Caro Pinocchio…

 

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Carissimo Consani, ci è piaciuto molto il manoscritto che ci ha inviato, pertanto siamo lieti di comunicarle che potrà far parte del nostro gruppo. Le invieremo il contratto di edizione al più presto. Dobbiamo altresì comunicarle che per ovvi motivi di gestione, dobbiamo chiederle una somma di denaro per ammortizzare parte delle spese di stampa, ecc…

Questo accadeva nel 2007, al mio terzo libro. Rispondo gentilmente che non ho alcuna intenzione di pagare un euro per ammortizzare parte delle spese di stampa, ecc…, ma, parlando con l’editore giungiamo ad un accordo: lui mi dà 120 libri che io venderò per loro attraverso le presentazioni. È un totale di 1.950 euro. Non è uno scherzo. E vendere libri per conto proprio non è proprio la cosa più facile di questo mondo. Ma tant’è. Accetto. Mi spediscono il contratto, firmo, e dopo qualche giorno mi arrivano i libri; libri che dovrei vendere in tre mesi. Nel frattempo il mio editore, come da contratto, deve organizzarmi presentazioni, distribuire il mio romanzo nelle librerie che il suo sito sottolinea, promuovere… insomma, fare il lavoro di editore. Dopo tre mesi io sono riuscito a vendere una quarantina di libri, con una fatica immane, ma l’editore non ha distribuito il mio libro, né mi ha mai organizzato una presentazione né niente. Io li chiamo, scrivo email, faccio di tutto per fargli capire che da contratto si sarebbero dovuti muovere in ben altro modo. Loro mi rispondono che fanno il possibile (cioè niente) e vogliono i soldi. Io mi rifiuto di darglieli, e dopo qualche mese, dopo aver visto che il mio carissimo editore niente ha fatto per promuovere il mio lavoro, confermo che da me non avranno mai il ricavato delle vendite.

Carissimo Consani, le farò scrivere dal mio avvocato.

Vai a fare in culo te e il tuo avvocato. Invece mi scrive davvero, mi spinge a pagare. Io, a questo azzeccagarbugli, gli mando tutte le email scritte tra me e l’editore, cercando di spiegargli che se l’editore non ha fatto il suo lavoro e non ha tenuto fede al contratto, io non pago. Mi arriva l’ingiunzione, dovrei oppormi, ma non penso che arrivino a mandarmi l’ufficiale giudiziario, non posso crederci, non può essere. E invece arriva l’ufficiale giudiziario: somma da pagare 3.950 euro. Ovvio, con le spese legali. L’ufficiale giudiziario fa il suo lavoro e scrive su un foglio ciò che potrebbe pignorarmi: la tv, la macchina, il computer, la mia batteria e uno stereo.

Io se gli faccio causa ci rimetto anche le penne, perché pagare un avvocato è come andare a farsi prestare dei soldi da uno strozzino, con il risultato che poi magari la causa va avanti dieci anni e neanche vinci. Bene, loro hanno gli avvocati, io no. Loro hanno il potere, io no. Io dovrò pagare un editore di cui non faccio il nome ma che per scoprirlo basterebbe poco se uno è furbo.

Ora, caro editore, mica vorrai querelarmi, eh? Mica ho fatto nomi, giusto? Però tu, carissimo editore, siccome so che ogni tanto vieni a spulciare nel mio blog e sul mio sito, non ti rendi conto di essere veramente un uomo di bassa lega, bugiardo (per questo ti dedico la foto in alto) e profittatore? Io dovrò pagare la cifra che si è raddoppiata, ma stai tranquillo che appena potrò troverò il modo per fartela pagare legalmente. Senza contare la bella pubblicità che sarò costretto a farti. Invito ancora una volta tutti coloro che scrivono e che vogliono pubblicare un libro: non pagate mai gli editori che vi chiedono somme di denaro. Farete più fatica per trovare un editore serio che pubblica solo ciò in cui crede, ma almeno sarete tranquilli.

 

Caro Pinocchio…ultima modifica: 2010-11-16T18:34:46+01:00da sergio0591
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Commenti

Caro Pinocchio… — 10 commenti

  1. ma scusa: hai ragione da vendere, stando a quello che scrivi. E ti vuoi arrendere così, senza almeno provare a combattere? Lo so anche io che gli avvocati sono cari, per quanto amici possano essere. Però esistono anche le associazioni dei consumatori ed i relativi servizi legali… senza fare pubblicità ad alcuno (che forse non è ben accetta, e giustamente, visto che parlerei solo di chi conosco direttamente), se ti interessa scrivimi: forse una dritta riesco a dartela. Tanto a pagare c’è sempre tempo… ma fa rabbia darla vinta ai soliti prepotenti, no? ciao, un abbraccio solidale e già che ci sono… buon 2011!

