Il senso dell’umorismo

Esaurito, provvisoriamente, l’argomento solitudine, innesco una nuova miccia: quella del senso dell’umorismo. Vecchia storia, questa, dove le donne credono di averlo e gli uomini pure. Verrò attaccato all’istante, lo so, ma attraverso le mie esperienze di vita ho appurato che il senso dell’umorismo del mondo femminile è decisamente minore rispetto a quello maschile. Averlo appurato non significa naturalmente che abbia ragione: è solo una constatazione personale. Di loro, cioè delle donne, posso dire che sono decisamente più furbe e più scaltre; noi uomini, soprattutto se ci troviamo di fronte a loro e alla loro bellezza, diventiamo un po’ coglioni. Crediamo di essere cacciatori, e invece le nostre belle prede sanno come farci cadere nelle trappole che noi stessi abbiamo disseminato lungo la strada. In ogni caso sono rare le donne che ti fanno ridere. O che sanno apprezzare battute sarcastiche. Spesso sono permalose e di rimando ti lanciano frecce avvelenate usando il solo sguardo. Gli uomini però, pur se dico che di senso dell’umorismo ne hanno un tantino di più, scadono spesso nella volgarità, con battute stupide o barzellette che forse neanche mio nonno raccontava. E poi, secondo me, chi racconta barzellette non è detto che abbia quel tipo di umorismo che intendo io, ma è solo uno che vuole essere al centro dell’attenzione. Avere il senso dell’umorismo è indice di intelligenza acuta. O no? E l’intelligenza acuta delle donne, che non sfruttano per l’umorismo, si lancia verso altre mete. Quali siano le loro mete ce lo dicano loro.

Il senso dell’umorismoultima modifica: 2008-02-21T17:00:00+01:00da sergio0591
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Commenti

Il senso dell’umorismo — 85 commenti

  1. Ops, scusa Emi, pensavo fossi donna. Va be’, ma in effetti non cambia niente, per cui, per un motivo o l’altro potresti benissimo avercela con gli uomini. Perché no? Sinceramente poi devo dirti che io non mi sento per niente ancorato al concetto uomo/donna; semmai mi piace capire le differenze che ci sono tra l’uno e l’altra, ma solo per tentare di comunicare di più.

  2. ehm… cmq io sono un uomo… è che questa storia dei sessi ancora non l’ho capita bene… ci sono granchi che hanno una specie di femmina e due di maschi, per non parlare dei funghi, ci sono un sacco di sessi… è l’umanità che è ancorata al concetto di uomo/donna, la Natura ha molta più fantasia!!! 😉

  3. “L’umorismo è un’invenzione della cultura”… sì, può darsi, ma non è OVVIO che siano gli uomini a ridere e a far ridere (altri uomini). Intanto queste parole mi suonano come se tu avessi il dentino avvelenato nei confronti degli uomini, sbaglio? Dai, il trucco è quello che dobbiamo comunicare di più tra noi, lasciando perdere il mondo omocentrico e roba varia. Lo sappiamo bene quante angherie la donna ha subito (e ancora in parte) nei secoli, ma quelli che parlano qui ora, in questo blog, per esempio, è tutta gente che non credo pensi che l’uomo è superiore alla donna. Qui si scherza dicendo cose serie, come quello di aver detto che noi abbiamo più sense of humour di voi. E’ ovvio che sono le esperienze di vita che determinano poi concetti e preconcetti. Ti vengo a trovare sul tuo blog.

  4. l’umorismo è un’invenzione della cultura. In un Paese Omocentrico è OVVIO che siano gli uomini a ridere e far ridere (altri uomini).

  5. Sono assolutamente d’accordo con il pensiero di Nautilus. Se in qualcosa ho sbagliato anch’io mi scuso. I giudizi lasciamoli a Dio, per coloro che ci credono.

  6. Sono addolorato del dolore di Nautilus e mi spiace che lo scritto non pemetta di udire il tono delle mie parole – sono con lui d’accordo e preferirei che la possibilità che a noi stessi regaliamo di tentare di comunicare con altri fosse sentito come un dono, anche se qualche volta si azzarda imprudentemente un suggerimento che più che dono può sembrare intrusione.

  7. Neanche a farlo apposta gli ultimi post confermano un’impressione negativa che ho da un po’ sugli interventi che si succedono su questo blog: la tendenza a tranciare giudizi, analizzare la personalità, trarre conclusioni su persone di cui non si conosce NULLA.
    E’ la prima volta che mi càpita in un blog: magari ci si scozza, si fanno sarcasmi feroci, si arriva perfino all’insulto personale, ma mettersi a tracciare precisi quanto immaginari profili psicologici di perfetti sconosciuti mi pare un’usanza mai incontrata altrove.
    Si usano anche toni soft e apparentemente rispettosi, ma quando ci si azzarda a fare il ritratto, magari agrodolce, di chi non si conosce, è sempre una mancanza di rispetto.
    Lo è perfino se lo si fa con gli amici, figurarsi con uno che non hai mai visto in faccia. O ci hai scambiato tre parole.
    La prova è che molti interventi sono farciti da: sono l’opposto di quel che dici-io non sono così-io sono questo e quest’altro ecc., con tono sempre un po’ piccato, giustamente.
    Mi viene il dubbio di averlo fatto anch’io che pure ne sono alieno, tanto è costume comune su queste pagine, speriamo di no.
    Non è una critica ai singoli, probabilmente questa particolarità nasce dal fatto che siamo sempre un po’ gli stessi e alla fine viene naturale credere d’aver compreso la personalità altrui.
    Ma è un comportamento sbagliato, e lo è perfino quando ci s’indovina.

    Sergio, sulle citazioni alla livornese…: ‘un ti rispondo nemmeno.

  8. “Ciò che non capisco rifiuto e vivo un rancore sordo che non mi abbandonerà mai…”: questo è quello che si dice avere un gran senso dell’umorismo. Neanch’io dimentico nessuno, tranquilla, e anch’io imparo dagli altri. Però… mamma mia che giudizio hai dato di me… ma come fai a conoscermi così bene? In ogni caso chiudiamola qui: ho detto che questo è un blog per tutti e non per quattro o cinque di noi che parlano di cose che non interessano coloro che entrano per la prima volta.

  9. Invece tu e tutti gli altri a me mancherete… ogni persona mi lascia qualcosa di sè, anche la peggiore e non voglio dimenticare nessuno. Ma tu sei fatto così… ciò che non capisci rifiuti e vivi un rancore sordo che non ti abbandona mai… che non lascia mai posto ad un briciolo di umanità!

  10. I tuoi saluti sono tali e quali a quelli che ci hai fatto quella sera al corso, cara Paola. Evidentemente è proprio nella tua natura. Buona fortuna anche a te. Per quanto mi riguarda non mi mancherai.

  11. hai certamente ragione Sergio! Ma non ho visto sollevare la stessa contestazione ad altre argomentazioni del tutto personali ma al maschile. Comunque questo è il tuo blog e per il mio sentire non è un posto nel quale io mi senta a casa… credo che vi saluterò qui augurandoVi fortuna, salute e tutto quanto desiderate.
    Buena suerte

  12. Devo intromettermi. Per due ragioni: la prima è perché questo dialogo a due, anche se forse altri lo stanno seguendo, sta diventando personale, troppo personale per poter vivere a lungo in blog aperto a tutti; la seconda ragione è che questo post doveva trattare il senso dell’umorismo e, come prevedevo, voi due, femmine o donne, date dimostrazione di avercene meno. Ogni post ha un suo argomento, ma se in ognuno poi dobbiamo sempre finire in lacrime, repressioni, fustrazioni o cose del genere allora… Allora evviva Fuss con i suoi panegirici e Nautilus con le sue citazioni! A proposito, Nautilus… le tue citazioni tanto apprezzate da Fuss, sono una dimostrazione della tua cultura nozionistica o di un esame attento della tua coscienza e della tua sensibilità?

  13. Scusa Enrica, ma continui a tagliare giudizi e forse neanche te ne accorgi! Mi vedi… ma come cavolo mi vedi?? Tu non sai niente di me e di ciò che provo se non quello che a tratti ho scritto qui. Se e’ vero che ho un dolore dentro (e c’e’) e’ molto lontano da ciò che tu pensi o credi. Ho impiegato 5 anni a capirci qualcosa io e non ne sono venuta ancora fuori e tu, magicamente, capisci chi sono, come sono… fragile, ma allo stesso tempo mi dici che dovrei darmi una regolata vista l’età, e poi… etc.. Per diretela in poche parole… aspettavo solo il momento di diventare nonna e mi sono trovata a dovermi rimettere in gioco! Ho faticato non poco a trovare la direzione, a ricostruirmi un tessuto affettivo che con la separazione come e’ ovvio avevo perso. Ho sofferto del dolore delle mie figlie che d’improvviso si sono trovate sprovviste di quella sicurezza che dà avere una famiglia alle spalle ed ho dovuto ingoiare l’amarezza di non poter più offrire loro tutto il sostegno economico di cui avrebbero avuto bisogno. Ho incontrato “lupi” sulla mia strada che mi hanno divorata in un sol boccone tanto ero impreparata alla meschinità, all’egoismo, alla menzogna. Ho pianto Enrica e tanto, ma sempre lontano dallo sguardo delle mie figlie, alle quali regalavo quel briciolo di forza che mi era rimasta. Ma mentre piangevo rimboccavo le maniche, cercando nella mia testa la soluzione ai centomila problemi che dovevo affrontare, economici ed affettivi. Non mi sono arresa e non lo farò mai! Continuo orgogliosamente ad essere me stessa nel bene e nel male, e non lascio a chicchessia di modificare il mio mondo “pulito”, di contaminarlo di falsi “credo”. Non mi svendo e non mi dò, e cerco qualcosa che fino ad ora mi è stato negato… un amore vero e leale! Non sono fragile, ma molto provata si! E chi non lo sarebbe? Tu parli, scrivi etc… ma non hai figli a quanto capisco, e forse non puoi renderti conto di che cosa vuol dire cercare di proteggerli quando non hai armi per farlo! Oggi a distanza di 5 anni dopo aver affrontato la tempesta su una zattera di paglia, riesco a intravvedere un barlume di terra su cui approdare, a capire meglio chi sono e che cosa effettivamente voglio… ma le ferite rimangono e mi ricordano che il mondo è pericoloso per chi non è abbastanza cattivo! Così mostro i denti e ringhio sperando sempre che chi ho davanti non si accorga che tremo!

