Il corso sta per iniziare e…

Alcune persone mi hanno telefonato o scritto una mail chiedendomi se erano ancora in tempo ad iscriversi al corso che inizierà venerdì 18. Allora voglio essere chiaro anche sul blog: non ci sono problemi, chi è interessato ad iniziare le lezioni può anche venire direttamente venerdì. E poi c’è un’altra cosa che ho notato in chi mi chiede informazioni: il timore che in questo corso ci siano persone troppo “di livello”, qualificate. L’ho già detto: qui si scrive per creare qualcosa d’interessante e per scaricare le nostre energie. Certo, impareremo la tecnica, “studieremo”, ci confronteremo, ma con grande umiltà e voglia di fare qualcosa di utile per noi stessi. Tutto qui. A tra pochi giorni.

Il corso sta per iniziare e…ultima modifica: 2008-01-14T12:15:00+01:00da sergio0591
Reposta per primo quest’articolo

Commenti

Il corso sta per iniziare e… — 15 commenti

  1. Ciao Francesca. Mi fa piacere che venerdì sarai dei nostri. Un’altra donna… incredibile… gli uomini latitano e non sanno che errore stanno commettendo. Bene… il giorno fatidico si avvicina… sono curioso di conoscervi tutti e di fare davvero un bel percorso con voi.

  2. Ciao Sergio e ciao a tutti voi!

    Credo proprio che ci sarò anch’io alla prima
    lezione del corso di scrittura!
    L’ho cercato per tanto tempo……… ed è giunta
    l’ora di iniziare.

    A venerdì!
    Francesca

    p.s. un’altra donna…………………..

  3. Hai ragione, Marialaura… ma anche le donne non sanno quello che realmente vogliamo noi. La realtà sta nel fatto che abbiamo esigenze, sogni, concetti, idee diversi dai vostri, e la pigrizia nel non voler scendere nei mondi diversi provoca poi l’incomprensione. Io devo cercare di capire te, e tu devi cercare di capire me. E soprattutto rispettare la diversità dell’altro. Capita troppo spesso che una donna tenti di portarmi a ragionare come lei senza dare in cambio niente. E viceversa.

  4. Ecco il punto, Sergio… voi uomini non riuscite a capire quello che vogliamo. Che poi, vogliamo… sarebbe più bello se non dovessimo chiedervi maggiori attenzioni, sorrisi… ma si sa, siete fatti così… non possiamo certo cambiarvi!
    PS = parlo al plurale perché fai parte della categoria… non perché tu sia, realmente, così! Non è un’offesa nei tuoi confronti!
    A presto…

  5. Ora però cari amici vi lascio: ho le prove con il mio gruppo jazz e stiamo “visionando” un bassista e contrabbassista. La musica è sempre stato metà del mio mondo; l’altra metà adesso è la scrittura. Domani vi farò sapere com’è andata (nel caso interessasse a qualcuno) e vi dirò quali sono state le mie emozioni: non suono da almeno tre mesi.

  6. Non devi avere pietà di parlare di chi si nasconde, Marialaura. Io sono un uomo, ma vedo che la mia categoria è paurosa, impaurita (e qui un po’ di colpa ne avete anche voi donne), si allontana dalla realtà dei sogni per avvicinarsi sempre di più alla realtà consumistica, becera e inconcludente. Gli uomini aspirano alla bella auto, al bel vestito, al potere. Possibile che noi uomini ancora non abbiamo capito niente di come siete fatte e di quello che volete?

  7. Già… gli uomini. Chissà dove sono finiti!
    Anche secondo me, hanno timore di partecipare a corsi di scrittura o di qualsiasi altro tipo. Sono modi di tirare fuori le emozioni. E, si sa, l’uomo deve essere sempre quello forte, che non si emoziona e non piange mai. Ma… è meglio che non parli di uomini oggi… non avrei pietà!
    Un saluto…

  8. Eh, sì… cara Enrica, è la complicità l’arma del successo di una coppia. E complicità vuol dire: comunicatività, stima, rispetto, amore, desiderio di non perdere il partner, condivisione. Mica poco!

  9. Era la domanda che mi facevo in silenzio per non essere di primo acchito troppo invadente. Perchè così pochi uomini. Non son venuta ancora al corso ma basta leggere il blog.
    Se posso dire la mia, e, come dice Sergio, voglio, posso, sono in grado.
    Una delle cose che mi ha incantato nel mio rapporto con Gian Piero è che mi sono accorta che andar per mercatini, studiare menù, scegliere abiti per me o per lui era più divertente che farlo con un’amica. Tante risate, tanti sfottò e tanti trabiccoli portati a casa con complicità ed il gusto di una cosa fatta insieme

  10. Mi piace il vostro entusiasmo, mi piace molto. E’ questo che cerco sempre: la voglia di fare, l’ottimismo. Però… siete quasi tutte donne (non che la cosa mi dispiaccia, eh!). Ma gli uomini dove sono? E’ sempre così, e forse so perché. Gli uomini hanno più pudori delle donne, si lasciano andare meno, stentano ad aprirsi, quasi si vergognassero di mostrare la loro sensibilità artistica interiore, come se “sensiblità” fosse sinonimo di “debolezza”. Smettiamola uomini di essere così chiusi, confrontiamoci con questo bel mondo femminile che ha tutte le carte in regola per impadronirsi del mondo intero! Questa è un’occasione – piccola, ma pur sempre un’occasione – per comunicare con loro, visto che sembra ci stiamo allontanando da loro come le galassie fanno nel loro cammino verso il nulla. Datevi una mossa.

