Sergio Consani

Per mio padre

9 marzo 1987. Mio padre è morto durante un’operazione chirurgica, e io ero su quel treno che da Roma mi portava a Firenze, all’ospedale di Scandicci. Sapevo che era già in sala operatoria, ma durante le prime due ore del viaggio ero tranquillo, sentivo che tutto sarebbe andato bene. Il rumore del treno, come sempre, cullava i miei pensieri, mi faceva tornare bambino, come sempre, rassicurava la mia mente, come sempre. Ma con il passare dei minuti, il rumore che fino a quel momento sembrava darmi la spinta verso un sano ottimismo, iniziò a farsi cupo e minaccioso. Eppure quella mattina c’era il sole, si sentiva già la primavera, la vita che iniziava nuovamente un altro ciclo eterno. No, non c’era più l’ottimismo che mi accarezza sempre in ogni situazione; al suo posto era subentrato con la forza il senso del disagio. E non era impossibile da decifrare. Qualcosa non andava per il verso giusto, ne ero sicuro ormai. Quando arrivai all’ospedale mio padre era morto da pochissimi minuti, dieci, cinque, forse due. Mia madre e mia sorella erano già lì, da più di tre ore, l’avevano salutato, avevano raccolto il suo ultimo sorriso, un sorriso ottimista, come il mio. Io invece non avevo potuto abbracciarlo, non avevo potuto dirgli che gli volevo bene. E quante cose avrei voluto confessargli e chiedergli prima che morisse. E invece tutto è rimasto strozzato nella mia gola, solo perché si pensa che un padre e una madre siano immortali, che non ci abbandoneranno mai, che non moriranno mai. E invece muiono anche loro. Ho pianto, per ore, senza sosta. E oggi, a distanza di così tanti anni, penso a lui come la persona più buona che abbia mai conosciuto, nonostante il suo carattere a volte un po’ burbero, la sua sana severità. Lo so che mi voleva bene, ma anche lui sapeva che anch’io gliene volevo, molto. Però volevo parlargli di più, chiedergli di più della sua vita, andare nel profondo della sua anima. Non ce l’ho fatta, non ne ho avuto il tempo. Con mia madre invece è stato diverso: memore dell’esperienza vissuta, mia madre l’ho vista morire, le ho raccontato tutto di me e lei di se stessa. L’ho baciata e abbracciata prima che morisse.

Per mio padreultima modifica: 2009-03-09T09:05:00+01:00da
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