Sergio Consani

Recensione a una bella serata


Musica jazz. Non facile da ascoltare, ci vuole un orecchio un po’ particolare e abituato a certe sonorità che non sono troppo vicine al genere cosiddetto “leggero”. Tre strumenti: pianoforte, batteria e contrabbasso: nessun effetto elettronico, nessun marchingegno che mascheri le armonie di ciò che ascolti. Tutto allo stato puro, semplice, senza fronzoli. E poi la voce, che non si fa aiutare dagli effetti. Un esame continuo quello di suonare jazz. Non hai scuse né aiuti, ma solo il cuore che ti spinge, la passione, e la bravura. Essere bravi vuol dire anche avere tecnica, sì, ma se non “senti” quello che suoni o canti, la tecnica diventa inutile, è solo un’accozzaglia di virtuosismi che stanca e non ti da emozioni. Chi canta deve saper trasmettere le emozioni, così come il pianista con le sue improvvisazioni, il bassista con il suo swing che scivola sulle corde del contrabbasso, il batterista creando ritmi che non sovrastino gli altri. Ieri sera è stata una serata dove il pubblico sembra aver apprezzato la passione dei “Jazzin’ in Blue Jeans Quartet”, al Modì La Nuit. E questo incontro con il jazz diventerà un appuntamento che si ripeterà ogni mese. Ma dobbiamo “educare” la gente a venire ad ascoltare questo genere di musica che sembra allontanare solo perché si chiama Jazz, che ad alcuni sembra una parola che proviene da una musica stantia, non moderna, difficile da ascoltare. Non è così, e non lo dico perché io sono uno dei quattro componenti del gruppo, ma perché il jazz è nato tanti anni fa e rimarrà immortale, come la musica classica. E chi dice… “il jazz? a me non piace!”vuol dire che se l’ho ha ascoltato qualche volta non l’ha davvero ascoltato, ma solo sentito, magari di sfuggita. Invito tutti coloro che sono un po’ prevenuti e che non sono abituati a questo genere, a venire a sentire un po’ di jazz, almeno una volta. Vi garantisco che vi innamorerete. Un ringraziamento lo devo a Valerio D’Alelio, colui che gestisce (e che suona ogni sera al Modì) il locale, che ha capito che il Modì La Nuit, per quanto è carino e ben tenuto, può diventare anche un luogo di incontro per ascoltare del buon jazz. E grazie ai miei compagni, Anna Rubini, Max Fantolini e Stefano Del Bono.

Recensione a una bella serataultima modifica: 2009-02-01T12:19:00+01:00da
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