Ne vogliamo parlare?

E allora parliamone. Ieri pomeriggio, come sapete, c’è stata la presentazione del mio libro a Livorno in Via ecc. ecc., e, come da previsioni (ma da ottimista non volevo pensare al peggio), la sala era gremita… di sedie vuote. Una decina di persone in realtà sono venute, ma erano persone che conoscevo, che sapevo che sarebbero venute. Grazie anche alla mia “assistente” Sandra, colei che un giorno decise di venire al mio corso di scrittura e che oggi, vista la sua bravura, sta scrivendo un romanzo con me. Sì, a quattro mani, come i pianisti. L’articolo su Il Tirreno del giorno prima che invitava a venire a questa presentazione – scritto da Marialaura Rossiello – non ha funzionato. O meglio, non è stata colpa dell’articolo in sé, breve ma ben fatto, semmai della pioggia, della pigrizia, del disinteressamento alla cultura, della voglia di andare a comprare i regali di Natale piuttosto che andare a sentire qualcosa d’interessante sulla Livorno dell’Ottocento, della trama di “La figlia della Notte”, dei discorsi sull’editoria italiana. La mia amica giornalista Marialaura Rossiello, giovane e intelligente, mi spalleggiava, mi affiancava nel rispondere alle domande di quei pochi che erano lì, in un’atmosfera rilassata e senza tensioni. Bene, abbiamo deciso che dopo aver venduto ben “quattro libri” (sic), ne faremo un’altra di presentazione, ma questa volta la abbineremo a qualcosa che possa attirare l’attenzione della gente; e siccome ai livornesi (e non solo loro) piace mangiare, allora faremo una sorta di serata cibo-lettura. Sì, è vero, alla Fortezza Vecchia c’è “Mangiarsi le parole”, ma chi se ne frega, se la cosa funziona la faccio anch’io. Oppure troverò qualcosa di diverso, magari insieme ai bambini, perché l’ultima volta che sono stato in una scuola a parlare del mio libro e a dire qualcosa sulla scrittura, i venti bambini sono stati attenti per un’ora e mezza, senza dire mai una parola e senza fare casino. Semmai facevano domande, intelligenti e mai retoriche. Era una quinta elementare. Meditate gente… meditate.

Ne vogliamo parlare?ultima modifica: 2007-12-23T21:15:00+01:00da sergio0591
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Commenti

Ne vogliamo parlare? — 1 commento

  1. Sergio Consani è uno scrittore. Ed è un uomo pieno di emozione, di sentimento, con un’inesauribile riserva d’amore, l’amore per ciò che è genuino e istintivo. Senza falsità.
    I suoi libri li ho letti quasi senza respirare, tanto mi hanno coinvolto. Li ho divorati i libri di Sergio e se li avrete tra le mani sono certa che condividerete con me che ha un tratto e uno stile impeccabile.
    Alle lezioni del suo corso di scrittura creativa spesso mi sono commossa, e mi sono commossa quando mi ha proposto di essere l’altra “pianista” di un libro scritto a quattro mani. E mi sono commossa adesso quando ho letto questo post dove c’è l’annuncio che stiamo scrivendo insieme.
    Ho pensato che a volte dire solo grazie sembra poco. Ma dentro, nell’anima, non lo è affatto, perchè il grazie è intriso di emozione.
    Grazie, Sergio, di cuore, per questa bellissima sorpresa.