Una pagina del mio romanzo “Dieci modi per morire”

 

ORO_9502 (Medium).JPG

Vi regalo una pagina del mio libro:

Vado in un negozio di ferramenta, niente di più semplice. Entro e chiedo della corda robusta. Anzi, prima guardo, mi faccio un’idea, voglio fidarmi di me stesso per primo, la scelgo con gli occhi e con il tatto. Poi ne compro… quanti metri ne compro? Cinque, sei metri? No, troppo corta. Diciamo dieci. E se poi l’altezza del… no, ne compro quindici metri, per sicurezza. Mica posso chiederlo al commesso quanta me ne serve. Comunque meglio abbondare.

Mi chiudo in casa. Questa volta nessun rumore spaventerebbe i bambini di sopra. Per quanto riguarda poi il fatto che i nuovi inquilini del mio appartamento avrebbero trovato la mia anima in giro per i corridoi… be’, cazzi loro! Tanto io non avrei dato loro fastidio o tirato le lenzuola durante la notte. Per di più sarei dovuto finire dritto all’inferno, perché per i suicidi non c’erano che le fiamme immediate, quindi i miei “successori” potevano dormire sonni tranquilli.

Dunque chiudo bene la porta d’ingresso, a mandate e con il lucchetto, a scanso di visite inaspettate. Improbabili ma sempre possibili. Vado… dove vado? Dove cazzo la faccio passare la corda? Attraverso cosa? L’attacco a quel lampadario che viene giù se ci sputi sopra? Al tubo della doccia?

Calma. Il lampadario di solito è fissato ad un gancio robusto fissato a sua volta nel soffitto, dove c’è il cemento. Insomma, se uno ci mette un lampadario di ottone pesantissimo, il gancio regge eccome.

Ma io non sono un lampadario e non peso come un lampadario.

 

Dietro le quinte

Sergio set.jpg

E’ il titolo della fiction che è nata da un’idea mia, di Marco Conte e Luca Dal Canto. Una serie di episodi per la tv, divertente, con storie che coinvolgono i protagonisti di un piccolo teatro di Livorno, docenti e allievi. Ragazzi che imparano l’arte della recitazione, della scrittura, della comicità e che sognano di calcare un giorno qualche paloscenico importante. Gli insegnanti, tra i quali c’è Marco Conte (che davvero insegna recitazione nella sua Scuola di Teatro Vertigo), hanno le loro storie da raccontare e da gestire. Amori, illusioni, sogni, invidie, gelosie… insomma, tutto ciò che la vita ci regala. La sceneggiatura del primo episodio di 50′ è stata scritta da me e da Luca Dal Canto, e quest’ultimo è anche il regista. Gli attori, giovani e meno giovani, provengono tutti dalla Scuola di Teatro Vertigo di Livorno e molti di loro, se non quasi tutti, sono alla prima esperienza di fronte ad una macchina da presa. Ci siamo gettati a capofitto in questa avventura, appoggiati dalla Film Commission di Livorno per l’organizzazione delle location, ma senza che nessuno, per adesso, ci abbia dato un euro. Nel senso che la nostra, con dei bei rischi, è una produzione a costo zero. Ma i mezzi non ci mancano, e il nostro amico Benny, venuto apposta da Firenze per entrare in questo progetto, ha messo a disposizione carrelli, steady-cam, luci, il crane e tutto ciò che può servire per girare un episodio di tutto rispetto. A dopo l’estate l’ardua sentenza.

CONCORSO LETTERARIO PER RACCONTI INEDITI 

 

CONCORSO LETTERARIO PER RACCONTI INEDITI 

I PREMIO VERTIGO 2010

 

La Scuola di Teatro Vertigo promuove il “Premio Vertigo” – I Edizione 2010 – un concorso letterario di racconti brevi e inediti con tema a scelta tra “Cinema” o “Teatro”. I racconti, bensì il tema possa apparire non del tutto chiaro, non hanno limiti di fantasia, i personaggi possono solo “sfiorare” una sala cinematografica, commettere un omicidio sul palco di un teatro, intrecciare una storia d’amore con una maschera, sognare di allestire uno spettacolo teatrale… insomma, tutto è lecito purché nel racconto si citi o si agisca in un teatro o in un cinema. Più semplice di quanto sembri. In bocca al lupo a chi parteciperà.

