Sergio Consani

Loyos Isztoika e Karol Racz

Karol e il biondino. Accusati di stupro. Ormai tutti li conoscono, le loro foto e i filmati sono apparsi decine di volte sui telegiornali. Loyos ritratta, Karol si ritiene innocente. C’è qualcosa che non torna in tutta questa storia. A detta del biondino, pare che la confessione gliel’abbiano estorta con la forza la polizia italiana e quella romena. Non ci credo. Ma non perché ritengo i poliziotti (di qualsiasi Paese) puri e lindi come i santi, ma solo perché per estorcere una simile confessione avrebbero dovuto ricorrere alla tortura, come nel Medioevo, e non con qualche pugno ben assestato. Sì, certo, i cazzotti non fanno bene a nessuno, ma sono convinto che se io stesso fossi accusato di un omicidio che non ho commesso, non credo che confesserei tanto facilmente qualcosa che non ho fatto. Forse lo farei con i vecchi strumenti di tortura, ferri arroventati, sedie con chiodi che ti si conficcano nel sedere, estirpazione di unghie. Ecco, sì, probabilmente confesserei. C’è qualcosa che non torna, quindi. Ma non sarà che gli avvocati difensori, con la loro astuzia, ad un certo punto sono loro stessi a consigliare all’assistito di ritrattare per seguire poi vie legali più complicate ma che fanno venire dubbi sugli accusati? Chissà perché, spesso, le cose si complicano improvvisamente, e il fatto che i due ragazzini innamorati li abbiano riconosciuti non valga più. C’è la storia del DNA. Mah! Mistero. Ma sia chiaro: non condanniamo nessuno se non abbiamo prove certe, perché è meglio un colpevole fuori, che un innocente dentro.

Loyos Isztoika e Karol Raczultima modifica: 2009-03-10T11:29:54+01:00da
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