  14. Rinuncio Paola e ti assicuro che hai tutta la mia simpatia e stima. Rinuncio perchè ciascuno deve vivere come più gli aggrada questa avventura che è la vita.
    A te tutto il mio rispetto.
    Vorrei fosse chiaro che anche io, come molti credo, faccio quel che mi va di fare in perfetta sintonia col mio sentire più profondo e che, guarda caso, non sa, non vuole e non può prescindere dallle persone che mi circondano. Diventerei schizofrenica.
    La menopausa è un accadimento del tutto naturale come il menarca e che, come il menarca, sottolinea cambiamenti profondi, fisici e psichici, di una donna. Ognuno li può vivere come vuole o sa, ma questa è la realtà dello scorrere del tempo. La cura della persona assolutamente un dovere per se stessi e per gli altri.
    Mia nonna, che ho adorato, non si è mai mostrata in disordine o trascurata. Aveva un’attenzione quasi maniacale per il proprio esteriore e mi ripeteva: “Da giovani per piacere, da vecchi per non dispiacere.”
    Certo, se l’avessi vista vestita a “Vispa Teresa” qualche dubbio mi sarebbe venuto. Nota che nonna a 90 anni, se le portavano un taglio di stoffa blu a pois bianchi storceva il naso e :”Me lo metterò da vecchia” diceva indispettita.
    Non credo ci sia bisogno dei mitici 18 anni dentro per nutrire speranze e progetti per se stessi o per chi ci è caro. Purtroppo io non cerco verità negli occhi di chi mi ama. Apprezzo i complimenti che me ne vengono, certo, ma la verità…la verità cara mia non riesco quasi a trovarla in me figuriamoci negli altri.
    Non mi offendo per nulla di quel che dici e mi accollo anche della superficiale dal momento che non ho visto in te una donna coriacea, nè impulsiva, nè eccessivamente appariscente.
    Senza voler giudicare nessuno mi è apparsa una donna fragile, reattiva non sempre a proposito, ferita ed appesantita (come in molti del resto) da un passato non sempre facile.
    La tua bontà di fondo o la tua cristallinità sarei l’ultima a poter o voler mettere in discussione.
    Se tali qualità, normalmente rare, sono davvero tue, del che nessuno ha motivo di dubitare, non ti verrà difficile riconoscere le stesse negli altri.
    Con affètto

  15. Cara Enrica… il mio senso dell’umorismo va molto al di là del tuo evidentemente! Io non mi sento ridicola se a 52 anni faccio ancora ciò mi va di fare, congruo o meno con l’età che mi rappresenta. Per me è importante “vivere” in sintonia con il mio mondo interiore che, bada bene, è mio e non delle persone che mi vivono intorno. A questa età dovremmo aver imparato tutti, che è una corsa di sola “andata” ed è bene osservare con attenzione il panorama che ci sfila davanti perchè accadrà solo per una volta. Tu vivi come meglio credi la tua “menopausa” che è tua, alla mia ci penserò quando realizzerò di averla… e per adesso non è ancora accaduto! Essere una donna o femmina non ha una scadenza… avere cura del proprio aspetto non vuol dire essere superficiali o stupidi, ma soltanto avere rispetto di se stessi e delle persone che ami e che ti amano. Nel caso specifico si tratta delle mie figlie ed è nei loro occhi che cerco la verità che mi rappresenta. Sentirle orgogliose di me, del mio modo di essere e di gestire la vita, è l’abito migliore che ho mai indossato. Il mio avere 18 anni dentro, non significa comportarsi come se ne avessi 18, ma solo continuare a nutrire sogni, speranze e progetti per me e per loro.
    Superficiale e’ giudicare senza conoscere e scusami Enrica, non ti offendere, ma e’ quello che tu hai sistematicamente fatto nei miei confronti. Tu hai visto davanti a te una donna coriacea, impulsiva ed appariscente e da questi pochissimi elementi mi hai giudicata, senza avere idea nè della mia storia, nè dei miei ideali. Ma non crucciarti e’ lo stesso errore che commettono tutti… ed io ho smesso da tempo di aver voglia di far cambiare idea. L’unica cosa che so con certezza è che chi ha avuto davvero voglia di conoscermi oggi mi apprezza e mi vuole bene per la mia “cristallinità” e per il mio essere una persona profondamente buona. E questo è ciò che per me davvero conta… bella o brutta… giovane o vecchia!

  16. Confidano tutti nel tuo SdU Paola. Capita di avere cinquant’anni suonati e sentirsene diciotto, e il SdU deve essere spiccato. Spesso ci si prova un abito che magari ci sta anche bene addosso (diete o natura soccoritrici nel mantenere certe forme nonsostante l’incombente menopausa) ma che non si confà più al viso che altri segni porta. Talvolta ci compiacciamo di noi stesse davanti allo specchio convintissime che non ce la passiamo male, finchè incontrando magari un’amica dopo tanto tempo la troviamo così cambiata che diventa lei il vero specchio del nostro aspetto esteriore.
    E, se abbiamo coraggio e tanto, ma proprio tanto Sdu, ci teniamo ben nascosti i 18 anni che ci sentiamo dentro, pronte magari a sfoderarli all’occorrenza verso chi, più giovane, non si aspetterebbe certe uscite o battute da una quasi nonna o verso chi ci prende talmente di cuore e di testa che ogni sgambetto scherzoso è lecito. Io neanche li vorrei diciotto anni con la testa che ho ora, potessi magicamente riaverli te li passerei in un sol pacco. Li ho avuti e vissuti pieni una volta nella vita e tanto mi basta e avanza. Cerco, non senza difficoltà, di vivere i cinquanta come la vita mi ha assegnato e come credo congruo e coerente fare. Buona giornata Paoletta

  17. Ripeto ciò che avevo già scritto e che si è ficcato in un altro argomento.
    “Di solito il commettere errori non dà felicità: stavolta invece, signora Paola, sono felice come una Pasqua! Che mi sia permesso di lanciarle un segno di affètto e che le sue favole si rinzeppino di Fate vincenti e battagliere: e buona giornata!”

  18. ermeticamente… sono una persona che sorride e ride (fuss) e che si rimbocca le maniche sempre e comunque. Non mi manca proprio niente in quel senso Marghi, sono fortunata perchè ancora a 52 anni dentro ne sento 18. Ho espresso un concetto in maniera “umoristica” e tutti si sono scaldati, dimostrazione della mancanza totale di Humor. Hai ragione Sergio (questo te lo devo) cerco l’amore con la “A” maiuscola e non riesco a trovarlo…forse sono troppo romantica o forse troppo ingenua… ma comincio a credere che sarei dovuta nascere nell’ottocento per trovare ciò che cerco. In ultimo e non ultimo, non sputo veleno, ma cerco solo di esprimere il mio punto di vista… troppo accanitamente? Forse! Ma sono dell’idea che chi ha idee e ideali ha anche l’obbligo di difenderli… Buon proseguimento a tutti

  19. non c’entra nulla…. solo per appassionati e curiosi. Sergio sarà felice di Art
    http:/tv.repubblica.it/home page.php?playmode=player&cont id=1731

  20. Oddio… mi avete fatto davvero ridere (in senso positivo e senza riferimenti al senso dell’SdU…). Mi divertono queste discussioni!No, Sergio, veramente non mi sto per arrabbiare. Nella vita tutti abbiamo la libertà di dire la nostra… e tutti in questo blog la pensiamo in modo diverso. Ben venga… sai che noia se fossimo tutti uguali! Grazie Enrica apprezzo le tue parole, ma devo farti un appunto. Ho soltanto 24 anni all’anagrafe, ma durante la mia vita non ho vissuto nel mondo di Alice nel paese delle meraviglie. Ho passato momenti difficili e non di certo perché papino non mi comprava l’ultimo modello della Nokia. Altre storie… quindi, se mi permetto ancora di esprimere quelle affermazioni che sento nel profondo di me, è proprio perché cerco di esorcizzare qualcosa che non mi piace per niente. Non sono la bambina dolce dal faccino pulito che vive circondata dai fiorellini, anche se forse è questo che traspare. Sono così perché ho la fortuna di avere una famiglia che mi sostiene in ogni circostanza!
    Dico questo ma in totale tranquillità! E, sono più d’accordo quando si dice che siamo tutti uguali nella nostra mancanza di Sdu… mi piace più così:).
    Vi saluto e sorrido 😉

  21. Good morning, Blog!
    Ora che l’Enrica ha inventato la Stele di Rosetta, come fa uno a resistere alla ormai consueta, ammaliante e fumigosa liturgia del rito? Continuerò a scolpire ‘l’incomprensibile’, tipo geroglifico egizio aspettando la sabbia, gli spalatori sudati e un qualche improbabile esploratore, o inglese o venusiano, che sia finalmente capace di decifrarmi – con un po’ di intergalattico SdU, e mi imbuchi dentro i sotterranei di un museo: mica la Guggenheim voglio!
    Non è il caso di mollare, soprattutto perché lo schietto Nautilus (che quando parla senza ringhiare, ha ragione lui, sembra proprio l’amico leale che dice, ed allora gli fo volentieri da sponda al suo necessario connaturato ‘abrasivo’) penso proprio che non mi odi davvero, anzi: l’odio è quasi sempre cosa certa, mentre l’amore può amare, ferire, carezzare e volare via dove vuole lui.
    Per la pistola, non si preoccupi: ho finito i rumori dei colpi a salve – e senza il botto, anche a salve, non sa più di nulla.
    Dunque, questo tentativo di inventare contenitori-immagine decorati che potessero evocare e riempirsi delle emozioni proprie di ognuno è fallito. Il signor Giampaolo parla di forma non a caso ed io penso che la forma, che può sembrare un elegante secchio vuoto, sia invece nella sua ricerca di armonizzare il caos a misura, capace di essere di base ai significati profondi e grandi, che sono interrogativo quotidiano: una specie di piccolo trucco di escamotage. La forma può contenere il concetto, facendolo dinamico: un piano inclinato che dia corsa a una sfera – ognuno la sua.
    Il SdU non uccide la vita, ma chi esagera nel rappresentarla – quel te stesso o colui o colei che non vorresti mai essere o che magari invidi: lo esorcizi attraverso una deformazione umoristica con l’idea-progetto di poter evocare e far giungere ‘l’uomo nuovo’ (anche se non ci credi e forse proprio per ciò).
    L’estasi dello Gnù sta nel sublimare se stesso nel farsi mangiare dal Leone, per poter diventare parte di lui e il caro zio Oscar fu vittima egli stesso del suo sottile, sensibile e crudele SdU – azzannato e mai digerito dai quieti feroci colonialisti Vittoriani coi baffi.
    Ciao, Nautilus! Speriamo di arrivare almeno ad un 50%, come un buon Cognac – poi c’è la sorpresa dell’invecchiamento in botte, che io sto godendo già da un po’.
    Spero di essere stato ‘non ci si capisce un fico’ anche stavolta, tanto per non rovinare una fama già così duramente acquisita.
    A Nautilus dico: lealtà per lealtà questa cosa l’avevo già scritta prima della lettura della ultima limpida tua. Cosa posso aggiungere che non sia una bischerata? Ci provo: accordiamo gli strumenti!

