Il tempo, silenzioso e inesorabile…

 

Amore mio, i giorni passano, lenti e inesorabili, ma i mesi e gli anni non riesco ad agguantarli, a frenarli neanche per un secondo in più. E così il mio sguardo si fa meno lucente, la pelle non ha pudori nel mostrarsi appassita, i capelli, pian piano, trovano altra destinazione, sul pavimento, sulle strade, suorologio.jpglla terra. E non c’è niente che possa farci tornare indietro, maledetto tempo. Tutto è andato, così come queste parole che scrivo, che basta premere un tasto e già il presente è morto, è già futuro, e ora non più. E’ tutto passato. E allora un giorno quando mi vedrai lo so che ti scenderà qualche lacrima, è inevitabile, perché forse pensavi di rivedermi come prima. Nella tua immaginazione il mio viso è quello di allora, il mio incedere è fluttuante e sicuro, la mia forza simile a quella di un toro. E invece non è così, perché l’immaginazione a volte fa dei brutti scherzi, e la realtà assomiglia molto a un film in bianco e nero, con la pellicola graffiata, usurata dal tempo. Ecco perché piangerai. E poi quanto tempo perso, quante parole non dette, quante spiegazioni mancate, quanti fraintesi, quanto orgoglio. Eppure la vita è talmente breve che neanche una freccia scoccata da un arco dura così poco. Non ci daranno un’altra chance, è bene prendere visione della vita e della morte, e se una chance ce la daranno sarà perché saranno le nostre anime a incontrarsi, ma io non sarò più l’uomo di adesso, forse sarò una donna, forse di colore, africana, oppure cinese, o canadese, non so. E t’incontrerò, questo è certo, ma saranno solo le anime a saperlo, non i nostri sensi. E i miei sensi, quelli umani, quelli che gioiscono per un tramonto o un gelato assaporato d’estate, hanno bisogno di sentire il tuo odore, come quando profumavi di talco, hanno bisogno dei tuoi occhi e della tua voce. E invece le lancette dell’orologio non si fermano mai. Provo a romperle quelle lancette, getto lontano quell’orologio cinico e spietato. Ma non serve, perché l’indomani mi accorgo che il tempo non è racchiuso e intrappolato in quelle lancette, ma nel nostro cervello. E cammino meno sicuro, senza arrendermi, è chiaro, perché mai nessuno come me ha avuto tanta forza per combattere contro il male. Sono libero adesso, libero dalla schiavitù di donne insopportabili, meschine, isteriche e egoiste. Libero di mangiare ciò che voglio, di scrivere, di suonare, di lavorare, di essere. E continuo ad amare, senza timore, perché amare vuol dire uccidere il tempo, sopprimere l’orgoglio, essere liberi, appunto. Mi vedrai e piangerai. Ma spero di poterti guardare ed essere lì per asciugarti quelle lacrime, perché se piangerai troppo tardi, il tempo non ti perdonerà.

Il tempo, silenzioso e inesorabile…ultima modifica: 2011-11-05T18:57:06+01:00da sergio0591
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Commenti

Il tempo, silenzioso e inesorabile… — 9 commenti

  1. Raramente finita la lettura riparto da capo, l’ho fatto Sergio, e non solo oggi, sono passata parecchie volte a leggere questa pagina che sviscera i sentimenti, che mette da lato il manierismo … la sto copiando da conservare nel file “letture preferite”, mi da la sensazione di un’anima che si è liberata dai legacci del quotidiano e può finalmente vivere senza la paura di amare, inveire, gioire e se le va … piangere.
    APPLAUSO
    Buona serata Sergio ;-))

