2012

 

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Nessuno rimpiangerà questo 2011, ne sono sicuro. Almeno tra la gente normale, quella che fa fatica ad arrivare all’ultimo giorno del mese e si ritrova il portafogli vuoto, miseramente vuoto. Oppure la gente che lavora in un ufficio, in una fabbrica, in un negozio. La maggioranza, insomma. La maggioranza non rimpiangerà questo anno in cui si è visto di tutto, dalla caduta di Berlusconi (a mio avviso l’unico nota positiva, grazie a Dio), alla crisi economica, gli aumenti senza freni, la disoccupazione, l’Equitalia degna del più sfrenato strozzinaggio, e chi più ne ha più ne metta.

Non esistono più le mezze stagioni, ma le mezze calzette che spuntano come funghi nel variegato mondo della politica non muoiono mai. Così come parecchi giornalisti smaccatamente di parte (di qui o di là) che non hanno più una vera e propria opinione giornalistica obbiettiva, di informazione, di super-partes, ma si lasciano catturare nelle spire del potere e dei padroni.

Non lo rimpiangerò neanch’io questo 2011, primo perché appartengo alla razza dei “normali”, e poi perché questo terzo Natale lontano da mia figlia pesa come un macigno sulla schiena. Ma non andrò oltre.

Auguro a lei e a mio figlio un anno nuovo stracolmo di amore, perché questa è l’unica cosa che può far cambiare le persone e, usando un po’ di sana retorica, potrebbe far migliorare l’intero mondo.

Non c’è da stare allegri pensando a cosa potrà accadere nel 2012, a parte la profezia dei Maya che ci condanna ad una totale estinzione il 21 dicembre (meno male, così mi risparmio un altro Natale); l’economia di questo Paese è fragile come carta velina, non vedo spiragli di crescite, di evoluzioni, di schegge di coraggio. Sì, perché il coraggio, in queste situazioni, è il motore per riprendersi, per uscire da questo pozzo profondo come la fossa delle Marianne. Osare per essere credibili, inventare, dare libero sfogo alla creatività che all’italiano non manca.

E allora adesso entra in gioco la speranza, perché senza di essa non si vive, ci si abbrutisce, ci si logora.

Buon Anno a tutti.

2012ultima modifica: 2011-12-30T12:01:56+01:00da sergio0591
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Commenti

2012 — 9 commenti

  1. Ciao Sergio!Come stai?Volevo dirti che mi farebbe piacere pubblicizzare il romanzo che tempo fa mi segnalasti, il tuo quarto se non ricordo male..aspetto una tua risposta. A presto,

    Giovanni

  2. Eppure c’e’ sempre qualcuno che rimpiange anche il piu’ duro degli anni, perche’ c’e’ chi, in mezzo ad una situazione generalmente difficile, ha avuto eventi che ricordera’ per sempre, come un innamoramento per esempio, ma anche, “solo”, il fatto di aver vissuto un altro anno. Perche’ gia’ “esserci” non ha prezzo…
    Per il resto vediamo… Io predico da un po’ che, forse, certe cadute possono anche essere foriere di una futura rinascita… se noi, o la generazione che ci seguira’, avremo il coraggio, rialzandoci, di percorrere un’altra strada, e non tentare di ristabilire quella che, stiamo vedendo, sul lungo periodo non puo’ essere altro che fallimentare. Perche’ una economia che deve perennemente crescere e non puo’ accontentarsi di essere come e’, non puo’ giocoforza durare in eterno…

    In seguito alla chiusura di Splinder, mi sono spostato su Logga.me, piattaforma italiana basata su WordPress. Mi puoi trovare qua: http://www.wolfghost.com 🙂

  3. Dire “buon anno” è facile. Due parole, piuttosto semplici del resto. Eppure se ci si ferma a riflettere le cose divengono un po’ più difficili: perché il cambiamento dell’ultima cifra della data dovrebbe essere foriero di felicità, di gioia e…chi più ne ha più ne metta? Forse perché è un momento in cui le coscienze di tutti (o quasi) credono che ciò possa accadere.
    E allora, come hai detto tu, diciamocelo: buon anno! Magari sarà davvero così!

  4. Caro Sergio! Hai ragione: è vivere e non sopravvivere un diritto. Ma quei precursori delle sanguisughe non permettono neppure quello a molti. Sono convinta che nutrire col sangue le sanguisughe avrebbe un costo inferiore per la gente.
    Non m’importa nulla dell’inizio anno perchè non vedo ancora la fine di quella distorsione delle virtù umane che ci sta portando verso l’individualismo sfrenato e quindi verso il disprezzo dell’individuo fragile. Però ho trovato persone come te che cercano di diffondere i miei stessi valori, e questo in parte mi rassicura.
    Indipendentemente dalla data, auguro anche a te quell’amore di cui parli.
    Anna

  5. Ciao Sergio. Eccomi tra coloro che non rimpiangeranno l’anno che si conclude. Devastante sul piano personale, al punto da non capire ancora “che fine farò”. Altrettanto per quanto riguarda ciò che di “pubblico” abbiamo vissuto, arrivando quasi a replicare il fallimento di un Paese come la Grecia. Infine, per nulla entusiasta dell’anno che si accinge a iniziare e del quale non saprei che festeggiare. Io non ho figli (e la considero quasi una fortuna, visto come va il mondo) ma anche io spero nei giovani, nel loro amore e in quella ribellione delle coscienze che è insita nei giovani e vitale per il loro (e nostro) futuro.

    Confido, infine, nel “silenzio complice”, quello più operoso, vero e costruttivo.

    Il mio augurio è “speriamo di cavarcela” e facciamo di tutto per riuscirci.

  6. La speranza non va mai perduta, come la Fede, al di là degli eventi contrari.
    La speranza ci aiuta ad andare avanti cercando, almeno nel nostro piccolo, di contribuire a rendere migliore l’esistenza.

    Un grosso augurio a te per un anno, che già ha alle spalle un inizio di miglioramenti da centuplicare.
    Ci sentiamo a mezzanotte di domani.