura di sicurezza e prima di aprire la portiera lanciò uno sguardo davanti, ma oltre il cofano vedeva solo la strada bagnata e nessuna traccia del cane; poi si voltò per vedere, attraverso il lunotto posteriore, chi lo avesse tamponato. Un’auto, chiara, non troppo grande, di cui non si distingueva il colore né chi vi fosse all’interno era appiccicata come un francobollo alla parte posteriore della sua Pegeout.

Aprì la portiera continuando a massaggiarsi il collo che gli doleva, scese, e una ventata fredda lo scosse, facendolo tornare lucido all’improvviso. Vide che all’interno dell’utilitaria c’era una donna, che però non si decideva a scendere. Pensò che si fosse fatta male, o che fosse svenuta. Voleva vedere che fine avesse fatto il cane, ma decise che in quel momento era più giusto sincerarsi delle condizioni della donna. Fece due passi verso la piccola auto che ora vedeva bene, una Ford che le luci fioche della strada ne alteravano il colore. Sembrava fucsia, no, forse rosa, o celeste chiaro. Notò che la donna stava armeggiando per slacciare la cintura di sicurezza, si avvicinò fino a portarsi all’altezza del finestrino laterale dalla parte della guida. Era una ragazza, o meglio, una giovane donna, sui trent’anni, o forse più, con i capelli biondi corti e un po’ spettinati. Indossava abiti scuri e di lei vedeva solo il profilo: un naso regolare e le labbra carnose. Rocco battè leggermente con le nocche sul finestrino, un paio di volte, come a farle notare che lui era lì e che tutto andava bene. La ragazza si voltò verso di lui e, sebbene la luce fosse scarsa, la luminosità di quegli occhi avrebbe potuto sfidare le tenebre più profonde. Non riusciva a distinguerne il colore, ma poco importava se fossero verdi, o blu o castani: era quel luccichio intenso che passava il muro di tutti i colori dell’arcobaleno che gli aveva afferrato l’anima. E non c’era più via di ritorno.

IL NODO

Scusatemi per l’assenza prolungata, ma ne avevo bisogno. In ogni caso eccomi di nuovo qui, con una novità. La mia mente ha partorito un’altra delle mie bislacche idee, e questa volta è nato un giornalino, o meglio, un fotofumetto dal titolo IL NODO. Dico fotofumetto perché l’interno assomiglia sì a un fotoromanzo, ma l’impostazione grafica, i balloon, i rumori onomatopeici lo fanno assomigliare anche a un fumetto. Con me collabora Marco Conte, presidente del Teatro Vertigo di Livorno, attore e grande amico. Abbiamo preso gli attori della Scuola Vertigo e gli abbiamo fatto “girare” una storia. Io scrivo IL NODO Copertina.jpgle sceneggiature delle storie, il fotografo è Roberto Onorati, la grafica è Sandra Milella, e Carlo Quercioli l’editore. Il fotofumetto è un mensile, costa due euro e per adesso si può trovare in tutte le edicole di Livorno. Naturalmente si può anche ordinare via email all’editore a ediquad@tin.it e noi speriamo che presto potremo distribuirlo anche in provincia e perché no, in tutta la regione. E poi chissà. Intanto vi presento la copertina.

Il tempo

Una cornice a giorno, grande, di quelle semplici, racchiude in sé tante foto scattate nel tempo. Una foto in bianco e nero, vecchia di cinquant’anni, i miei nonni, che non ci sono più. Mia madre ed io che camminiamo sull’erba di Piazza dei Miracoli: dietro l’obiettivo mio padre. Ero piccolo, avevo sei anni. Foto a braccetto, una accanto all’altra, che seguono la vita, il trascorrere del tempo. Non ci sono più neanche mio padre e mia madre. Mia sorella, a Carnevale, vestita da fatina, sorride, con i suoi sedici anni, dall’alto di un carro che sfila lungo le strade del rione. La foto di un mio amico, di quando eravamo sulla nave da crociera e suonavamo insieme lungo gli oceani e le isole che da tempo non sono più incontaminate. Mio figlio, in braccio a Babbo Natale. Mia figlia, con il bavaglino sporco di pappa. La mia prima fidanzatina, i miei capelli lunghi negli anni sessanta, il sorriso di mio padre, il tempo che vola, allunghi le mani e non trovi che foto ingiallite dagli anni che passano lenti, lenti, inesorabili. Cercavo non so neanch’io che cosa, e adesso mi chiedo cosa stessi cercando. Forse niente, ed è per questo che il tempo è volato e osservo quei sorrisi che non torneranno mai più.