  22. Io sono sempre spiazzata di fronte all’idealismo sentito e vero (che Dio glielo conservi sempre) di Marialaura a cui vanno sinceramente tutto il mio affètto e la mia stima. Nonostante, fosse mia figlia – meno male non lo è, passerei metà della mia vita a cercar di evitarle gli inciampi inevitabili che la vita propone. Grazie Marialaura per la tua freschezza impegnata, sincera e non studiata. Il tempo è la sola cosa che temo per te.
    Non credo, nella mia prosaica “traduzione” di aver tradito lo spirito di Fuss, una persona che esprime concetti attraverso immagini perchè così gli viene. Lungi da me dare interpretazioni personali, diciamo che era solo una versione in prosa Sergio, solo ad uso e consumo di chi, non abituato a questo esercizio letterario, ormai bandito anche dai programmi scolastici, si trova sperso. Le immagini ed i discorsi di Fuss non sono poesia ermetica, caso mai simbolica, e non son neanche poesia. Son quel che sono. 950 parole su cento incomprensibili? Ribadisco solo versione in prosa Sergio.
    Sempre più alta la stima per Nautilus, deluso da una banale incomprensione nell’attesa frenetica dei PACS.
    Personalmente il loro scambio mi diverte e trovo cosa non comune. Qualora fossero di disturbo o causa di mal di testa per atri, li invito vivamente allo scambio reciproco delle e-mail ( chi dei due non mi mette in copia la su’ mamma lo so io ovvia). Ciao Nautilus, cerca di non far brucia anche se i ragazzi ti fanno sgomentare e per Fuss smitizziamo per favore. Lo potremmo chiamare Fussycat-fussycat parafrasando Tom Jones

  23. Sergio, per gli altri non so, con me sbagli analisi di brutto. Io non sono neanche lontanamente incazzato, risentito o offeso, sono addolorato.
    E non c’era nessuna aspra battaglia fra me e Fuss, ne mancava proprio l’intenzione, anche in lui son sicuro.
    Ho stima e simpatia per Fuss (come penso molti) e le sue uscite non mi feriscono.
    Sono io che ho un modo di scrivere e parlare sempre (troppo?) pieno di ironie, battutine e sarcasmi, quello che io chiamo il mio particolare sense of humor che si presta davvero troppo ad essere equivocato. Mi viene automatico, come a Fuss viene automatico l’ermetismo. Come lui, non lo posso abbandonare, è più forte di me.
    Alcune persone lo accettano, tante altre no. Con Enrica ci prendiamo in giro senza problemi e senza malanimo, non c’è aggressività né cattiveria e lo sappiamo tutt’è due.
    Le mie parole a volte però sembrano davvero un’ aggressione anche se l’intenzione è tutt’ altra, lo capisco.
    Io sostengo questo: se fra due persone si stabilisce una corrente di simpatia e soprattutto di fiducia si può arrivare anche a sarcasmi pesanti senza conseguenze, perché sappiamo che l’altro ci vuole bene e sta scherzando DAVVERO: non lo fa per COLPIRCI ma per GIOCARE, ed è bellissimo.
    E’ quel che alcuni hanno descritto del loro rapporto col partner.
    Quindi l’umorismo può avere due facce, come tutte le cose umane, può essere usato per il bene ma può essere usato per far del male.
    In quest’ultimo caso è veramente un’arma allo stesso tempo subdola e micidiale.
    Il ridicolo come sappiamo uccide più della spada.
    Nella mia vita ho fatto alcune cose di cui non sono fiero, ma non ho mai messo in ridicolo nessuno.

  24. Ah! Ah! Bene, bene… in fondo era quello che volevo… qualcuno s’incazza, si risente, si offende e, come era prevedibile, diventa aggressivo. Quindi concordo con chi dice che il senso dell’umorismo è figlio dell’aggressività. Marialaura… chi ha detto che “la donna non ha il senso dell’umorismo”? Nel mio voler smuovere gli animi dei bloggers, con un pizzico di aggressività, appunto, ho iniziato nel dire che la donna “ha meno sdu (uso l’acronimo di Fuss) dell’uomo”. E questo l’ho detto solo in base alle mie esperienze. Come direbbe una ragazza che ormai qui non si fa più sentire, “io so tutto della vita”. Questa è stata davvero la cazzata più grande scritta in questo blog, e non era certo sdu, il suo: solo rancore nei miei confronti. Bene, è vero, l’abbiamo appurato: lo sdu è segno di aggressività, e neanche troppo latente. Ed è vero anche che io sono aggressivo con il mio spirito da livornese purosangue (che poi non è neanche vero perché mio nonno era di Sarzana!). Chi si è risentito fino ad ora quindi ha poco sdu? Paola versa gocce di veleno su queste pagine, Marialaura, persona stupenda che conosco, sta lì lì per incazzarsi davvero. Ma c’è da dire che anche “la battaglia” tra Nautilus e Fuss, è nata dall’ironia e ora si sta facendo aspra. Ad oggi c’è una parità di mancanza di sdu fra gli uomini e le donne. Stai a vedere che alla fine dovrò affermare che lo sdu ce l’ha chi ce l’ha, senza distinzioni di sesso. Ah… Enrica… io mi risparmierei le traduzioni fussiane: facciamo come per le poesie, cioè che ognuno le interpreta come vuole, senza stare a perdere tempo e spazio. E poi perché dovremmo credere alle tue traduzioni? Il fatto che tu conosca Fuss personalmente non ti da il diritto di porgere sul piatto di chi non riesce ad interpretarlo traduzioni che potrebbero scaturire solo da un tuo personale pensiero. Ah! Ah!

  25. Eccomi qui di nuovo dopo un berve periodo di latitanza (che, probabilmente, non avrete neanche notato…). Ho letto più volte quello che avete scritto. Mi trovo d’accordo con alcuni, ma non con altri. Vi risparmio gli “schieramenti” (sto usando l’umorismo..) che preferisco! Volevo, soltanto, esprimere qualcosa che mi preme. Fatemi capire… noi DONNE non abbiamo il senso dell’umorismo? C’è solo un tipo di donna che non lo ha: quella che se la tira, che va dal parrucchiere ogni giorno perché altrimenti non è alla moda, quella che non pulisce in casa perché si è appena fatta la manicure! Le donne che hanno il senso dell’umorismo sono molte. Sono quelle che la mattina escono in jeans e maglietta, senza tacchi o spacchi vertiginosi. Sono quelle che si emozionano perché osservano il sorriso di un bambino. Sono quelle che escono struccate senza farsi troppi problemi… se non è sapersi prendere in giro questo… non ho capito niente della vita!
    Badate bene… gli uomini non hanno senso dell’umorismo (ovviamente non sto generalizzando, alcuni lo hanno!), hanno il senso delle battute gratuite spesso anche molto tristi e volgari su qualunque cosa, non solo sulle donne (il che è ancora più grave!). Da donna, mi sento di esprimere quanto sia bello ridere con il proprio uomo, anche dei nostri difetti fisici o di errori commessi dell’uno e dell’altra. In fondo, una coppia è anche questo… ironia e complicità. Se con il proprio partner non si riesce a far questo… magari cerchiamo altrove!
    Una donna è ironia… se sa utilizzare la sua intelligenza (molto arguta e brillante!).
    Scusate il poema…

  26. Caro Fuss, purtroppo mentre tu hai un modo, a detta di tutti, ermetico di comunicare, io ne ho uno scherzoso-semiserio e aggressivo che mi pare per te sia ancora più ostico di quanto sia il tuo per me.
    E’ grossa fonte di equivoci, sono il primo a riconoscerlo quindi lo uso quasi soltanto con certe persone, con gli altri non mi permetto ma questo non puoi saperlo.
    Continuerò a seguirti con interesse e se posso dirlo, affetto, ma d’ora in poi eviterò i contatti, ho l’impressione che poi ci rimaniamo sempre male tutti e due.
    Non ero però un gatto, ero un tuo amico anche se per troppo poco, mi spiace si sia capito il contrario.
    E non c’entra la pistola , contro l’incomunicabilità è meglio arrendersi entrambi.
    Ciao.

  27. Credo che Fuss e Nautilus siano 2 galli in un pollaio (se mi passate questo bucolico paragone), entrambi dotati di spiccato SdU e di intelligenza e fantasia (a mio avviso fantasia e intelligenza vanno a braccetto) e che traggano godimento dal punzecchiarsi l’uno con l’altro.
    Concordo con Fuss che SdU (ed anche ironia) sviluppino quasi sempre agressività, in quanto prendere/prendersi in giro comporta una sottile brutalità

  28. Non ho capito cosa così puntigliosamente Nautilus voglia da me; se è un pretesto per incazzarsi, glielo regalo.
    Sono comicamente sempre dell’opinione che l’umorismo contenga, assieme alle sue interrogative positive, aggressività.
    E’ controcorrente, lo so: ma perchè controcorrente vuol dire essere stupido? Scorciato d’ala, anatra zoppa?
    Se Nautilus mi vuole stupido e squalificato, faccia pure; dirà, ci scommetto uno a dieci: non occorre, l’hai già abbondantemente fatto da te con le mani delle tue cazzate!
    Va bene! Forse però ho detto anche altre cose: tirare fuori una mela bacata non significa che tutto il cesto lo sia.
    Un topo, anche grosso vecchio e sfigato come me, non ha lungo futuro tra due gatti. Preferirei che Nautilus evitasse la minaccia e non s’incazzasse: prima di tutto non ne vale la pena, come lui ben sa, e poi perché penso che un po’ incazzato già lo sia di suo.
    Come possono intendersi un Kripton e un Incazzato? Rien à faire!
    Per la cronaca: mi sto sparando a intervalli regolari con una pistola a salve. D’accordo? Fuss

