A bocca aperta…

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Durante un’intercettazione (letta su un quotidiano) una madre chiede alla figlia quanto le abbiano dato per aver partecipato (e chissà se per una prestazione sessuale completa o…) a una delle feste ad Arcore. “Mi hanno dato 6000 euro!” risponde la ragazza. La madre è soddisfatta e le risponde che 12 milioni delle vecchie lire sono una buona somma. Ecco, in questo caso non m’interessa parlare di Berlusconi e i suoi festini: ormai è un argomento scontato e poi dovrà affrontare un processo, quindi lasciamolo stare. Mi indigno (sì, ancora mi indigno) per quella percentuale neanche troppo bassa di genitori che spinge i propri figli ad approfittare della stupidità di certi uomini di potere che con il denaro pensano di poter comprare tutto. Sono tante le madri che inculcano nelle menti delle loro figlie che sfruttare gli uomini ricchi sia giusto e morale. È l’assoluta vergogna delle menti ignoranti, della bassezza, dell’opportunismo. Per certe madri le loro figlie devono “farsi una posizione”, trovare un uomo che le facciano fare una vita agiata, ricca, senza problemi. E queste figlie cosa possono imparare da certe madri? Solo come diventare delle vere mignotte. Una signora su Facebook, a proposito di questo argomento, mi ha detto che è colpa degli uomini che vogliono sempre “quello” se oggi siamo in questa situazione. Be’, io le ho risposto che se noi vogliamo solo “quello”, non è che le donne facciano qualcosa per non darcela. Se io chiedo e lei me la dà… mica è sempre colpa mia. Basterebbe rispondere con un no. Si vergognino queste madri, si guardino allo specchio e si chiedano perché spingono le figlie a diventare ciò che la nostra anima, quella pura, non vuole. Ma come facciamo a farglielo capire? Mica vengono qui a leggere questo post. Tanto lo so già che chiunque passerà da qui lascerà un commento che mi darà ragione, e invece mi piacerebbe che qualche donna – che fa certe cose – venisse qui e mi spiegasse il perché. Ma questa gente è troppo vigliacca. Si rimane a bocca aperta di fronte a certe storie. Perfino la Lewinsky.

A bocca aperta…ultima modifica: 2011-03-07T14:03:04+01:00da sergio0591
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Commenti

A bocca aperta… — 16 commenti

  1. @Irene:

    Già, come quando viene detto, molto superficialmente, che gli uomini tradiscono più delle donne.
    E con chi tradisce (di solito) un uomo se non con una donna? Va da sé che il rapporto dovrebbe essere molto vicino all’1 a 1.

  2. @Irene:

    Già, come quando viene detto, molto superficialmente, che gli uomini tradiscono più delle donne.
    E con chi tradisce (di solito) un uomo se non con una donna? Va da sé che il rapporto dovrebbe essere molto vicino all’1 a 1.

  3. Vorrei spendere un pensiero, però, per quelle poverette (di solito extracomunitarie) che si trovano obbligate a prostituirsi per colpa di uomini bastardi, che magari promettono la possibilità di scappare dal loro paese di origine e poi con la violenza le buttano sulla strada.
    Queste mi fanno compassione e andrebbero aiutate.

  4. Nessun moralismo contro le donne che fanno il mestiere, Penny. E neanche voglio giustificare gli uomini che ci vanno. Non ho mai pagato una donna in vita mia e me ne vanto. Mi ricordo che un bel po’ di anni fa, quando ero militare di leva, andavo in giro con un mio amico e lui ogni tanto, i libera uscita, andava con una prostituta. Io l’aspettavo e dopo neanche cinque minuti tornava. “Già fatto?” gli chiedevo, “Ma che gusto ci provi a scopare in piedi, al freddo e in cinque minuti?”. Lui mi rispondeva che era per sfogarsi. Che dire? Che se si comprava una bambola di gomma forse avrebbe risparmiato un sacco di soldi! In quanto agli uomini che vendono il proprio corpo… non c’è alcuna differenza tra loro e le donne che lo fanno. Insomma, l’ho detto e lo ripeto: se tutti gli uomini rinunciassero a pagare le donne per qualche sprazzo di sessualità quasi inutile, le donne andrebbero a cercarsi un lavoro normale.