  2. Non è la prima volta che ho il piacere di conoscere ( o per meglio dire, incontrare, per adesso) di persona uno scrittore, un attore, qualcuno che, in poche parole, siamo abituati a leggere o guardare al cinema. In questo, devo ammettere di essere stata fortunata perché ne ho conosciuti diversi. Alcuni sono divenuti, nel tempo , miei cari amici. Il vizio di scrivere è appannaggio di molti, ma pochi hanno il dono di farci increspare la pelle. Scorrere queste righe, Sergio, me li ha dati, quei brividi. Intrisi di emozione profonda, essi mi hanno accompagnato in uno stato d’animo perfettamente calzante con riflessioni che denotano una sensibilità non comune. Il tratto maturo e consapevole, scorrevole sulla linea di un pensiero melanconico ma fermo, porta chi legge a porsi importanti quesiti ed invita ognuno di noi ad introspezioni necessarie alla crescita dell’anima, alla presa di coscienza del fatto che la clessidra è, ormai, stata girata… il tempo scorre come sabbia tra le dita. Anche se non hanno un grande valore, non posso evitare i miei scontati ma sentiti complimenti. E’ uno stile di scrittura che non si dimentica.
    Donatella Piras

  3. Sì, Caro… è finita. Almeno si spera. Ora inizia un cammino difficile, è vero, ma siamo un Paese che nel bene e nel male riesce sempre a cavarsela. Confido nella saggezza di chi ci guiderà.

  4. E’ FINITA Sergio!!! Facciamoci gli auguri, un periodo storico l’abbiamo vissuto, combattuto e, oggi, l’abbiamo visto cadere tra fischi e disprezzo popolare! Da domani inizieranno nuove battaglie, probabilmente anche più difficili!! AUGURI Sergio e buon proseguimento di fine settimana! Ciao.

  5. la tua anima ha fatto un rifornimento inesauribile. Il nuovo viaggio con te stesso sarà senza confini e la consapevolezza vincerà anche sul tempo.
    (forse sarà solo chiaro per me quello che ti ho scritto, ma so cosa ho voluto dire)
    Ciao Sergio. robi

  6. … non puoi immaginare quanto siano state devastanti, per i miei sentimenti, queste tue bellissime parole.

    Ciao Sergio e buon pomeriggio. Che magnifiche espressioni di sentimento, turbamento, angoscia sei stato capace di esprimere. Di farmi sentire come mie, anche se non espresse da me. Sono giorni che ci penso. Da quando, alcune notti fa, l’ho nuovamente sognata. Sempre lo stesso sogno: le accarezzo il volto (e lo sento nel palmo della mano), guardo il suo sorriso bellissimo, mi perdo nei suoi occhi. Sempre lo stesso sogno, mai che cambi.

    E allora mi sveglio e penso se dovessi nuovamente incontrarla, un giorno accadrà. Ci penso da giorni. E’ passato del tempo, quel “tanto” che tu hai descritto, quel tanto che ci ha cambiato, per forza!

    Per la miseria, ci hai messo anche l’incontro in un’altra vita… quella promessa che ci siamo fatti, l’appuntamento giurato. Mi hai devastato.

  7. Quanto è delicato e profondo questo scritto, si legge con attenzione e non può non far riflettere: sulla fugacità della vita, sui rimpianti, sulle occasioni perdute. Sull’amore…

  8. Nessuno meglio di me ti può capire, anche perché ho provato le stesse sensazioni e mi hai fatto ricordare questa poesia che ho scritto ai miei figli.

    Incredibile sensazione d’inutilità e d’impotenza,
    come terra abbandonata
    incolta sotto il sole e pioggia di tempesta,
    come albero sfiorito
    che frutti non da più e lasciato consumare piano,
    come rete di pescatore
    resa sterile dal tempo e messa da una parte
    per essere buttata via,
    come un ramo di pesco reciso dal tronco
    che lascia cadere petali di seta rosa
    sul selciato di memorie.
    Plagio di sentimenti modificano l’aspetto,
    non l’amore, questo no, voglio sperare
    ma più forte è l’orgoglio che tènere parole
    e la presunzione di essere ormai grandi
    vi fa sentire superiori.
    Ora non sapete, ma
    quando avrete figli, direte come tutti
    che la vita sempre si ripete.
    Ma non è mai troppo tardi per capire
    e ricominciare senza rancori.