  29. E ben risponde il tuo ommento Gianpaolo ad un’altra questione. Cioè a quella, che in qualche modo, ci vede spesso prevenuti verso chi si esprime in maniera diversa. Nautilus, analitico e raziocinante ovviamente va a pensare che dietro l’ “insolita” espressione ci debba per forza essere uno studio, una ricerca magari un po’ maligna per confondere o far passare chissà quale idea. Di intelligenza a Nautilus gliene attribuisco un sacco.
    Non concorda con Fus, e va bene così. Ma cerca di capire le sue espressioni, visto che questo è un blog di scrittura ed altro.
    Vediamo se riesco a spiegarmi con l’ultimo commento che Fuss ha lanciato a Paola. Direbbe con termini usuali:
    “Mi piacerebbe aiutare Paola a ritrovare un sorriso meno forzato, che forse da troppo tempo si costringe a mostrare e non sempre appare naturale. Mi spiace di averle causato il mal di mare per seguire i miei ragionamenti ma tentantare di comunicare non è cosa semplice – con l’incomunicabilità Antonioni ci andava a nozze.
    Che potrei fare, parlo così… consiglierei una Xamamina od un bicchierino di Jack Daniels, che qui si può dire e non si fa pubblicità. Non voglio sapere le ragioni del dolore di Paola. Già che questo dolore esista è fatto significativo, dal momento che tutti i dolori, anche quelli del nostro peggior nemico è lo stesso dolore che noi proviamo, condiviso dunque, mentre resta esclusiva proprietà e prerogativa di chi lo ha causato. Non dico questo come professatore di una qualsiasi fede ma solo come essere umano.
    Per quel che riguarda l’umorismo inteso come arma per ridicolizzare o danneggiare qualcuno che temiamo in modo che questo non ti intralci in qualche tuo progetto o scopo, rendiamoci conto che questo non servirà a farti arrivare prima o meglio se l’altro è più capace. Il tuo sgambetto a poco servirà. Paola cerca di essere padrona del tuo dolore, di incorporarlo come parte di te, piuttosto che sentirtelo ogni giorno come un fardello da portare; fallo tuo e parte di te si alleggerisce, lo so per esperienza… prova per credere. Nel mio pensiero uomini ee donne son già tutt’uno perchè dalla nascita un uomo alberga in un ventre femminile e spesso resta per tutta la vita. Se esce per comprare delle sigarette e non torna più, ti consoli il fatto che ha solo cambiato indirizzo perchè sempre con il femminile avrà a che fare. Con le rotture, gli addii, sembra che tutto cambi, in realtà quando tutto cambia tutto resta uguale, a parte il fatto di doversi sbarazzare di quei piccoli oggetti che in casa ti ricordano quella andata presenza e che forse varrebbe la pena di conservare per future occasioni; non si sa mai.
    So che qesto piccolo intervento sarà forse impopolare e mi metto metaforicamente un piccolo elemetto a difesa di quel che pioverà, sperando che ci si limiti a piccole fucilate e non a colpi di bazooka contro i quali il mio elmettino sarebbe inefficace.
    Del SdU parleremo un’altra volta, invito Paola a ritrovare dentro sè il suo sorriso più autentico tenendo conto che ha l’affètto e la solidarietà di Paolo, la vivace e tranquilla (insomma) simpatia di Nautilus, qualche tirata d’orecchi peraltro reciproca da Sergio ed Enrica ed ora anche la mia logorrea. Come un Giapponese mi ritiro senza mostrare la schiena e porgendo un mazzolino di rezzemolo”
    Va meglio così? E’ questo, un abbraccio per Paola. Ma non è più Fuss.

  30. Ciao a tutti
    sono tre giorni che seguo l’evolversi del blog di sergio, e non sono mai riuscito a commentarlo!
    quando Fuss scrive in un modo meraviglioso e stimolante nella forma ma incomprensibile nei concetti (dopo averlo decriptato, si era cambiato argomento sul blog) quando qualcuno in preda a disturbi borderline di personalità, si poneva al livello dei camalli del porto ….
    direi che l’argomento principale SdU (abbreviazione meravigliosa) è stato relegato in seconda fila.

    Comunque non credo che uomini e donne siano differentemente dotate di SdU
    Ho conosciuto donne dotate di spiccato SdU, in grado di ridere di se stesse e degli altri e viceversa uomini che ne sono totalmente privi.

    Il fatto principale è che si stimolare/subire umorismo, considerato che siamo sempre incazzati è sempre più difficile.

    Gianpaolo

  31. Come molti sanno Fuss è un vecchio amico di casa, preferiusco quindi astenermi dal commentare la questione sulla sua comprensibilità, chè potrei sembrar partigiana.
    Ha ragione Nautilus, questa è la sua espressione scritta, da sempre che, sarà per l’abitudine che ne ho, non mi sembra neanche così astrusa.
    Baudelaire non avrebbe mai potuto scrivere “La cavallina storna”, senza per questo nulla togliere a Pascoli o aggiungere a Baudelaire, e ribadendo che Fuss non è certo nè l’uno nè l’altro.
    Se continuasse a scrivere e qualcuno necessitasse di traduzione mi offro volontaria.

  32. Mah! A vederla così non mi sembra che a Paoletta le manchi “varcheccosa”. Forse è lei che si fruga e cerca qualcosa che non troverà mai. O bella fanciulla, ci credo che stavi meglio ieri. A dire la verità anch’io stavo meglio ieri, perché… ma su, lasciamo perdere, sennò poi Nautilus immagina chissà cosa!

  33. Nauti quanto mi hai fatto ridere… Lo so, non è sito porno questo, ma veramente quell’affermazione squallida della Paola sulle dotazioni maschili mi ha fatto riflettere su che tipo di gente frequenta la cinquantaduenne a cui un mio caro amico direbbe… A Paoletta… ma ti manca varcheccosa???
    Adesso sto scrivendo questo post da un panchetto con cuscino color porpora… stavo meglio ieri. Ciao a tutti, la dolce fanciulla, Marghe

  34. Per illustrare il mio assunto sulla complicazione che non vuol dire profondità prenderò un pensiero di Fuss e dimostrerò ch’è un’ immane scempiata.
    Fuss non t’impermalire sennò mi fai incazzare. Te sei criptico io sono abrasivo, ti devi abituà, prima lo fai meno soffri. I
    M’ha colpito questa distinzione, giusta, fra ironia e sense of humor. Dove son perplesso è quando dici: ironia-buona, humor-cattivo. (Se ho capito bene, premessa indispensabile quando si parla con colui.)
    Dunque gl’iumor, invenzione effettivamente inglese, sarebbe violento e vile.
    Ma perché? Mica son punto convinto. Secondo me è quasi il contrario: l’ironia si esercita sempre contro qualcuno, gli altri o noi stessi, il sarcasmo poi è riservato al nemico, invece l’umorismo, la battuta leggera no, può anche vivere senza avversari e tutti goderne.
    Mi viene in mente la serie “Friends”, dove secondo me l’umorismo di marca anglossassone era al suo meglio per levità e intelligenza o in letteratura “Tre uomini in barca” di Jerome.
    L’umorismo è a volte come un aura sottile che impregna le pagine d’un libro, non si manifesta mai chiaramente ma aleggia in sottofondo anche in storie tragicissime. Vi sono scrittori al contrario che proprio non ce lo trovi neanche a bucarli.
    Potrei fare tanti esempi del primo tipo: Melville è uno di questi, perfino Moby Dick con la sua storia terribile è permeato dell’umorismo melvilliano. Così il libro che sto leggendo, intitolato in origine “The saddest story”, la storia più triste, gronda umorismo anche se qui è più ironia, a dir il vero.
    Ma poi vuoi, la prova regina? PROPRIO i TUOI brani, anche quelli più incomprensibili, son sempre lievemente umoristici (e non ironici, a mio avviso).
    Allora sei violento? Sei vile? Non è quindi vero che la battuta feroce ma sanguigna e sincera sia sempre da preferire all’ ipocrisia velata dello humor, perché quest’ultimo non è sempre così, non è sempre vòlto a far male sorridendo, più spesso rappresenta uno stato d’animo, anzi una personalità che ci portiamo sempre dietro, come molti qui hanno già ben descritto.
    Poi lo so, te dirai che non ho capito nulla di quel che volevi dir tu. Può essere, ma ti certifico che sarà stata solo colpa tua!
    Olè.
    E non mi fare incazzare.

  35. Oh, finally Home sweet Home! Il venerdì è faticoso, il sabato uccide. Mi sembra d’aver spedito 500 containers. Ma perché Paola, ce li porti tu sulla nave uno a uno?
    Eccoci qua: dunque si diceva?
    Digressione o come si dice oggi OT (off topic cioè fuoritema come m’hanno spiegato da poco).
    Noi tutti, io di sicuro ma anche Sergio ci scommetterei, pensavamo che Fuss durasse una gran fatica a comporre i suoi arzigogoli. Compariva ogni tanto e noi pensavamo: ecco, in tutto questo tempo non ha fatto altro che centellinare, limare, inventare allegorie e metafore, complicarle e infine, quando ha reso il tutto sufficientemente ermetico e inintellegibile, ce lo rifila!
    Macchè! Si scopre ch’era tutta roba naturale, che il difficile per lui è il contrario! Lo ammette lui stesso promettendo di non “intorcinarsi” oltre il lecito. E s’indovina la gran fatica che fa per esser comprensibile a noi umani. Grazie Fuss! I tuoi sforzi (che immagino giganteschi) stanno sortendo l’effetto, comincio a capire fino all’80-90%, un risultato che sembrava impensabile solo qualche giorno fa.
    Quella del piega-baffi non l’ho capita. Avrà attinenza con Salina? Non me la spiegare! Non vorrei rifare la figura dello stupido.
    Dammi un paio di giorni di riposo e son sicuro di decrittarla. E poi è bene che qualcosa rimanga nell’ombra: un pezzo di Fuss chiaro e limpido dove si capisce tutto sarebbe ormai una delusione, come un cruciverba risolto.

    Sergio, per me Fuss se va avanti così è già sopportabile e anzi stimolante, obbliga comunque a pensare. Per capirci qualcosa eh!
    Non è detto per la profondità dei pensieri: complicazione e profondità come ben sappiamo non son legate, che mi pare questo voglia dire Sergio.
    Certo Fuss se uno è stanco o non ha tempo i tuoi interventi sono mattoni sul cranio, te l’accerto ove non lo sapessi. Sono esercizi ginnici mentali. La similitudine col viaggio fatta da Sergio è azzeccata, quando sei stanco non hai voglia di partire.
    Però Sergio via, i viaggi anche se difficili, val sempre la pena d’intraprenderli e poi nei blog vige la semplice regola aurea: non ti piace? Lo salti. Ma non credo lo farai eh?
    Dirò una cosa antipatica: all’inizio quando ho capito come scriveva mi son messo io a far così: li saltavo. Poi lui si lamenta che non gli rispondevamo: te credo!
    Anche perché m’ero fatto l’idea che volesse imporci chissà quale superiorità.
    Ma ora sappiamo che non è così, via! Anzi è un vero e proprio handicap! Proprio ‘un gli riesce esser chiaro nemmeno quando vorrebbe disperatamente! L’avresti bell’è insegnata fisica amico mio, t’avrebbero appeso fuori della finestra!
    E poi ormai sappiamo cosa aspettarci, per esempio son convinto che tutte le donne qui non lo leggono ormai più da mò.
    Scherzo!! Donne e Fuss!
    Io comunque non fo testo, ormai sono un fan. E non vorrei un Fuss diverso. Non guastiamolo con troppe pretese di chiarezza, son convinto renderebbe molto meno.
    Alle brutte vale sempre il vecchio trucco: lo saltiamo!!
    Inscì l’impara.