Notte dopo notte…

Il buio della notte non incanta nessuno. Ombre più nere del buio si rincorrono sulle pareti della stanza, lasciano strascichi fumosi intrisi di dolore. Il dolore è nero, è fumoso, è vivo. Il rumore della auto che passano sono ruggiti nella foresta, come di animali notturni in cerca di cibo tra il districarsi della vegetazione fitta come sabbie mobili, metafora della vita senza più giovinezza e ad un passo dal nulla o dal tutto. La pioggia che batte sui vetri, insistente e malinconica, accompagna le ombre con la sua musica monotona, disarmonica, scoraggiante. Pensieri neri come le ombre che continuano a danzare imperterrite s’intrecciano nella mente senza via d’uscita, senza lasciare spazio alla speranza. Solo l’alba cancella le paure, la luce regala un soffio di vita e ti indica una via da percorrere. Ma stanotte ci sarà un’altra notte…

Una serie infinita di perché

images.jpgPerché sono proprio nel messinese i due comuni con la maglia nera, Ucria e Alì, per quanto riguarda la prevenzione delle frane e delle alluvioni e invece è Santa Croce sull’Arno in Toscana il comune che ha un dieci in pagella?

Perché si da spazio agli abusivismi, ai condoni e alle sanatorie?

Perché i politici, tutti o quasi tutti, sono collusi con la mafia, la ‘ndrangheta e la camorra?

Perché qualche idiota dice che Roberto Saviano è “un omm ‘e merda”?

Perché Berlusconi è ancora così amato dal cinquanta per cento degli italiani?

Perché hanno fatto il lodo Alfano?

Perché il direttore del Tg1, Minzolini, è così sfacciatamente berlusconiano e dice che la manifestazione per la libertà di stampa è una vergogna?

Perché Emilio Fede è così spudoratamente leccaculo?

Perché Tremonti e Berlusconi dicono che la crisi è finita e invece le famiglie non arrivano alla fine del mese, non c’è lavoro e si continua a licenziare?

Perché si sono inventati lo scudo fiscale?

Perché un Presidente del Consiglio deve possedere televisioni e editoria, influenzando così la popolazione?

Perché oggi moltissime ragazze vogliono fare le veline e i ragazzi i tronisti?

Perché esiste Maria De Filippi?

Perché Maurizio Costanzo ha fatto esistere Maria De Filippi?

Perché è nato Sky?

Perché dovrei pagare per vedere una partita di calcio?

Perché Beppe Bergomi, con la sua voce da prete, deve commentare le partite dell’Inter mettendo sempre nell’ombra le squadre che giocano contro?

Perché dovrei pagare il canone Rai quando ormai la pubblicità è pari a quella delle altre reti private?

Perché, pagando il canone, devono farmi vedere L’isola dei famosi?

Perché Gianfranco Fini sta diventando un compagno?

Perché mi piace Fini e sono di sinistra? Perché sta diventando un compagno?

Perché i vigili continuano a farmi multe per divieto di sosta anche se ho mezza ruota sulle strisce pedonali e poi non fermano mai quei cazzi di motorini smarmittati che mi passano sotto la finestra continuamente?

Perché i vigili vanno sempre in coppia, a volte anche in tre, e se passa qualcuno senza casco fanno finta di niente?

Perché i vigili mi hanno fatto una multa perché non avevo l’assicurazione alla macchina ma che era ferma in una strada poco trafficata?

Perché avrei dovuto mettere la macchina senza assicurazione in un garage e essere costretto a pagare una cifra salata per tenerla lì se non avevo i soldi per l’assicurazione?

Perché devo ancora sopportare le scritte sui muri della mia città?

Perché non mettono più telecamere nelle strade?

Perché oggi ci sono più divorzi che matrimoni?

Perché l’amore è così fragile?

Perché si preferisce la sicurezza all’amore vero?

Perché mettere al mondo figli?

Perché mia figlia si ostina ancora a non telefonarmi?

Perché Dio non ci ha fatto un po’ meglio?

Laboratorio di sceneggiatura a Roma

STS di Claretta Carotenuto

Via Alfredo Casella, 22

Roma

 

 

 

NEL CUORE DELLA SCENEGGIATURA CINEMATOGRAFICA

 

 

MASTERCLASS PER ATTORI PROFESSIONISTI

 

Condotto da Sergio Consani, scrittore e sceneggiatore

 

 

 

Il laboratorio è rivolto a tutti gli attori professionisti che desiderano capire la struttura e i vari percorsi che si seguono durante la stesura di una sceneggiatura.

“Saper leggere” un copione e comprendere le difficoltà della scrittura è necessario per entrare nello spirito dei personaggi, afferrarne le basi caratteriali per poi interpretarlo al meglio.

Conoscere le difficoltà, gli ostacoli, gli elementi di disturbo, il modo in cui nasce un soggetto, il canovaccio, il dialogo sono i tasselli indispensabili per capire a fondo il lavoro dello sceneggiatore.

 

 

Il laboratorio si terrà sabato 7 novembre, dalle ore 15 alle 20, e domenica 8 novembre, dalle 15 alle 20.

 

ATTESTATO DI PARTECIPAZIONE AL MASTER

 

Sono aperte le iscrizioni

 

Per info e prenotazioni: assinternazionale@libero.it

Tel. 06 86203554