  5. Una prostituta è una prostituta su questo non c’è dubbio. Quello che mi chiedo è perchè ci si ostini a fare i moralisti con le donne che esercitano il mestiere più antico del mondo, mentre i loro clienti vengono visti soltanto come dei soggetti passivi, quasi delle vittime e non come persone pensanti di pari dignità (o indegnità come dir si voglia). Come se questo non bastasse adesso si cerca anche di farli passare per eroi, invidiati e osannati. Sarà, ma se io venissi a sapere che mio padre va a prostitute proverei grande schifo per lui e di certo non lo innalzerei a modello per i miei figli.
    E poi mi pongo un’altra domanda. Pensiamo le stesse cose degli uomini che vendono il proprio corpo alle donne? Vediamo anche quest’ultime come delle eroine o al più delle vittime dei propri istinti animali? Non credo proprio.

  6. ps:
    x qnt riguarda le prostitute,o qll che si vogliono svendere x 6000 euro….ognuno con la sua “roba” ci deve fare qll che gli pare…basta nn venga a rompere le vuova nel paniere a noi…. 😉

  7. Una tua amica su fb,ha lasciato il suo commento dicendo che la “colpa” è di VUOI UOMINI,e che siamo tutti ipocriti dicendo ” che nn tutti siamo uguali ecc ecc…”
    Ecco io vorrei dire,ma x’ deve essere SEMPRE colpa dell’uomo? oh ma rendiamoci conto che dove c’è un uomo c’è anche una donna…e tranne che nelle violente( e qll è un discorso a perte),se una donna nn “apre” le gambe,un uomo si attacca!!!!!!!!!!!!!!……
    ciao sergio….
    irene

  8. Ciao Sergio

    Sono una sessantottina mai pentita e a detta di chi mi conosce, con una apertura mentale a 360°.

    Circa un mese fa ho scritto del fenomeno che va per la maggiore, titolo

    TROIE E BASTA.

    Mettevo in risalto proprio le famiglie che si strofinavano le dita soddisfatte, le ragioni che mi avevano spinta a scriverne erano due, in una intercettazione le fanciulle ridendo comparavano il “guadagno di una notte” ai 7 mesi lavorativi di un operaio o di una impiegata a 1000 € al mese, ma quello che mi aveva mandata in bestia era il messaggio schifoso che veniva dato alle ragazzine.

    Per me lo squallore è nel messaggio diffuso, mi dico, se una vuole fare la mignotta, fatti suoi, ma la si chiami per nome e non con un neologismo ipocrita, ma in un paese dove delle 70enni si esibiscono in patetici balli in altrettanto patetiche trasmissioni, si può parlare ancora di educazione al rispetto di SE e del SE?

    So di aver educato mio figlio al rispetto universale e al concetto di pari dignità tra dell’essere umano, so di appartenere alla stragrande maggioranza, ma porcaccia miseria, chi mi può spiegare la ragione che porta a mettere in mostra il sottobosco della immoralità genitoriale e sociale?

    Buona giornata Sergio ;-))

  9. A questo punto mi sorge un dubbio, caro Giuseppe. Se non sappiamo se è nato prima l’uovo o la gallina, come facciamo a sapere se è nata prima la mignotta o il cliente? 🙂

