Dolore infinito

 

norvegia, isola, consani,

A una settimana dal massacro dei ragazzi norvegesi, mi sento di fare una riflessione. In questi sette giorni passati, densi di atroce dolore per quelle famiglie che hanno perso i loro figli, ho provato a leggere gli occhi di quel giovane norvegese che, freddo e follemente lucido, ha catturato l’attenzione del mondo intero. Non sono riuscito a decifrare niente in quello sguardo così apparentemente normale, nessun segno di psicosi, niente di niente. I lineamenti del viso, regolari e classici di una razza nordica, sono quelli che potrebbero piacere a una ragazza. Biondo, alto, bel fisico. Nessuno, a vederlo, avrebbe potuto immaginarlo alle prese con mitra e pistole alla caccia di ragazzini inermi e pacifici. Forse un tipo brutto, dall’aria dimessa, basso, tarchiato e con una cicatrice sulla guancia avrebbe potuto suscitare timori e sospetti, perché si sa, pare che la bruttezza sia sinonimo di “male”. Almeno così dicono. Basta vedere le facce dei delinquenti schedati e, a conti fatti, la percentuale dei “brutti” è decisamente superiore a quella della classica faccia d’angelo. Ma questo è un altro discorso. Quindi, il norvegese assassino (di cui odio scrivere il nome), bello e aitante, ha messo in moto qualcosa che va al di là di ogni concezione umana. Qualcosa che lo ha reso famoso, qualcosa che spinge altre menti ad emularlo. Qualcosa che assomiglia tanto a un gioco di guerra sulla playstation. Giochi che a mio avviso andrebbero tolti dalla circolazione, e non per una questione di censura, ma di rispetto per l’essere umano. Il norvegese odiava altre razze, il norvegese era un assetato di morte, di morte del diverso, di cui si ha sempre paura. Borghezio ha asserito che le idee del giovane erano condivisibili. E qui, sulle parole di un idiota come questo politico incapace e pericoloso, stendo un velo pietoso, un velo possibilmente intriso di puzzolenti escrementi.

Un abbraccio a tutte le famiglie che dopo una settimana sono ancora lì a piangere i loro figli, tutti stretti in un dolore che non avrà mai fine. Per colpa di uno che non ha capito che la diversità degli altri è ciò che ci fa crescere, che ci fa imparare altre culture, modi di vedere le cose. E più ci si stringe in una abbraccio globale, più facile è ottenere quella maledetta pace che sembra non voler mai arrivare.

Dolore infinitoultima modifica: 2011-07-29T18:17:54+02:00da sergio0591
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Commenti

Dolore infinito — 5 commenti

  1. Ciao Sergio, siamo, per dirla alla Asimov, ai confini della galassia, o della ragione che dir si voglia.

    Quell’essere è solo uno stragista, non gli riconosco nessuna attenuante stile “soggetto disturbato”.

    Ha ammazzato più di 70 adolescenti al solo scopo di salire agli onori della cronoca, lui fa schifo, ma il legaiolo sarebbere da appendere e lasciato appeso fino a decomposizione.

    l’umanità ha perso il senso dell’umana ragione e quello che l’uomo qualunque brama è solo un passaggio davanti alle telecamere, non impota se per ottenerlo si ammazzano più di 70 adolescenti colpevoli solo di essere nel posto sbagliato al momento sbagliato.

    Notte buona Sergio

  2. … confido, quanto te, che quella bilancia penda sempre dalla parte del bene. C’è un film di fantascienza, mi pare del 2008, che mi viene sempre in mente quando vengo assalito da quei miei pensieri. Si intitolava “ultimatum alla terra” e raccontava di alieni venuti a salvare il pianeta “Terra” dall’essere umano! La trama non era delle migliori ma c’è una frase che mi è sempre rimasta impressa, proferita da uno scienziato (il buono) all’alieno, per convincerlo a desistere dalla missione: “… l’uomo, a un passo dal baratro, ha la capacità di cambiare rotta…” Ecco, è questo in cui confido perché, spesso, mi viene da pensare che quelle “capacità” siano scomparse!

    C’è però una frase pronunciata dall’alieno “sterminatore” che fa da contraltare a quella pronunciata dallo scienziato: “… se la terra muore, l’essere umano non sopravvive. Se l’essere umano scompare, invece, la terra sopravvive!…”

    Terribile ma vera!!

