Sergio Consani

Un saluto a Wouter

 

E’ triste vedere un ragazzo così giovane riverso per terra, vicino alla morte, senza poter combattere. La morte è cieca, inesorabile. Non cattiva, è solo priva di occhi e di cuore. Va un po’ a casaccio, forse, spara nel mucchio. Oppure è legata al solito sottilissimo filo del destino? Chissà. Non lo sapremo mai se non un giorno, quando anche noi – augurandoci il più tardi possibile – da lei saremo catturati. Wouter Weylandt, uno sportivo, un ciclista, un giovane di belle speranze. E non c’è più. Livorno, all’arrivo della tappa, si è presentata con il groppo alla gola sul traguardo, ha accolto i corridori con un lungo, commosso e sentito applauso. Non mi dilungo in frasi retoriche, perciò saluto Wouter. Lo abbraccio. Gli sono vicino, così come sono vicino a tutti coloro che perdono la vita troppo presto, quasi senza ragione. Un mistero irrisolvibile.

Un saluto a Wouterultima modifica: 2011-05-11T16:26:35+02:00da
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