  10. Se trattiamo il sesso come merce, non può che valere la regola della domanda e dell’offerta: se c’è richiesta (di mignotte) le mignotte non mancheranno.
    Se invece trattiamo il sesso da un punto di vista filosoficheggiante, sarebbe importante vedere se le mignotte esistono perché c’è la domanda di mignotte o se è piuttosto che è nata la domanda di mignotte perché le mignotte esistono.
    Se la vediamo dal versante etico, è chiaro che la mignottaggine (o mignotteria) è un disvalore e che come tale andrebbe da tutti trattato. Pertanto, se applicassimo davvero i dettami etici, la mignotteria (o mignottaggine) semplicemente non esisterebbe.
    Se ci appropinquiamo all’argomento dall’ambito morale, invece, potremmo solo fare delle supposizioni. Supposizione 1: per quanto esistano e sia sempre esistita una (indecifrabile) percentuale di mignotte, gli uomini dovrebbero essere così forti da resistere e da cercare solamente le non-mignotte. Se gli uomini cercano le mignotte è inutile che dicano “eh, ma sei una mignotta” perché hanno trovato solo quello che volevano; Supposizione 2: le mignotte sono il frutto culturale di millenni di maschilismo e di sottomissione del genere femminile a quello maschile: sono i maschi che hanno “creato” il genere ibrido “mignottus” per soddisfare quei desideri che una donna “normale” non doveva (o non doveva essere ritenuta in grado di) soddisfare; Supposizione 3: le mignotte sono la risposta dell’adattamento e dell’evoluzione femminile davanti all’ingiusto strapotere del genere maschile: in pratica, una percentuale di donne non meglio precisata, non potendo raggiungere i propri obbiettivi di carriera/fama/ricchezza/status in base solo alle proprie forze, si è trovata “costretta” a diventare mignotta. Adattandosi così bene all’ambiente ostile creato dagli uomini, queste donne hanno dato prova di essersi darwinianamente meritate il diritto a esistere e a “riprodursi”, e, allo stesso tempo, visto come stanno andando le cose e il grande successo che il genere “mignottus” sta riscuotendo in tutti i campi, specie fra i colleghi maschi che in quel posto di lavoro (idiotisticamente) credono di avercele messe loro, invece e sempre darwinianamente, di fatto ce lo mettono nel culo loro.

  11. Cosa commentare alle risposte di Carlo, Stefania e Penny? Che ognuno dice la sua e ognuno ha ragione. Concetti diversi, spiegazioni e emozioni diverse che confluiscono tutti in un unico scopo: quello della dignità dell’essere umano. Nonsolomusic semmai potrebbe esporsi un po’ di più, visto che sono già due volte che interviene in due post diversi dicendo la stessa cosa. Qui non si giudica, ma si scrive ciò che si sente, che c’indigna, che ci lascia… a bocca aperta.