  36. Non è questo il punto, mio simpatico Fuss, è solo che dall’alto dei tuoi 70 anni mi aspetterei una comunicatività molto più diretta. Gli stessi concetti, come dico sempre, si possono esprimere con parole molto più semplici. E’ questo il trucco per andare d’accordo. Ma capisco che parlare in modo semplice senza essere banali e dire cose intelligenti è difficile. Sforzati, Fuss, intelligente lo sei.

  37. Dagli con l’erudito: ma è possibile che non ne azzecchi una?
    O se semplicemenete ti stessi sul cazzo? Dimmelo, paro paro – e siamo pari. Fuss

  38. Fuss, su mille parole che scrivi 950 sono ermetiche e incomprensibili, un po’ come se io scrivessi: l’inutilità del comportamento omogeneo dell’elemento osmotico del suddetto e costante incedere del corpo che non ha limiti verso il sentimento dell’amore, accede senza discussione al centro dell’uomo, nonostante ci si debba accertare della buona fede dell’irriverente stato confusionale della mente straziata dal dolore di Fuss. Cosa volevo dire? Un cazzo di niente! Fatti capire Fuss, siamo mortali, non eruditi come te, e se vuoi comunicare, fallo senza far venire il mal di testa a coloro che cercano di capirti: io ti leggo come se stessi per farmi un viaggio, di quelli che hanno bisogno del laccio emostatico, però. Che tra l’altro non ho mai provato. E al quale non ci tengo affatto.

  39. Scusate ma m’è venuto il bisogno di tentare di dare un’aggiustatina ad arte di scalpello e raspa al sorriso della signora Paola, che mi sembra le si sia congelato da un po’ troppo tempo sul viso.
    Per il mal-di-mare mi corruccia, signora Paola: tentar di comunicare (che parolone difficile: il fu Antonioni ci andava a nozze!) mi si contorce così – posso suggerire la Xamamina o una bella gozzata di Jack Daniels, tanto qui si può dire che non siamo alla TV?
    Non sono curioso di sapere il perché del dolore: che sia presente basta e avanza – perché ogni dolore, anche quello del nemico, appartiene a tutti, rimanendo di esclusiva proprietà di colui o colei che lo originano. Che non mi si scambi, prego, con un portatore di fede qualsiasi: sono un modesto cittadino-parte della galassia.
    Per quel che riguarda lo sport cattivello di scorciare le zampe ad un qualsiasi Michael Jordan di turno perché- non-arrivi-al-canestro-come-te (come è accennato nel primo intervento Paolino in questa serie, a parziale riscontro a Fuss), non ti regala certo la capacità di infilarci il pallone alla prima botta come lui.
    Impadronirsi del proprio dolore: farlo proprio, quasi su misura – non può essere questo il segreto che ti permetta di cavalcarlo invece che di portarselo peso sul groppone? Provare per credere – io c’ho già la collezione!
    Nel mio piccolo universo gli uomini e le donne non hanno bisogno di fondersi: praticamente lo sono già, perché l’uomo alloggia solitamente ospite dentro il ventre che tutto contiene (anche il ‘mio’ minuscolo universo) della femmina – ogni tanto esce per andare a pescare o magari per andare-aprendere-le-famose-sigarette in Australia, e non lo vedi più. Ma che ci si consoli, avrà solo cambiato indirizzo – sempre dentro un ventre di femmina andrà ad abitare. Con la improvvisa partenza-sigarette tutto sembra diverso, mentre invece (alla Gattopardo) non è cambiato nulla, a parte la noia di doversi sbarazzare del piega-baffi – che converrebbe tenere da parte, non si sa mai.
    Ora mi metto prudentemente uno degli elmetti della mia datata collezione e spero (che parolaccia: l’ha detta anche Ratzy) che siano usati solo piccoli calibri.
    Mentre evidentemente del Senso dell’Umorismo parleremo un’altra volta, invito la Paola-dal-sorriso-ingessato a sgambare un po’e a considerare che: oltre all’affètto del suo quasi omonimo Paolo, la scoppiettante simpatia del signor Nautilus e le tirate d’orecchio (sempre reciproche) del buon Sergio e della lucida e piacevole Enrica, adesso si deve puppare anche la mia logorrea (porca miseria, siamo un mezzo esercito!).
    Sempre con l’elmetto in testa e a marcia indietro con inchino, alla giapponese, mi allontano sventolando in segno di pace un mazzolino di prezzemolo. Fuss

  40. Ma certo, Paolo… ci adombriamo anche noi uomini, siamo permalosi quanto le donne quando ci toccano, ferocemente e volutamente, sui punti deboli. Però se mi toccano su un mio difetto e vedo che non c’è cattiveria, allora non mi offendo. La vedo in faccia la persona che ti fa la battuta sarcastica, più che ironica, per ferirti volutamente. Se la donna che amo invece ci scherza su, come faccio io con lei, la cosa cambia. Come è successo a te, che hai trovato una donna che sa ridere e scherzare: basilare per un rapporto, anche di amicizia.

  41. Paolo… grazie! Ciò che tu hai scritto è esattamente ciò che penso anch’io e che nella “baruffa” non sono riuscita a far emergere! Beato te che hai incontrato la persona giusta e sei riuscito a riconoscerla ed a costruirci insieme, non puoi immaginare di quale fortuna sei stato magnificato. Anch’io l’avevo incontrata, ma… ma non per tutti è facile capire quale direzione prendere e se non ci riesci resta solo che adattarsi, ma io non riesco a fare neanche quello! Così scrivo fiabe nelle quali mi invento la vita così come la vorrei e… tiro avanti!
    Sergio… ma dovè il post sulla morte? Il blog si ferma a questo!

  42. La donna che ho sposato quattro anni fa e che ho conosciuto nel lontano 1985 (avevamo 23 anni), mi ha fatto innamorare perché sapeva ridere e sapeva far ridere. A distanza di più di vent’anni, devo dire che la situazione non è mutata: continuiamo a ridere di tutto e di noi stessi prendendoci anche in giro e raccontandoci aneddoti e scene comiche accadute durante la giornata.
    Devo dire che la monotonia, almeno a casa nostra, è cosa sconosciuta.
    Fortuna? Può darsi, ma la persona giusta la incontri una volta sola nella vita e devi saper sfruttare l’attimo.

    L’uomo non sempre ride perché ha il senso dell’umorismo. Spesso è costretto dalle circostanze. Mi spiego: se un vostro carissimo amico vi racconta una barzelletta o una scena comica che a voi non fà assolutamente ridere, per non deluderlo riderete di gusto fingendo, quindi controvoglia. La donna difficilmente ride se non ne ha voglia. A questo punto il pensiero più riccorrente è: “Se la tira”.
    Secondo il mio parere non è così. Semplicemente ride quando qualcosa stimola davvero il suo umorismo, forse meno sviluppato come dite voi, ma senz’altro più opportuno.
    Le donne ridono molto più degli uomini. Una dimostrazione? (Ora faccio la battuta). Le zampe di gallina vicino agli occhi sono più pronunciate. Bè? Non ridete? Stò scherzando, ovviamente.
    In qualsiasi bar, ristorante, discoteca o altro locale in cui vi siano diverse donne, le risate sane, quelle fatte di gusto, provengono da loro.
    Ovviamente c’è il lato oscuro, fortunatamente non in tutte, ed è la permalosità. Se punzecchiate nel modo sbagliato reagiscono male, o quantomeno si adombrano. Ecco allora che spunta lo “Scarso senso dell’umorismo”.
    Suvvia, quanti di noi uomini se la prendono per un’inezia, per non aver digerito una battuta di un nostro collega che ci è stata rivolta con troppa confidenza.
    Siamo tutti permalosi, quando toccati in certi punti, mentre siamo tutti umoristi quando le battute le facciamo rivolte algi altri, ma soprattutto difficilmente riusciamo a ridere di noi stessi, magari evidenziando qualche difetto.
    Sarà questo il nostro male?
    Non saprei, ma riuscire a prendersi in giro, vi assicuro, è un toccasana per lo spirito.

    Paolo

  43. Credo nel cremonese usino dire sia possibile trascinare a forza un impenitente bevitore all’osteria, legandolo ad un dito con un pezzo di refe marcio – mentre protesta ed urla: no, non vengo!
    C’è poi Jannacci con la sua ‘Vengo anch’io, no tu no!’, a proposito di zoo comunali.
    Sono quindi conscio della responsabilità e dei vaffa e dei non sono affari tuoi, ma guarda questo ciaccione e anche peggio
    che mi sto tirando addosso, mia nemica l’incommensurabile inevitabilità che è vita, se mi permetto col vostro benestare di dire: vi prego, calma ragazzi – e ragazze!
    Sia ben chiaro: il mio non vuole essere un vogliamoci bene, tarallucci e vino – ma solo un invito al disarmo. Abbiamo già così tanti bombardieri est, ovest, mezzelune, stelle e strisce che la metà basta.
    Fermo rimane il mio rispetto incondizionato per le opinioni altrui, senza le quali probabilmente neanche sarei. Grazie! Fuss

  44. Sergio io sono uscita dal gruppo degli allievi solo perchè non ho trovato ciò che cercavo, e non per tua colpa o di chicchessia, solo perchè avevo altre necessità! Egocentrica?! Certo! E chi non lo è di queste persone? Chiunque scrive lo fa per essere letto, altrimenti si limiterebbe a pensare! Vuoi il confronto, vuoi vedere la mia espressione, nessun problema! Avvisami la prossima volta che andate a mangiare una pizza ed io verrò! Ma comincia a leggere ciò che scrivo senza essere prevenuto, cercando di ascoltare talvolta anche le voci fuori del coro senza sentirle solo stonate, ma ricche di una propria sonorità! Sergio io non sono attratta dagli uomini “belli” ma solo da quelli che mi piacciono davvero! Non provo nessun tipo di interesse per te e l’unica cosa che mi muove nei tuoi confronti e’ il percepire (ma posso senz’altro sbagliarmi) che penalizzi la tua sensibilità a beneficio di un modo di scrivere compito ma freddo e questo mi spiace. Per me è come ascoltare un tenore che non dà pienamente fiato ai polmoni! Ma questa è solo una mia sensazione… da profana ed ignorante su questa e molte altre questioni. Comunque adesso andrò a leggere questo tuo altro post… con tutta l’attenzione che l’argomento merita.