  2. Non avendo soldi non potrei mai farmi pubblicare da un editore a pagamento.
    Non lo farei comunque per principio.
    O credi in quel che scrivo oppure nisba.
    C’est la vie! vivrò anche senza aver avuto questa soddisfazione!
    :: Daniele ::

  3. Oggi metti da parte la cattiveria del mondo e pensa a Te!
    Sii contento di essere la persona onesta che sei e felice di aver vissuto con i tuoi principi e valori
    … di sicuro non sei un santo… fosse solo perche’ sei un maschio…
    ma sei una brava persona!
    auguri con tanto affetto
    tua amica
    Stefania

  4. Incredibile, c’e sempre chi specula sulla bravura degli altri!!! Ha ragione Giuseppe ulla storia del Grande fratello, cosa ci si aspetta? Cmq l’editore non sa cosa si e’ perso, alla cattiva pubblicita’ non ci pensa?

    ciao Sergio, buona domenica!!!!

  5. Carissimo Consani…
    No, scherzo, ma ridiamoci amaramente su, vai. E’ davvero una brutta storia quella che racconti. Una storia che forse fa pensare che magari sarebbe stato meglio per te che avessi pagato quelle copie che ti avevano proposto all’inizio… Siamo addirittura arrivati a questo! Che uno scrittore per avere la soddisfazione di vedere diffuse le proprie opere (o almeno per avere il miraggio che questo accada) deve prima di tutto tirare fuori i soldi di tasca propria per “sostenersi economicamente”. Come se l’impegno, le idee e il tantissimo tempo speso (con amore, per carità) nella stesura e limatura dei propri testi non fosse davvero abbastanza.
    Caro Sergio, anche a me neanche tanto tempo fa più di un piccolo editore di cui non importa fare il nome (davvero, non importa) propose di “partecipare” alla pubblicazione del mio primo libro di poesie con una cifra “simbolica” che andava dagli 800 ai 1000 euro. Ho rifiutato per puro orgoglio, pensando che, se fossi riuscito a diventare davvero bravo, un giorno magari avrei trovato qualcuno che mi sponsorizzasse in maniera gratuita. Ma è una pura utopia, la mia. Per la letteratura, ma ancor più per la poesia, nel nostro caro Paese stiamo vivendo davvero tempi bui. Tempi in cui gli editori potenti probabilmente si guardano bene dal pubblicare l’opera di uno sconosciuto o di un autore poco noto, preferendo invece litigarsi fra di loro come tanti cani famelici le ossa (gli scritti) degli autori stranieri maggiormente pubblicizzati o comunque già famosi. La Cultura viaggia col catetere. C’è davvero pochissimo spazio per gli emergenti. D’altronde in un Paese dove il Grande Fratello è giunto alla 11ma edizione e dove quasi più nessun giovane legge Orwell cosa ti aspetti?

  6. Ciao Sergio! Purtroppo il mondo dell’editoria è pieno di tipografie travestite da case editrici. Grazie per aver raccontato la tua esperienza e mi dispiace di quello che ti è successo. Il problema non è tanto il fatto che chiedano soldi, ma che oltretutto non fanno nemmeno il loro lavoro. Prendono i soldi e se ne lavano le mani, senza fare editing o promozione, sfruttando i sogni delle persone. Io questa la chiamo truffa, ma purtroppo è una truffa legale.

  7. Caro sergio,

    quante disillusioni nella vita di un artista! Pensa a Van Gogh…ha venduto un solo quadro ed a suo cognato fin tanto che è stato vivo! E’ per questo motivo che scrivo e dipingo fuori da qualsiasi meccanismo commerciale, che mi tengo a debita distanza da profittatori di vario genere che succhiano energie e creatività agli altri. Loro, gli artisti del raggiro, si avvantaggiano della totale mancanza di scrupoli che invece è completamente assente nella vita di chi usa il cervello per decorare la vita. Amaro destino il nostro o il loro? Io preferisco il mio che ancora mi consente di entusiasmarmi e di osservare la vita nelle sue sfaccettature più profonde. Alla fin fine i soldi vanno e vengono…le emozioni invece sono un patrimonio inalienabile.

  8. Caro Sergio
    la correttezza e’ una grande qualita’…

    Bisognerebbe pensare meno agli interessi e ad una qualita’ migliore della vita!

    mi dispiace…

    un abbraccio