  11. Quante? Una penna sola… non penso sia abbastanza!
    Almeno, per gli appunti che, solitamente, prendo io non basterà di certo una sola penna. E’ vero anche, che io sono un po’ maniacale quando si tratta di carta e penna… scrivo su tutto e di tutto!
    Volevo commentare la lettera di Enrica. Mi è piaciuta molto. Sarà, ma in questo mondo popolato da cose effimere e finte un po’ di semplicità ci vuole proprio. Forza… volete vedere che, se ci uniamo, riusciremo a smuovere qualcosa nel “mondo – cultura”?
    Un saluto a tutti… a venerdì (e come dice Sandra… nella stanza più grande!).

  12. Una penna? Eh, no! Sennò poi vi abituate male e mi tocca comprarvi anche il blocco! Io ci metto i gessi per la lavagna!

  13. Bene, Enrica… sono contento che venerdì sarai dei nostri, non fosse altro per confrontarti e vedere un po’ quello che succede fra le persone che hanno così tante cose da dire e da fissare su carta. La tua lettera ironica e divertente avrà dei commenti, ne sono sicuro. Ti aspetto, anzi, ti aspettiamo il 18 alle 21, in Via San Giovanni. Porta blocco e penna, naturalmente.

  14. “Scusate il ritardo”
    Solo pochi giorni fa ho appreso da un trafiletto sulla stanpa locale, del “Corso di Scrittura” e dell’esistenza di questo blog.
    Curiosa sempre, appassionata di lettura e scrittura ho cominciato a ficcanasare.
    L’idea del corso mi era piaciuta subito, ma, come Sergio sa, c’era qualche problemino mica da poco da appianare. In qualche modo mi sono ingegnata e quasi certamente venerdì prossimo sarò dei vostri.
    Saltellando qua e là ho scoperto di avere solo pochi anni meno di Sergio che, con uno sforzo di memoria, ho collocato fra i Pandemonium, in auge ai tempi delle mie spensieratezze di gioventù.
    Immagino qualche commento “E che ci fa questa babbiona….. non ha avuto il tempo di pensare prima a coltivarsi una passione?”
    No, non l’ho avuto. Ho fatto tanto altro e questo e rimasto sempre indietro. Ho studiato, lavorato, girato il mondo. Sono la terza moglie del mio secondo marito
    Continuando a ficcanasare ho già, in qualche modo, conosciuto almeno un aspetto di quelli che incontrerò, mi auguro, o che comunque qui scrivono e riportano, anche se non senpre supportati da agganci concreti a crude realtà, almeno le loro “cronachedidentro”.
    Mi ha divertito Nautilus ed intenerito Marialura che intuisco abbia un gran bel paio di spalle quadre per affrontare il meglio o il peggio che la vita le proporrà. Ancora Claudia, Sandra, AnnaBr(rrrr, hai freddo? scherzo su, su), Monica.
    La fantasia mi ha portato a farmi un’immagine di voi che non sarà assolutamente veritiera, ma è l’unica che i vostri scritti mi hanno suggerito.
    Non lasciare una traccia qui, che permettesse di farsi un’idea di me, non mi sembrava giusto o, come orribilmente si dice, “politicamente corretto”.
    Non ho proprio pudore alcuno.
    Dunque: vivo da parecchi anni ormai, una situazione di continua emergenza emotiva, affettiva e pratica. Ho scelto di continuare a stare accanto al mio uomo, in serie difficoltà, non per buonismo, ma semplicemente perchè se non lo facessi non sarei più io.
    Mi ha dato tanto e tanto credo di aver tornato. I conti pù che in pari.
    Tuttavia sarebbe IPOCRITA dire che non mi pesa e che va tutto bene con un sorriso, un bacetto, una cenetta preparata coi fiocchi.
    A me per preparare una cena i fiocchi non servono a una beneamata mazza. Mi ci vogliono, oltre che amore, pentole, olio, ciccia, gas o quant’altro preveda la ricetta.
    Sto quasi sempre in casa, fatte salve lunghe passegiate lungo “nostromare”.
    Mi concedo lo spasso e la curiosità che mi suscita questo corso.
    Col giornale sul quale mi piace immaginare sia stampato il feulletton della mia vita mi son fatta un elegante cappello da imbianchino, ché è l’ora di dare una mano di colore.

    Provo solo un po’ a volare — che di ali me ne son guadagnate già almeno una mezza dozzina — senza guardare basso e senza il pensiero di abitare al quinto piano di piazza Grande: tutt’al più, le prime volte inesperta, atterro da Galleni e vo con lui a bere un caffè.
    Un caro saluto a tutti.
    P-S. Nautiluuuuusssss? Ti sei ripreso?