Sergio Consani

Per mia figlia…

A marzo compirai 19 anni. Se penso al giorno in cui ti dissi che tua madre ed io ci saremmo separati mi viene ancora il nodo alla gola. Avevi sette anni, quel pomeriggio eravamo in piscina, alle porte di Roma, io abitavo già in un’altra casa e ti trovammo, io e tua madre, la scusa che dovevo stare lì provvisoriamente per ragioni di lavoro. Ma poi la cosa non poteva andare per le lunghe, sarebbe stata una presa di giro, prima o poi la verità ti andava detta. Così, quando ti dissi che papà non sarebbe più tornato a casa, mi abbracciasti – io ero seduto su una sedia a sdraio e tu eri in piedi di fronte a me -, piangesti senza dire una parola per qualche minuto e poi mi prendesti la mano dicendomi: “Dai… andiamo a fare un bagno…”. Da quel giorno però hai condiviso anche tu la mia casa, i week-end alternati, le feste alternate, gli affetti alternati. Poi, da un po’, ho sentito l’esigenza di dividere la mia vita fra Roma e Livorno, e non solo per quello: nel mio lavoro ci sono molte difficoltà economiche, non si riesce a programmare, a mettersi soldi da parte. Quindi ora faccio spola fra Livorno e la Capitale. Mi manchi, così come io manco a te, lo so, anche se spesso sei introversa, mi parli poco, quasi ce l’avessi con me. Ma tu sai quanto ti voglio bene, e tutte le promesse che ti ho fatto, anche se ancora non ho potuto mantenerle, le manterrò. Magari il giorno dopo morirò, ma le manterrò. L’unica cosa che ti chiedo e di non giudicare tuo padre, così come non dovrai farlo con tua madre. Lei ha avuto il coraggio un giorno di mollare tutto perché amava un altro, e amare non è una colpa. Come passa il tempo…

Per mia figlia…ultima modifica: 2008-01-20T12:06:47+01:00da
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