  45. Esser bellocci non è un peccato. Io lo sono stata ma mai più del troppo. Sai gli idioti che dicevano Paola? “E’ carina e poi fa sangue” . Dare il peso giusto a quel che si dice e calibrare da chi proviene…sempre

  46. Sei indisponente e retorica cara Paola. Io non sono certo il belloccio che vuole essere rassicurato dalle donne per paura d’invecchiare. Ho appena scritto una cosa sulla morte che se tu la rileggessi, sperando che tu la capisca, intuiresti l’esatto contrario di quello che pensi sia io. Sei anche offensiva e piena di te, con solo una cosa che ti riempie: essere al centro dell’attenzione. E uscendo dal gruppo degli allievi come hai fatto, ne hai data ampia dimostrazione. Non reggi i confronti, se non qui in questo blog, ma senza mostrare la faccia e le tue espressioni. Anche questo un modo per farci intendere la tua mancanza di sense of humour. E poi se sono bello mica è colpa mia, no? Eh… quando il lupo non arriva all’uva… No, no… hai già dato con i belli superficiali e acculturati pieni di sè, non mi ricordavo.

  47. Caro Nauti, non sono scappata… ho solo finito di spedire una cinquantina di containers! Vi ho letto anche nei giorni passati ed avrei voluto intervenire sull’ argomento solitudine ma non ho avuto proprio il tempo materiale di farlo. Tu dici che azzanno Sergio? Mmmmh allora sono una buongustaia… a suo dire! Sembra che le donne facciano la fila per lui qui e fuori di qui:) Hai ragione, faccio baruffa con chi lo difende e sai perche? Perchè è un pò attempatello per farsi difendere dalle donne non credi? Sarà che io ne avevo sposato uno simile a lui e probabilmente ho fatto il pieno di questi bellocci che pretendono solo per il fatto di esserlo o di esserlo stati, di essere sempre approvati, blanditi e quant’altro! Lo sai cosa penso? Che se avessi sposato un non-intellettuale, qualcuno più semplice e naturale, meno narcisista, la mia vita sarebbe stata più bella e più serena e sicuramente molto molto meno faticosa. Lo sai che sono persone terrorizzate dall’invecchiare e che devi continuamente rassicurare sulla loro bellezza? Che noia!
    Sergio ha scritto “donna che non riesco ad immaginare accanto ad un uomo che abbia un senso sano dell’umorismo” e come al solito ha toppato! Il problema è riuscire a trovare un uomo che sappia davvero farti ridere e che non si prenda troppo sul serio! Ma vabbeh… caliamo un velo pietoso… parla di faida????????(e qui permettimi di abbondare nella punteggiatura) ma siamo impazziti? Nella faida c’è un nemico da sconfiggere… qui solo dei punti di vista da esprimere e confrontare, ma se a lui il confronto fa lo stesso effetto della “faida” allora caro Nauti faccio festa! Forse è meglio trovarsi a bere una birra fuori da questo blog e magari spaziare su questi stessi argomenti od altri parlando e non scrivendo. A presto nauti

  48. UMORISMO,comicità, spirito, humor
    IRONIA,sarcasmo, satira, umorismo.
    Le due parole mi sembrano parecchio parenti: l’ironia mi sembra tipicamente femminile,forse, perchè noi siamo pungenti…
    Comunque a me piace ridere,e ci tengo a precisare che mi sento complice del sesso opposto, ho tanti amici maschi col quale rido volentieri.
    Poi dipende da come sei impastato, cosa fa scattare dentro di te l’humor può essere una cosa, anzichè un’altra,qualcosa vorrà dire…mah!! (forse mi capisco da sola!)
    Dove rido mi sciolgo,altrimenti AMEN.
    Quello che dice sergio su”prendere in giro” la donna che ama, è bellissimo…ma sai sergio, l’umorismo lo conquistiamo nel tempo… man mano che ci alleggeriamo…ci arriviamo, comunque!
    E siamo tutti…ACUTAMENTE intelligenti!

  49. Ah, un salutino a Paola ch’è sempre coerente: arriva, azzanna Sergio, fa baruffa con chi lo difende e poi sparisce in un balenìo di lampi sbuffi e incazzatura: ma sarà simpatica!
    Marghe, questo non è un sito porno.
    Magari!

  50. Ah che bellezza trovare il blog che bolle senza ch’io c’entri nulla! Stanco morto come sono tutti i venerdì (con in più un litigio feroce con un ragazzo indisciplinato, ma poi ci siamo dati la mano. Sta diventando una ricorrenza) posso assidermi e leggermi tutte le considerazioni altrui senz’esserne toccato affatto: è rilassante!
    Macchemmefrega chi ha ragione o torto, per stasera farò il neutrale, giudicherò ma così, con nonchalance suprema, vantaggio di chi arriva ultimo sulla scena.
    Solo due considerazioncine:
    Sergio, te lo saresti aspettato che un tema innocente come l’umorismo avrebbe sollevato una tale tempesta? Oddìo, magari hai tirato in ballo le donne e con quello sei cotto.
    Enrica, finchè non fanno i PACS non se ne parla.
    E smetti di spiarmi sull’altro blog!!
    Lì faccio la persona seria, non è bene confondere i piani.

  51. Quando vedo il Sergio con in mano il suo solitario barattolo di fagioli, mi dimentico del mio cinque-e-cinque e gli allungo veloce il mio apriscatole. Fuss

  52. Enrica ha risposto, non dico per le rime, comunque in modo forte a Paola; Margherita se la gode sulle gambe del suo innamorato; Cristiana fa le sue rimostranze; Fuss “cerca di far capire” qualcosa. Il tutto condito da evidenti malumori, ricordi di un passato non sempre felice, voglia di essere pieni di quel senso dell’umorismo con il quale siamo partiti al via di questo post senza però esserne convinti. Non di tutti dico. E’ sempre meglio far capire a chi, duro di comprendonio, pensa sempre che così dicendo si voglia generalizzare. Pirandello… il suo umorismo… direi più un sarcasmo velenoso che fa sorridere amaramente e non ridere. E Voltaire ce lo vogliamo mettere in questo bailamme di citazioni? Tenco no, ecco, lui no. Sorrido alla vita, e con la vita scherzo, non tutti condividono le mie scelte di vita, ma non si può avere tutti dalla nostra parte. Sorrido alle disgrazie, il mio fatalismo aiuta il mio sense of humour; certo, ne soffro, ci mancherebbe. Come si fa a non soffrire di fronte alla morte o alle sofferenze di chi ti sta davanti, o a qualsiasi pena il destino ti ponga davanti. Non sto certo qui a dire della mia vita, a spiegare a qualcuno cosa vuol dire mangiare una scatola di fagioli e basta, a raccontare delle mie sofferenze o delle mie gioie: ognuno ha le proprie, e il senso dell’umorismo ti spiega che tra un po’ nessuno di noi bloggers sarà più qui davanti a questo schermo a incazzarsi, a ridere o a stupirsi. Passeranno anni, lo spero, prima che tiriamo le cuoia, ma la morte è ineluttabile, e prima di raggiungerla voglio sapere fino in fondo cosa c’è qui. Sono nato apposta, sono qui per vedere, sentire e capire. E senza prenderla troppo sul serio. Conti in banca, accumulare, comprare, mettere da parte, ostentare: per cosa? Sorridi cara XX e fai sorridere il tuo XY, anzi, fallo ridere. E anche XY fai la stessa cosa, e non angustiatevi se invece di un appartamento di 200 metri quadri avete un monolocale di 30 metri: se ridete quella casa diventa grande come l’infinito.

  53. Lo spaventapasseri ha fatto alzare in volo anche le aquile.
    Finalmente qualcuno che mi posso permettere anch’io di dire: ‘non ci capisco un plissé!’ e provo così il malo piacere che si sente. Dato che io so che voi sapete che io so che voi sapete, non vi dico chi è: tutt’al più, e solo per questa volta, posso farmi scappare che il suo nome comincia con pi e non è la Paola.
    E ora le cose, diciamo, serie.
    Dice: prima quella buona o quella cattiva?
    Dai! Quella buona, dai!
    Allora, tanto per cominciare quella buona son due: la prima è che son certo che il Sergio non abbia affatto bisogno di avvocati difensori; lui poi è il padrone del Teatro, il Capocomico – gli risparmierò solidale la noia, anche se invece raccatterei volentieri in un bacile il suo evidente disappunto.
    La seconda è che, a costo di esser tacciato di ignobile ruffianeria con un: ‘eppoi voi vi conoscete!’, mi metto in testa quello che ha scritto Enrica e me lo tengo stretto.
    Ora tocca a quella cattiva: pronti? Via!
    Affrontiamo stoici e un po’ di color rosa lo Specchio di Alice, attrabarchiamolo e immergiamoci fino al collo (grazie signora Cristiana: borse, occhiali e tutto) dentro la palude della vita dove, nonostante tutto, qualche fiore riesce a galleggiare.
    Inventiamo che al di dentro dello Specchio, in questo blog rifugio, compagnia, incontro e palestra, si possa vivere un’altra realtà – anche se non è vero; e proprio per questo.
    Una specie di copertina alla Linus? Mah!
    Sulla zattera, da questa parte dello Specchio, c’è posto per tutti davvero – e non solo come possono dire un ipotetico Dio o un qualsiasi suo lecito o illecito rappresentante. E’ scritto nell’aria, non va scolpito.
    Diamoci il coraggio e la forza di stare a galla e chi meglio ha imparato a nuotare dia una mano a quelli che se no affogano.
    ‘Vive la différènce!’, disse una volta qualcuno – differenza sì, ma tra pari diritto!
    E poi godiamocela (grazie signora Margherita), questa fortunata differenza!
    Ascoltiamoci parlando, ognuno il suo – e non acquerelliamo da mediocri pittori della domenica il paesaggio, che va bene così com’è, facendocelo piacere: la Vita è bella anche se ha bisogno del Senso dell’Umorismo. Fuss

