Sergio Consani

Vita vissuta…

 

 

Caro Andreotti

Ormai siamo quasi alla fine. La tua lunga vita sta per concludersi, e certo non si può dire che la tua vita sia stata vuota. Non so (e non me ne frega più di tanto) quante volte sei stato a capo del Governo, quante cariche istituzionali hai investito, quanto potere hai avuto. Hai subito un’infinità di processi, dai quali ne sei sempre uscito senza mai una condanna. Non sarò certo io, umile granello del popolo, a giudicarti, perché se non ti hanno mai condannato può darsi che tu sia stato sempre innocente. Ho i miei dubbi su questo, ma, come si dice, meglio un colpevole fuori dalla prigione se non hai prove, piuttosto che rischiare di condannare un innocente. In ogni caso quello che vorrei dirti è che spero che tu abbia riempito un lungo e segreto diario in tutti questi anni passati, così che alla tua morte tutti possano leggerlo. Sì, se hai da fare denunce faccelo sapere attraverso i tuoi scritti, perché se finora non hai avuto il coraggio (o meglio, la furbizia) di non rendere note cose che scandalizzerebbero – ne sono sicuro – mezzo mondo, almeno dopo la tua morte qualche segreto non sarà più un segreto, e forse verrebbero fuori colpevoli di certi grandi e dolorosi eventi che si sono succeduti nei decenni senza che mai ne sia stato scoperto l’autore.

Certo è che un diario così è difficile affidarlo a qualcuno. Tua moglie? Lei potrebbe affidarlo… affidarlo a chi? A un giudice? A un politico? A un giornalista? Mmh… no, troppo rischioso. Bisognerebbe che tua moglie lo leggesse in tv, durante una conferenza stampa, così che tutti gli italiani potrebbero ascoltare tutte le nefandezze che hai visto e in parte vissuto. Non c’è niente che ti pesa sull’anima? Non senti il bisogno, ora che stai per abbracciare la morte, di regalarci qualche verità? O pensi che Dio, tu che sei un fervido credente (?), ti possa perdonare ancora una volta?

Noi del popolo, quelli che non hanno il potere e quindi ci logoriamo, abbiamo il diritto di sapere le verità su chi ci ha governato, su chi ha commesso crimini e malefatte alla faccia di chi li ha votati, su chi pensava che noi fossimo sempre dei coglioni. Non siamo dei coglioni, noi del popolo, ci manca solo il potere del singolo, quello che può fare e disfare qualcosa nell’immediato, come un Presidente del Consiglio. Noi, dalla nostra parte, abbiamo il potere dell’unità, cioè che possiamo cambiare le sorti di un Paese se solo lo volessimo. L’unione fa la forza, no?

Insomma, per tornare a noi, caro Andreotti, se morirai così, senza dirci e svelarci niente, trasportato da un solenne carro funebre seguito da capi di Stato e da personaggi illustri che piangeranno (alcuni come veri coccodrilli) la tua morte, be’, se non sei innocente come hai sempre dimostrato di essere, dovrai affrontare un giudizio ben più tremendo del nostro. Perciò, che Dio ti giudichi nel modo più giusto, e se sei colpevole allora ti rimandi sulla Terra per vivere una nuova vita e pagare, come tutti, le tue cattive azioni.

Pochi, intanto, piangeranno per la tua scomparsa. Me compreso. Perché proprio pulito non credo che tu sia. E quel dito che ci mostri, così beffardo, sembra quasi che ci dica: “Vaffanculo, vi ho fregati, eh!”.

Vita vissuta…ultima modifica: 2012-08-05T17:54:32+02:00da
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