Il bando di concorso è scaricabile qui in formato PDF. Scadenza 30 giugno 2010.

Bando di Concorso I Premio letterario Vertigo.pdf

Una bella presentazione

Copertina 1 Dieci modi per morire.jpg

Ieri pomeriggio ho presentato il mio libro “Dieci modi per morire”. E’ stata una presentazione simpatica, interessante e, grazie allo psichiatra Vincenzo Pastore, molto istruttiva. Marco Conte poi, da attore talentuoso, ha letto alcuni brani cercando di sdrammatizzare per non rendere pesante l’argomento. Sulla mia destra c’era Valentina, l’editrice, che ha raccontato al pubblico le innumerevoli difficoltà alle quali le medie case editrici – per non parlare di quelle piccole – devono opporsi. Il pubblico era abbastanza numeroso, e la Libreria Gaia Scienza ci ha accolti con molta professionalità. Ringrazio chi è stato accanto a me e naturalmente tutti coloro che sono intervenuti. Ora non resta che passare parola. Chi volesse ordinare il libro (tra poco si potrà ordinare anche su Ibs libri oltre che nelle librerie stesse della vostra zona) può telefonare direttamente alla Tagete Edizioni al numero 058756754. Leggetelo e poi… criticate pure. Vi avverto: è un romanzo drammatico, quindi preparate i fazzoletti.

Serata al Teatro Vertigo

Gruppo due seduti 1.JPG

Gran bella serata stasera al Teatro Vertigo. Oltre al mio gruppo, il Jazzin’ in Blue Jeans Quartet, ci saranno l’attore Marco Conte con i suoi divertenti monologhi, altri giovani attori molto bravi (tutti provenienti dalla Scuola Teatrale Vertigo) e un paio di ragazze che canteranno alcuni pezzi. L’incasso, come ho già detto su FB e sul blog del mio gruppo http://jazzininbluejeansquartet.myblog.it servirà per ammortizzare un po’ di spese per la fiction scritta da me e da Luca Dal Canto (che sarà anche il regista) le cui riprese inizieranno a Livorno lunedì 10 maggio. Cast tutto livornese, autori livornesi, locations livornesi. A costo zero. Si cercano sponsor, ovvio. In ogni caso, chi è della zona, stasera venga a vedere questo spettacolo, Scali del Pesce 11, Livorno, ore 21.

Il mio quarto romanzo

Consani_Brochure.pdf

S’intitola “Dieci modi per morire”, edito dalla Tagete di Pontedera. La storia drammatica di un uomo che s’intreccia con quella di un altro uomo. Due persone che per ragioni diverse si trovano a condividere lo stesso appartamento. Leonardo si è appena separato dalla moglie traditrice, Riccardo invece è uno scenografo omosessuale alla ricerca di un’identità. Il primo stila una lista di suicidi e i suoi pensieri sono costantemente alla ricerca del modo perfetto per farla finita. Il secondo vuole conoscere il padre che vive a Napoli e che ha saputo della sua esistenza solo dalla madre in punto di morte. Leonardo ha un figlio di sei anni e la drammaticità della sua storia sta proprio in questo rapporto. Un finale a sorpresa fa i conti con la vita e la morte.

Sopra, in pdf, la copertina del libro. Il dipinto a olio è del pittore Graziano Busonero.

Il 12 maggio (il giorno ufficiale dell’uscita del romanzo), alle ore 18.30, alla Libreria Gaia Scienza a Livorno, ci sarà la presentazione del libro. Accanto a me lo psichiatra Vincenzo Pastore, l’attore Marco Conte, e l’editore Michele Quirici.

Il libro si può avere anche ordinandolo via Internet attraverso i vari siti che si occupano di libri, o telefonando direttamente alla Tagete Edizioni: 058756754.

