Sergio Consani

La notte dei serpenti

La notte, i serpenti del passato, viscidi e sfrontati, s’insinuano tra le coperte come se il letto fosse il loro covo. Ho provato a cacciarli, a stritolarli, a togliergli il veleno, ad annodarli, a gettarli dalla finestra. Inutile. Si sono affezionati a me, come cuccioli indifesi in cerca di calore e di comprensione. I ricordi, i cattivi ricordi sono gocce al curaro, dannose per l’anima che non ha mai l’antidoto giusto. I bei ricordi potrebbero essere l’antidoto, ma sono topolini troppo appetitosi per quei serpenti sempre affamati. I piatti della bilancia non hanno lo stesso peso: il bello vince sul brutto, il bene è più forte del male, l’onestà sovrasta la scorrettezza. Eppure non c’è di che vantarsene. Un uomo giusto che compie all’improvviso qualcosa di sbagliato viene additato e messo alla gogna; un uomo immorale e corrotto, che per un attimo si redime, è un eroe. Già… il figliol prodigo insegna. Il cuore batte all’impazzata al pensiero di una bimba, sangue del mio sangue, donna futura, madre futura, nonna futura. Il suo sangue scorre nelle mie vene come lava incandescente, i ricordi s’intrecciano, tra lacrime e sorrisi, tra canzoni urlate su un vecchio scooter e i suoi occhi che sprizzano orgoglio. Orgoglio che ferisce, orgoglio che non paga, che non paga mai, neanche dopo la morte. I ricordi abbagliano la mente, il denaro devasta gli animi nobili, l’anarchia insegna ad essere liberi, l’ignoranza demolisce ogni cosa, l’orgoglio ti fa pentire di non essere sensibile. Può essere tardi. Ricordalo, può essere tardi, anche tra un minuto. È il presente che cancella l’ignoranza, la superbia e l’illusione di essere sempre dalla parte della ragione.

La notte dei serpentiultima modifica: 2010-06-25T12:38:56+02:00da
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