    Ciao Sergio e buona serata a te!

  3. Per Carlo.
    Dove andrà a finire l’umanità, ti chiedi. La paura che – visto l’esempio della Norvegia – il mondo vada verso una criminalità e violenza inaudita è forte, però dobbiamo fare alcune considerazioni. In realtà il mondo, ovvero l’umanità, è cambiato in meglio. Non è retorico guardarsi indietro e vedere che secoli fa la gente veniva uccisa per futili ragioni, la vita non era considerata così sacra come bene o male lo è oggi. Il periodo nero medievale ci racconta centinaia di brutalità perpetrate ai danni dei più deboli e neanche nell’Ottocento si poteva stare molto tranquilli. Quello che succede oggi credo sia l’esasperazione di certe menti che, grazie anche all’alta tecnologia e al progresso senza freni, “scoppia” improvvisamente e crea danni incalcolabili. Ma rispetto al “bene” che oggi circola nelle menti di ognuno, il male non ha il sopravvento. L’uomo ha regole che fino a pochi anni fa neanche se le sognava, ha rispetto per il prossimo, ama gli animali, la Terra, cerca la positività. Il rovescio della medaglia, cioè l’altra faccia dell’uomo è la frustrazione, la mancanza di sicurezza, la rigidità di un certo tipo di educazione, la cattiveria innata. Sì, perché anche il male è innato, e contro di esso c’è poco da fare. L’importante è che, ora e nel futuro, sulla bilancia il piatto pesi sempre dalla parte del bene.

  4. Ciao Sergio. Sono d’accordo quando affermi che l’assassino di Oslo e Utoya “…ha messo in moto qualcosa che va al di là di ogni concezione umana…” Intanto, perché ad eseguire quell’atroce sequenza di attentati è una persona “comune” dalla faccia pulita. Il male, nella nostra società, non è più identificabile con stereotipi classici del tipo “brutti, sporchi e cattivi”! Il male si è diffuso anche dove sembrava impensabile: in una persona apparentemente “pulita” ma, soprattutto, in una società tra le più tolleranti e pacifiche.

    Ed è su questo secondo aspetto che dal giorno di quei fatti, mi sono posto una riflessione personale che non riesco a concludere: se il male, nelle sue forme di intolleranza, violenza, razzismo, odio per il diverso si sta diffondendo anche in luoghi che ne sembravano immuni, che destino avrà l’umanità? Saprà “reagire” la Norvegia, senza mortificare quel complesso di leggi che, a differenza di altri Paesi dell’Europa come il nostro, fino ad oggi hanno consentito a quella società di vivere nella tolleranza e nel rispetto di ogni altra “cultura”?

    Se il male, in queste forme che, a mio parere, sono tra le più abiette perseguite dall’essere umano, avrà il sopravvento, quale sarà il destino dell’uomo? E’ immaginabile la nascita di un moderno “nazismo” e di nuovo dolore, distruzione e morte?

    Insomma, più mi pongo delle domande è più mi sembra non ci sia argine alla follia moderna, dettata dalla paura verso tutto ciò che è “diverso” da noi! Vedremo, per esempio, come noi sapremo reagire, soprattutto attraverso la magistratura, alle vergognose parole pronunciate da quel nostrano fascista in camicia verde che si è definito un “soldato politico”, apprendendo che il suo partito lo ha sospeso (solamente) per tre mesi!

    Ecco, prendiamolo in parola: fuciliamolo alla schiena, come si faceva con i soldati senza onore!

  5. Caro Sergio, questo mondo di parole che la tecnologia ci ha regalato permette invece di diffondere la nostra indignazione e le nostre idee, nel bene e , purtroppo, anche nel male. Nel mio “posticino” in facebook sono in contatto con alcuni miei ex allievi ( tanti ormai son vicini ai quarant’anni) e loro”condividono” qualche volta i miei scritti diffondendoli più di quanto potrei da sola. Così le parole diventano suoni nell’etere e contrastano questa cacofonia del malaffare. La misura contro l’eccesso, il sorriso contro la maleducazione, l’ironia contro la disonestà. E i giovani apprezzano ed il gruppo s’infoltisce. La professione che ho svolto mi ha insegnato a non demordere. E ad avere fiducia nei ragazzi.
    Mi fa molto piacere sapere che mi leggi.
    Anna