  54. Paola credi a me: ho attraversato il mare con gli zoccoli, come si dice dalle nostre parti. Ed in parte continuo a farlo. Non ho mentori e non sono un intellettuale. Men che meno la depositaria di alcunchè. I tuoi stupori, dolori, delusioni, li ho vissuti da ben più giovane e con armi meno affilate di quel che l’età dovrebbe concedere. Sono sopravvissuta. Non mi spaventano le verità… Il mondo dei “singles” (e son tre volte che torni su questo argomento con segni di disagio) l’ ho navigato per 12 anni e nell’età “migliore” (che poi tutte son buone) di una donna. Dai 29 ai 41. Non mi dici nulla di nuovo sull’argomento. Di aria ne ho respirata a quintali, non sempre intellettualissima. Spesso ho dovuto decidere se fumare o mangiare ed ho fumato. Mi son fumata anche abbondanti pseudo intellettuali con un’incazzatura dentro che la tua sembra una calma palude. Per giungere alla conclusione che per affrontare la vita non servono ribellioni sterili, analisi ipercritiche degli altrui disagi ma solo coraggio, determinazione, coerenza di scelte e tanto, tanto rispetto anche per quello che ci sembra fuori dal mondo. Se fuori dal mondo non è, fa parte di questo mondo. Possiamo non condividere, far qualcosa nel nostro piccolo.
    Le tue sofferenze, le tue sudate scelte, le tue paure e mortificazioni, delle quali credo nessuno possa dubitare o avere nulla a che dire,non sono
    un fatto eccezionale. Ognuno ha le sue storie da raccontare.
    Quanto al fatto di allontanarti ma per l’amordiddio!
    Sarebbe una sconfitta piena. Solo cerco, magari goffamente, di farti vedere un altro aspetto senza pretesa che sia quello giusto. C’è una scansione dalla quale non si può prescindere. Ciò che viviamo a venti o trenta anni non ha più lo stesso interesse o significato quando l’età cambia. L’età, il tempo sono giustizieri giusti. Nulla è impedito ma tutto viene vissuto inesorabilmente in maniera diversa senza nulla togliere al famoso e disgraziatissimo “Per cosa vivi?” PER LA VITA

  55. Cara Paola, perchè ti scaldi tanto? Mentre stamani mattina ti ho scritto quella cosa ero sulle gambe di un uomo che mi toccava il sedere… Ciao, Marghe, la dolce fanciulla.

  56. Non mi addentrerò nell’umorismo secondo Pirandello, vi risparmio, tranquilli…posso solo dire che per mia esperienza se gli uomini hanno spesso un senso dell’umorismo più spiccato è vero anche che, a meno che non siano persone di qualità morali un pò sopra la media, l’umorismo maschile troppo facilmente scade nel greve e nel volgarotto. Le donne dal canto loro in effetti tendono a prendere tutto un pò più seriamente, poco frequentano il “ridersi addosso” simpatico e talvolta salutare. La donna, ma non generalizzo mai, tende a esaminare, riflettere,quindi analizzare e tutto ciò non aiuta certo a dissacrare. L’unico accenno letterario che mi viene e che accomuna i sessi, questo sì con riferimenti pirandelliani è il senso automatico di ridere per la ” sventura”. Ricordo a questo proposito un buffo episodio a cui mi è capitato di assistere. E’ estate, una signora scende dagli scogli di Calafuria armata di borse e vari oggetti per la permanenza al sole, donna di contegno molto seriosa e ben equipaggiata, munita anche di occhiali da sole pronti all’uopo……….ma ecco che l’erbetta traditrice gioca il suo scherzo e in meno di un secondo la signora, borse in mano, senza sapere come, si ritrova, immersa in una vasca naturale dove per fortuna riusciva a non affondare del tutto.
    Equipaggiatura sommersa, solo la testa con occhiali di fuori.
    Che reazione immaginate voi negli spettatori del tuffo? Beh, solo dopo un momento in cui tutti a stento sono riusciti a trattenere forti risate (senso del contrario appunto ) sono corsi più o meno seri a dare una mano per la risalita. E questo ultimo moto di irriverente umorismo di fronte a ” sventure” non conosce discriminazione tra i sessi.

    P.S. Visto che il blog è divenuto luogo di esternazioni varie vorrei dire ad ENRICA che mi piace molto come scrive e che , con il suo consenso, ovviamente , la metterò tra i miei contatti email.

  57. E teniamo anche sempre ben presente la differenza fra femmina e donna così come quella fra uomo e maschio. Basilare no?

  58. Va bene, allora riequilibriamo il tutto. Io lascio perdere la mia faida con Paola, donna che non riesco ad immaginare accanto ad un uomo che abbia un senso sano dell’umorismo, e riprendo da dove ho cominciato. Il sense of humour, appunto. Che non è ironia, come Fuss giustamente sottolinea. Quando ho parlato di intelligenza acuta riferita all’humour, intendevo dire che una persona intelligente non può, secondo me, mancare di tale senso. Le donne, intelligenti quanto noi (tra un po’ qualcuno avrebbe detto che le considero una razza inferiore), peccano di humour, si prendono, come qualcuno ha già detto, troppo sul serio. Forse è perché su di loro grava un atavico senso di responsabilità che si associa alla gravidanza, al bambino da crescere, al marito da accudire. Le mie esperienze con le donne non si contano sulle dita di una mano: da bravo musicista e scrittore (il fascino dell’artista, credo) mi hanno fatto conoscere e interagire con la donna più di quanto uno possa immaginare e, a scanso di equivoci, nessuna era uguale all’altra. Nel senso che non sono mai stato attratto da un modello stereotipato di femmina. Ho avuto la donna ricca e “avvezzata alle forche”, quella povera e complessata, quella normale e frustrata, quella americana con cultura diversa dalla mia, quella romana di famiglia proletaria. Eppure, salvo casi rari, nessuno mi ha mai fatto ridere più di tanto. Permalose. Il più delle volte permalose. Mi piace prendere in giro, per esempio, ma se bonariamente prendo in giro è perché a quella persona ci tengo, perché giocare su un suo insignificante complesso significa in qualche modo esorcizzarlo, significa amare. Sì, forse per lei quel difetto è un complesso d’inferiorità, ma se glielo faccio notare è perché non m’importa che ce l’abbia: la amo così com’è. Ovvio che questo umorismo non va usato davanti a gente sconosciuta: sarebbe segno di vera insensibiltà. E naturalmente se lei gioca con me con la stessa arma, io l’accetto, altrimenti non avrei quel senso dell’umorismo di cui qualche volta presuntuosamente mi vanto. Oggi solo una donna mi fa ridere, una delle poche, una che ancora non conosce le sue vere potenzialità: e lei ride alle cazzate che dico, si diverte, sa che gioco, sa che le mie battute nascono da un modo di essere, a volte fanciullesco, ma decisamente naturale. Acc… ma allora sono acutamente intelligente!

  59. Enrica… ma tu sei la depositaria di qualsiasi verità? Così sembrerebbe! Onestamente mi chiedo in quale parte di mondo vivete tutti … avete mai aperto le imposte e guardato davvero ciò che vi passa e vive attorno? O, persi come siete nei merletti filosofico-intellettuali non avete mai buttato lo sguardo oltre il vostro metro quadro d’aria? Cara Enrica, magari fossi un’adolescente, magari non avessi mai dovuto vedere mani adulte toccare bambine o tormentarmi il cuore vedendo ragazzi della stessa età delle mie figlie non avere scampo dalla loro miseria! No! Soltanto io dico le cose come esattamente sono al di fuori del mondo dorato e non mi vergogno a dirle! Se poi vuoi dirmi che dovrei sparire per non urtare la suscettibilità del tuo mèntore, beh cara, viviamo in un paese democratico… Non esiste nessun fatto personale tra me e Sergio, abbiamo solo vedute “molto” divergenti… ma siamo tra persone civile ed è giusto confrontarsi non credi?
    Comunque adesso vi lascio derimere la questione… io devo lavorare.

  60. Oh Gesù, ma dove stiamo andando? Ma che discorsi sono?
    Ricapitolando:
    1) Pony apre con un commento al qual preferisco solo accennare perchè potrei ricordarmi di saper essere tremenda almeno quanto Sergio. La misoginia che traspare mi porta a chiedermi se la mamma faceva apposta a mandargli il latte di traverso, le insegnanti a prenderlo a calci negli stinchi e le eventuali fidanzate a sputargli in faccia a mo’ di buongiorno.
    2) Paola arriva a scambiare per ironia femminile confidenze di un gusto che lascio alla sensibilità di ognuno valutare. Ma quali dotazioni e quali pallottole a salve? Uguale uguale ai discorsi dei ragazzini adolescenti che si passan parola: “Lei lì l’ha data a mezza Livorno”
    “Ma porca miseria io son sempre nell’altra metà” commentava regolarmente il gemello un po’ più scherzoso. Ma quale ironia? Questa è cialtroneria e pressapochismo che si rivolta contro chi tali errori di valutazione compie, non giustificato neanche dalla tempesta ormonale dei quindici anni. Ma per favore…
    3) Davanti all’omaggio che Sergio, Fuss, Nautilus ( ti ho letto sai anche sull’altro blog) rendono, ciascuno a suo modo, all’universo femminile, non è giusto dar battaglia con poche, scontate e spuntate frecce. Quel che divide Paola da Sergio è una questione personale che poco ha a che fare con le argomentazioi generali. E poca battaglia anche. Se proprio il rospo non va giù, se si riconosce apertamente l’impossibilità di qualsiasi confronto decente per chissà quale incolmabile abisso, allora tirarsi da parte e continuare per la propria strada senza, Dio Santo, veleni che non ammazzano nessuno, solo intristiscono e scadono il discorso.
    4) Cristiana, Margherita, Stefania grazie per quel che dite e per l’equilibrio (a quale costo conquistato riesco solo ad immaginare).

    SdU è un’invenzione carina – quasi la sigla di un partito. Visto il momento storico che facciamo? Ci candidiamo ragazzi?

  61. Cara Margherita, dolce e delicata fanciulla… io ne ho 52 di anni, ho due figlie ormai adulte, e sono stata irreprensibile moglie per 28 anni… non proprio una donna di facili costumi (per dirla alla tua maniera). Da 5 anni vivo, mio malgrado, nel mondo dei singles e se all’inizio anch’io mi stupivo di ciò che le mie virginali orecchie sentivano ed inorridivo di tanta brutalità, oggi… mi ci faccio una gran bella risata! Ironia fuss? Certo! Se donne allo stremo, devastate ed abbrutite dai tradimenti, dalle mortificazioni e quant’altro loro riservato da questi moderni “cicisbei” alleggeriscono il loro dolore e la loro delusione prendendo bellamente per i fondelli questi maschi che hanno ormai dimenticato di essere “uomini”, beh cara Margherita… mi associo alla loro risata! Tu dici che frequenti la palestra, io non l’ho mai fatto. Non mi piacciono così come le baracchine sul mare… le confidenze di cui vieni fatto partecipe spesso sono solo pettegolezzi da cortile e da “voce fuori del coro” preferisco avere un’opinione personale della vita e dei suoi valori. Ai falsi moralismi, all’ipocrisia di chi pensa tra sè e non esprime per timore di essere giudicato, all’impersonalita’ di chi sposa idee ed ideali altrui perchè non ne ha di suoi ed è più facile… a tutto questo ho detto “no!” ormai molto tempo fà! Ne ho pagato il prezzo, talvolta anche alto, ma è stato l’acquisto migliore che ho fatto… essere “liberi” nelle emozioni e nei pensieri è l’unica cosa per cui valga la pena davvero di vivere! Perciò a te ed a Sergio mi sento di dire:
    “Ma vi posso toccà??”

