Sergio Consani

Noi, gente di Livorno

E così anche Livorno, città che verso la metà dell’Ottocento era meta di artisti, di bella gente, di cittadini accoglienti, di palazzi architettonicamente bellissimi, sta diventando una città sporca, incivile, maleducata, inospitale come tante altre. Le bombolette spray hanno lasciato il loro segno su ogni muro, sulle saracinesche, sulle colonne, i gradini e perfino per terra. Motorini smarmittati, gente che passa la notte sotto le finestre e parla e urla come se fossero le quattro del pomeriggio. I livornesi si sono sempre sentiti un po’ fuori dal coro, ultimo baluardo del comunismo in virtù del fatto che il partito è nato proprio qui nel 1921. Noi abbiamo il mare, e in Toscana siamo gli unici “ganzi” ad avercelo. I fiorentini, i lucchesi, i pistoiesi, tutti vengono da noi. Anche i pisani. Siamo forti noi livornesi. Abbiamo il mare. Poi però c’è qualcuno che brucia decine di cassonetti, o qualcun altro che riga le auto in sosta. E poi c’è quel gruppo di ragazzi che sul muro ha appena scritto: fjhj hjoof rcdsf. Cosa vuol dire? Mah! C’è una scritta illeggibile, un segno, un marchio, come la pisciata di un cane per marcare il territorio. Ma i vigili dove sono? E la Polizia Municipale che fa? E il sindaco dov’è? Siamo forti noi livornesi. Siamo ironici, sarcastici, dispettosi, burloni come quei due che falsificarono le teste di Modigliani. Ma intanto l’arte sparisce, i cinema chiudono, la mostra di quadri alla Rotonda è diventata una vetrina per pochi professionisti e molti ciarlatani. Siamo forti noi livornesi. Anarchici fino all’osso. Ma per essere anarchici bisogna essere intelligenti, e soprattutto non rompere le palle al prossimo. C’è per favore qualche livornese che vuol dire la sua?

Noi, gente di Livornoultima modifica: 2008-09-29T19:35:00+02:00da
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