L’ISOLA CHE NON C’E’

Barche controluce.JPG

Basterebbe poco per salire su una nave e andarsene lontano. La prua che taglia le onde e abbandona la terra ferma, lasciandosi alle spalle amarezze, delusioni, sconfitte, dolori. Un’isola laggiù all’orizzonte, piccola oasi nel mare deserto. La nave ti lascia con il tuo umile bagaglio, pieno di niente e di ricordi naufragati tra le onde. Eppure la mente ti segue, è quasi inutile fuggire quando i pensieri ti si incollano addosso come i tentacoli di una piovra. Eppure i ricordi non sono tutti pietre ruvide e immobili: ce ne sono alcuni che assomigliano più a un fiore delicato, o a un cucciolo di animale. Ed ecco che, belli o brutti che siano, i pensieri si accavallano, il bene e il male si fondono, speranze e illusioni si scontrano, sconfitte e vittorie non hanno più alcun senso. Vorrei due persone sole con me su quell’isola: i miei figli. Alcuni giorni, non chiedo tanto.

Buona Pasqua?

Buona Pasqua.JPG

Va bene… auguro una Buona Pasqua a tutti. Soprattutto a quelli che si fanno vedere solo ai funerali, o ai battesimi, ai matrimoni e basta. Parenti, soprattutto parenti. Con gli amici è un altro discorso: con loro non c’è neanche bisogno di farsi gli auguri. Ma poi auguri di che? Passate i vostri giorni di ferie sereni e state tranquilli. Anche te Silvia, e te Shaun. Mi sa che non ho altro da dire.

Santoro, San Toro, Sant’Oro…

images.jpg

Non è un gran bel vedere la politica di oggi. Né un bel sentire. Santoro santo subito! Griderà qualcuno. Santoro sciorina parole che affascinano, come l’oro. Un evento mediatico quello di ieri sera che ha dell’incredibile: duecento piazze in tutta Italia collegate con “Rai per una notte” e più di centomila connessioni a Internet. Tutto questo per la minaccia della libertà. Ospiti illustri, con Travaglio che spara giuste sentenze, Ruotolo che ci illumina con le intercettazioni, Jacona che dice la sua con intelligenza, Serra che confronta la liberta inglese con quella italiana, Vauro che gode con la sua satira. Unica nota stonata mi è sembrata la presenza di Morgan, che, musicalmente, non ha fatto proprio una grande figura suonando il pianoforte mentre Venditti cantava. E poi, Morgan, mi è sembrato davvero poco lucido, confuso, così come mi ha lasciato un po’ di amaro in bocca la presenza di Nicola Piovani (mio ex quasi amico), il quale avrebbe potuto regalarci qualche parola. Lui, uomo di sinistra (così dice, ma “sinistra” è una parola grossa), ha un linguaggio forbito, è preparato sul tema, è intelligente e furbo; per questo avrebbe potuto dire due parole, due. È stato un bell’evento, ma non posso non temere per il futuro di questo Paese, stretto nella morsa di un Presidente del Consiglio che ha paura di non piacere a tutti, e se qualcuno lo contesta, lui lo accusa di essere il solito comunista. Silvio vuole i consensi non solo di una metà del Paese, ma dell’Italia intera. E a lui non va giù il fatto che ci siano persone che non lo sopportano. E allora fa di tutto per chiudere trasmissioni intelligenti, eludere i processi, farsi leggi che lo tutelino. Hai visto Silvio ieri sera quanta gente c’era che ha perso il lavoro e che è in cassa integrazione? Hai visto come l’altra metà del popolo non sia contento del tuo operato? Ci sarà un motivo per cui non ci piaci, no? E poi, sii uomo: ammetti che non hai la coscienza pulita, che se sei indagato per decine di motivi, di almeno uno ti sarai macchiato, no? Lasciaci la libertà, Silvio, perché senza la libertà un uomo reagisce, e prima o poi viene a bussare alla tua porta, senza tanti complimenti.