    … tanto per rimanere in tema…

  62. Cara Paola, non so quanti anni hai, io ne ho più di 40, ho sempre lavorato in mezzo agli uomini e alle donne, frequento da sempre palestra dove non mancano negli spogliatoi momenti di confidenza, ma MAI ho partecipato a “dibattiti” sulle dotazioni e sulle pallottole a salve! Dipende molto dagli ambienti e dalle donne che frequentiamo…

  63. Perdonate, ma siamo sicuri di aver bene identificato Ironia e Senso dell’Umorismo?
    Io penso che l’una indossi la maschera che ride, mentre l’altro quella drammatica che piange. Fuss

  64. io scrivo favole ma tu… tu te le racconti! Il mondo femminile e quello maschile non si fonderanno mai ed alla fine sarebbe anche innaturale che accadesse. Può accadere di tutto tra un uomo ed una donna, ma che l’uno riesca completamente a comprendere l’altro è pura utopia. Se Dio ci ha voluti diversi una ragione l’avrà pure avuta non credi? Ognuno di noi deve assolvere al suo ruolo e proprio perchè “insieme” si completano devono essere diversi. E vedi… non sei riuscito a capire neanche il senso di ciò che ho scritto… ma non è una novità per me e forse neanche per te… noi siamo la dimostrazione che i due mondi sono “troppo” lontani!

  65. Sei sempre la solita, Paola… dici a me che ho scritto cose banali. Non solo: dici anche che voi siete “ironiche quando parlate tra voi dei maschietti, delle loro dotazioni e delle pallottole a salve”. Questa la chiami ironia, tu? Io scriverò cose banali, ma qui tu ti sei data la zappa sui piedi. Parli di volgarità degli uomini, e poi mi vieni a dire che parlate delle nostre dotazioni fra voi. Paola, Paola… non ho parole. L’ironia quella sana e giusta deve vivere tra uomo e donna, non confinata nel mondo maschile o quello femminile.

  66. Avere il senso dell’umorismo è indice di intelligenza acuta no? sei tu che scrivi questo, è partita da qui la mia considerazione
    un saluto sergio

  67. Concordo con sergio, che le donne sono meno propense verso l’umorismo. Più volte l’ho riscontrato; anzi, a livello personale, mi è stato detto che a me non piace la comicità. Mi sono sorpresa, annoiata, davanti a film in cui tutti ridevano! Fantozzi mi fa venire l’ansia… e quando vedo chi ci ride per l’ennesima volta, rivedendolo, non me lo so spiegare… . Forse noi donne prendiamo tutto troppo sul serio, ci riesce difficile “pensare leggero”, ci lasciamo andare con meno facilità dell’uomo, ed ecco che il rapporto donna-umorismo ne va a discapito. Però… c’è un però… dalla nostra. Siamo più ironiche di voi maschietti. Ironizziamo con più facilità su noi stesse, permalose sì, ma generose, se si stratta di fare una risata ironizzando sui nostri difetti.
    Voi comici, noi ironiche…

  68. Certo è che il SdU abbia anche un pennello a dipingere di blu i cieli sulla nostra testa: così almeno l’illusione ce li vuole far apparire – magari sono rossi! Fuss

  69. Fuss, anche se mi è venuto il mal di mare andando sulle onde del tuo ragionamento, concordo con te! Spesso l’ironia serve solo a distogliere lo sguardo da se stessi, a cercare di dimenticare, almeno per quell’attimo, tutte le cose che di noi non ci soddisfano, o ancora di più, a far si che gli altri non le notino. Perciò prendere di mira un’altro, o parlare di un argomento anche serio in modo ironico, diventa quasi un normale modo di vivere soprattutto per gli uomini. Non molto dissimile al concetto del bullismo! Le donne, quando si rilassano, dell’ironia sanno fare buon uso e riescono a ridere soprattutto di se stesse!

  70. Prometto di non ‘intorcinarmi’ osticamente su me stesso. Amen.
    Il mefistofelico Sergio ha mollato alla forza di gravità il fazzoletto a aprire la esposizione e per ogni Nobildonna e per ogni Nobiluomo del blog: affaracci loro!
    Prima di tutto penso siano da considerare almeno due delle mille facce che il Senso dell’Umorismo possiede: quella che gli è stata appioppata di nobile tentativo di ridimensionamento dell’Ego ed in più magari anche quella meno nobile di ridimensionamento sì, ma di un individuo su di un altro – che si esercita di solito con le forbici, scorciandogli malignamente con un ghigno le ali.
    Per quello ritenuto nobile non basterebbe il bacino del Rio delle Amazzoni a contenerlo, assieme al Milite Ignoto; per poi berselo a garganella, senza mai levarsene la sete.
    Per ciò che sono la sua ambiguità (quasi parallela a quella della bontà, con l’accento sull’a) e la sua tossicità, penso basti , a riempire piano piano piano il succitato bacino, cominciare con la misura di un ditale, come in una delle tante favole con le Fate.
    Un po’ come il concetto della Verginità della Maria di Nazareth dei buoni cattolici, questo SdU. Sembra un unguento miracoloso, capace di guarire tutti i mali: una goccia, e il crostone sparsce!
    Ve lo immaginate voi un individuo capace di santificarsi martire attraverso un’auto presa in giro equilibrativa di se stesso? Capace di ridurre il suo Ego in favore di un porsi decentrato in rapporto al suo Ego medesimo?
    Non esiste – ed allora il SdU si camuffa ma non troppo e diventa arma a condannare e irridere i difetti altrui, con minore eleganza della bistrattata popolare ironia, che serve almeno a fare il solletico e che può essere anche cantata in coro.
    Il SdU no; è un dardo appuntito e diretto a far male fingendo, come dicono gli inglesi (diciamo pure britannici maestri di sottile menzogna, e non solo bugiardi come noi italici), una sorta di Fair Play, giuoco leale che leale non è, bensì: violenza attenuata codificata all’ultimo sangue, più vile del sarcasmo, che almeno non nega di volere uccidere.
    La prima puntata la finirei qui, che immagino ce ne saranno tante altre.
    Voglio aggiungere solo (figuriamoci: solo!) che le Donne, che io penso tutto abbiano dentro di sé, bacino delle Amazzoni compreso, non avendo bisogno di cercare il SdU all’esterno di sé, se lo giochino in casa, e senza la malvagità che i signori Uomini (che non si può negare, anche se voluto celare abbiano una parte marginalmente complementare e necessaria dentro il mondo interiore femminile) sono usi adoperare cercandolo, questo maligno SdU, all’esterno di sé ed a scopo principalmente aggressivo.
    Forse per questo le Donne sembrano averne meno: ne sono le padrone depositarie e non è una delle loro armi preferite.
    Fuss

  71. Hai ragione Sergio gli uomini sono proprio ridicoli! Sanno fare un sacco di battute sul sesso e… su cosa altro le fanno? Sai che non ricordo?! Lavoro con uomini da più o meno 32 anni, e mi sono trovata spesso ad essere l’unico elemento femminile e, a dirla tutta, spesso mi sono annoiata (magari manco di senso dell’humor) cambi compagni di lavoro ma non te ne accorgi neanche tanto gli uni sono identici agli altri. Abbi pazienza Sergio ma trovo ciò che hai scritto di una banalità che mi lascia spiazzata!
    Se tu sapessi come sanno essere ironiche le donne quando parlano tra loro degli uomini, delle loro dotazioni e delle loro pallottole a salve:))

  72. Dico intanto una banalità. La risata fa bene. Allo spirito, alla depressione, al giramento di scatole.
    Un’altra cosa del tutto personale, non riesco a stare con uomo che non sappia ridere con me o di me o che non sappia farmi ridere. Che è una coppia che si prende sul serio al punto da non saper ridere insieme? Una scatola di sbadigli immagino. Ben confezionata magari, ben assortita, con tutte le cose giuste al punto giusto, ma sempre sbadigli.
    In casa mia non si navigava certo nell’oro e problemi ce ne erano tanti ma si rideva anche tanto. Due donne (mia madre ed io), tre uomini (mio padre ed i gemelli). Quindi i due sessi perfettamente in equilibrio. Ha ragione Sergio, spesso donne uomini hanno un diverso senso dell’humor. Mio padre, un gemello ed io siamo stati veramente la piaga di mamma e dell’altro gemello, che, più seriosi e permalosetti diventavano il bersaglio degli altri. Con mio padre e con qualche uomo della mia vita ò capitato che le parole non servissero neanche. Bastava uno sguardo e già sapevamo cosa avremmo fatto o detto un secondo dopo per buttar tutto in burletta.
    Mentre mi ripasso Pirandello e Oscar Wilde, che mi par degno di esser citato sull’argomento, aspetto i commenti di tutti, ed in particolare di Fuss e Nautilus che, se va avanti di questo passo, si fidanzeranno e così non se ne parla più.

  73. Non mi mettete in bocca parole che non ho detto. Dire che la donna ha un’intelligenza inferiore perché ha meno senso dell’umorismo non è uscito dalla mia tastiera, tantomeno dal mio cervello. Ho solo detto che la donna ne ha meno di noi, di umorismo, e che semmai la sua intelligenza è diversa dalla nostra, tanto per essere chiari. E poi non si risentano le donne che l’humour ce l’hanno: è come dire – lo dite voi – che gli uomini sono tutti degli stronzi traditori. E’ un modo di dire. Donne e uomini hanno la stessa percentuale di intelligenza, è solo diverso il modo di sfruttarla. Sono stato chiaro ora?

  74. Stai bene attento a cosa scrivi Sergio!!!!!!te non inneschi micce, lanci molotov!!!comunque , il tempo di rivedermi l’umorismo di Pirandello inteso come “sentimento del contrario” e ti risponderò, questa volta non a caso ma DOCUMENTATA come altri nei dintorni…
    :):)

  75. SE HO BEN CAPITO STAI DICENDO CHE LE DONNE SONO UNA FORMA DI INTELLIGENZA INFERIORE DATO CHE SONO ENO DOTATE DI UMORISMO? BEH, SE E COSì CONDIVIDO!!!!!!!!!!