  12. Vedi Sergio il discorso è molto lungo ed articolato. La verità è che l’Italia è spaccata in due, divisa fra un’educazione tradizionalista e maschilista e un’educazione maleducata che ha perso tutti i valori. Entrambe mortificano le donne. Non esistono vie di mezzo, tranne rarissime eccezioni. Io sono cresciuta in una famiglia tradizionalista e maschilista. In famiglie come la mia ti insegnano che le donne devono essere rispettabili, lavoratrici indefesse, mogli cieche e madri servili (nei confronti dei figli maschi). In queste famiglie ti insegnano che devi farti un mazzo così ma che non hai abbastanza voce in capitolo per decidere della tua vita. Alla fine di tutto hai faticato per una vita intera per essere una mediocre donnina figlia di, moglie di, madre di. E se non ti sposi non sei nemmeno quello, non sei nessuno e la colpa è soltanto tua. Nel mondo del lavoro siamo la cetegoria peggio pagata e più bistrattata. E’ già tanto se ci riesce di fare le segretarie o le impiegate di quart’ordine. E siamo facilmente sostituibili.
    Quanto al sesso poi bisognerebbe scrivere un libro a parte. Dico solo che non esiste una via di mezzo nemmeno fra le sante e le puttane. Se una donna sola decide di non rinunciare alla propria sessualità inevitabilmente si troverà di fronte un ometto che prima ne approfitterà e poi la farà sentire niente. E non credere che il mio discorso valga solo per il sud dove ancora in molti paesi vige una mentalità arretrata. Questo accade dappertutto nel nostro paese, anche se con dinamiche diverse, apparentemente moderne. Ma il risultato non cambia.
    Poi dall’altra parte ci sono le aspiranti gieffine, veline, letterine, olgettine con le loro madri che le accompagnano ai provini e danno la loro benedizione qualora volessero vendersi per qualche migliaia di euro e un po’ di notorietà. Che tu ci creda o no queste donne sono più libere di quelle che ti ho descritto prima. Attenzione, non ho detto che sono migliori, ma solo più libere e se avessi una figlia mi porrei il problema serio di doverle spiegare le ragioni per cui dovrebbe studiare con impegno, proteggere la propria femminilità, essere seria ed onesta, quando in questo Paese le donne così non arrivano proprio da nessuna parte, a meno che non siano figlie di personaggi importanti e facoltosi.
    Questo sistema Sergio non lo hanno creato le donne e finchè ci sarà qualcuno disposto a pagare, ci sarà una donna disposta a vendersi. La differenza sta nel fatto che fino a qualche decennio fa tutto avveniva di nascosto perchè esisteva un comune senso del pudore che condannava questi comportamenti, mentre ora come ora, soggetti come Berlusconi, hanno sdoganato la mercificazione del corpo femminile che è divenuta qualcosa di cui vantarsi. La verità è che a queste donne è stato conferito un potere da uomini di potere. Entrano nella politica, assumono incarichi istituzionali, vengono persino invitate ai balli delle debuttanti. E noi restiamo a guardare.

  13. Caro Sergio, il tuo discorso tocca il tasto più marcio di questa questione che in questi giorni ha imperversato le nostre teste…
    Figlie “benedette” cioè che hanno la benezione delle loro madri per prostituirsi…
    Va bene che non si trova lavoro, va bene che siamo tutte incazzate nere, ma cadere nella legittimazione da parte della famiglia a darla via come un impiego rasenta pura follia…
    alla signora direi che se gli uomini vogliono “quello”, le donne vogliono “questo”
    entrambi i sessi amano fare sesso, ma un conto è darla gratis, per godimento e un conto darla come merce… come fosse una mozzarela di bufala…
    A tal proposito e per dare un senso alla festa della donna
    per il rispeto che nutro nei confronti di tante donne passate, presenti e future
    ho scritto un articolo su Livornonstop di questo mese, lo stesso articolo è stato pubblicato sul portale di Manidistrega…
    un piccolo saggio dell’eleganza delle donne livornesi!
    Auguri donne… ne abbiamo bisogno, ma noi non molliamo!
    un abbraccio

  14. … purtroppo, non sono una donna che potrebbe soddisfare la tua domanda.

    Ciao Sergio e buona serata! Sempre purtroppo, devo anche darti ragione perché la tua è una riflessione che, per fortuna, qualcuno ancora fa.

    Infatti, se è pur vero che abbiamo un politico che è “vergognoso” (e non è l’unico) è pur vero che quella vergogna l’abbiamo “scelta” e che folle deliranti l’hanno pure sostenuto. Tipico di un popolo che in altra epoca, ha fatto qualcosa di simile salvo, poi, pagare dolorosamente la scelta!

    Sempre purtroppo, sono convinto che non è liberandoci di quel “politico” (che comunque va fermato) che avremo risolto i “mali” del Paese. Sono più profondi, radicati e…. nauseanti! Sono quelle “mamme” o quei papà (perché pure loro ci sono in certe intercettazioni) che hanno educato un figlio, come quella da te citata. Sono i genitori che vivono il nostro quotidiano reale, in ufficio, per strada, intorno a noi!

    La caduta di valori e princìpi… e mettiamoci anche “di cultura” di un popolo saranno ancora più duri da sconfiggere e ci vorranno decenni e menti “illuminate” (semmai le avremo) per modificare la mentalità di un “popolo” che, oggi, è vergognoso.