Un saluto a Wouter

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E’ triste vedere un ragazzo così giovane riverso per terra, vicino alla morte, senza poter combattere. La morte è cieca, inesorabile. Non cattiva, è solo priva di occhi e di cuore. Va un po’ a casaccio, forse, spara nel mucchio. Oppure è legata al solito sottilissimo filo del destino? Chissà. Non lo sapremo mai se non un giorno, quando anche noi – augurandoci il più tardi possibile – da lei saremo catturati. Wouter Weylandt, uno sportivo, un ciclista, un giovane di belle speranze. E non c’è più. Livorno, all’arrivo della tappa, si è presentata con il groppo alla gola sul traguardo, ha accolto i corridori con un lungo, commosso e sentito applauso. Non mi dilungo in frasi retoriche, perciò saluto Wouter. Lo abbraccio. Gli sono vicino, così come sono vicino a tutti coloro che perdono la vita troppo presto, quasi senza ragione. Un mistero irrisolvibile.

Un saluto a Wouterultima modifica: 2011-05-11T16:26:35+02:00da sergio0591
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Commenti

Un saluto a Wouter — 3 commenti

  1. Davanti a tali eventi non si può che rimanere attoniti e ci domandiamo perchè tutto debba essere così ingiusto. Non ho mai capito perchè la morte possa colpire magari giovani e non colpisca persone anziane che non hanno ormai più niente a che fare con questo mondo. Non mi fraintendere, ho tanto di rispetto e stima delle persone anziane, perchè sicuramente avranno sempre quella perla di saggezza in più rispetto a noi ragazzi, solo che a giro vedo persone che secondo me non ha proprio senso che stiano a questo mondo, quando persone che avrebbero tanto da dare vengono risucchiate dalla morte.. così.. senza un perchè. Semplicemente mi stravolgono certe cose.

  2. Ciao Sergio e buona serata.

    Non sono uno sportivo nel senso classico ed ho appreso questa notizia per caso, capitato su un canale televisivo dove raccontavano la tappa con arrivo a Livorno ed il “senso” di quella tappa.

    Sono rimasto turbato, come lo possono essere tutti, dalla giovane età della vittima e “dal caso” che lo ha portato su quella curva, a detta dei cronisti neanche “pericolosa”. Ecco, forse è quello che hai definito “destino” che non riesco a capire, sapendo bene che tentare di capirlo è esercizio vano.

    Cercare delle spiegazioni in eventi come questo, sembra quasi un voler rassicurare il proprio “intimo”, rassicurarlo sul fatto che si, forse quel destino a te non è riservato. Poi, magari, esci dalla porta ed una tegola spostata dal vento, ti centra in pieno! Si, decisamente impossibile capire il destino.